Rifiuti. Arrestato il re delle ecomafie. Doveva uccidere un Pm

NAPOLI – Il collaboratore di giustizia che ha fornito i primi elementi all’indagine della Dia di Napoli che ha portato a una nuova misura cautelare per Cipriano Chianese, ‘re delle ecomafie, avrebbe dovuto essere il sicario che doveva eliminare un pm che ‘dava fastidiò a Chianese.

È uno degli spaccati della indagine che ha portato a due misure cautelari, una delle quali nei confronti di Carlo Verde, 32 anni, che per conto di Chianese avrebbe contattato il collaboratore di giustizia offrendogli 500mila euro per uccidere un pm della Dda di Napoli che stava indagando sull’avvocato-imprenditore del settore rifiuti.  

Cipriano Chianese, racconta il pentito, soffriva molto una pressione investigativa che tra il 2005 e il 2006 si concentrava sulle sue attività imprenditoriali e per questo mandò Verde a contattarlo; lui rilanciò e chiese un milione di euro per compiere il delitto, venendo rassicurato da Verde sulla disponibilità dell’imprenditore a fare fronte a questa richiesta. Il progetto sfumò perchè pochi giorni dopo Chianese fu arrestato. Del magistrato nel mirino dell’imprenditore il pentito non ricordava il nome. 

 La vicenda che ha portato all’arresto di Chianese e del suo collaboratore Carlo Verde risale al 2005. La Dia di Napoli diretta da Giuseppe Linares ha accertato, trovando riscontri corposi alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia che ha fatto riaprire il caso, che l’opera di ‘convincimentò di Verde e Chianese nei confronti dei titolari della Mary trans portò alla concretizzazione in modo anomalo di complesse operazioni societarie per la cessione delle quote in soli due mesi, nel dicembre di 8 anni fa, proprio per l’azione di estorsione compiuta dai due arrestati. Chianese ora dai domiciliari è tornato in carcere. 

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