Como. Al comune un buco erariale di 14 milioni di euro

COMO – Sembrano senza fine i problemi per l’amministrazione Pdl-Lega del comune di Como e del sindaco Bruni “annunciatore di grandi opere”, pressoché irrealizzate.

Il nuovo procuratore della Repubblica di Como ha ricevuto, suo malgrado, un entourage della Corte dei Conti formato da un magistrato, qualche uomo della Guardia di Finanza e ufficiali delle Fiamme gialle di Como. Oggetto del colloquio paratie lungo lago e area ex Ticosa. Considerato che la questione paratie è già argomento di indagine contabile, la Ticosa ha rubato la scena.
Sembra che, prima dell’interessante colloquio con il procuratore della Repubblica, gli esponenti della Corte dei Conti, curiosi, abbiano effettuato un sopralluogo nella zona ex Ticosa, dove in teoria si auspicava la presenza delle ruspe della società Multi.
Ciò che si vuole comprendere è se dietro il fallimento della grande opera ci siano dei danni erariale per mancati introiti. Infatti, saltano all’occhio i 14 milioni di Euro che, nel 2009 l’amministrazione comunale ha messo a bilancio, sotto la voce “ricavati della vendita della ex Ticosa”.

La vicenda Ticosa
La Ticosa ex azienda tessile comasca, è stata chiusa definitivamente nel 1982. Per 24 anni il degrado e l’incuria ha fatto dell’intera area un rifugio per animali spazzatura e vegetazione stile bosco delle streghe, e purtroppo, negli ultimi anni, un rifugio infelice per extracomunitari.
Finalmente nel 2006 la demolizione. Fuochi d’artificio, grandi festeggiamenti. Tv e giornalisti tutti presenti, per vivere finalmente il momento della distruzione di un edificio pericolante e fatiscente all’ingresso della famosa e turistica Como.
A questo punto della storia il sindaco Stefano Bruni, è all’apice dei suoi annunci e dalla pomposa gloria.
Vincitrice dell’appalto è la Multi Development una società italo-belga.
Nel 2007 Arpa segnala una quantità di amianto superiore, sia in aria che in terra. La procura ordina il sequestro giudiziario dell’area. Qualche mese dopo, il dissequestro vincolato allo smaltimento dei 4000 metri cubi di detriti identificati dal Comune stesso. La discarica inquadrata è di Casteggio. Qualche giorno prima dell’inizio del trasporto del materiale, colpo di scena. Il comune pavese nega la possibilità di trasportare materiale contaminato sul proprio territorio.

Tutto si ferma. Il grande progetto di riqualificazione che puntava a rivoluzionare il tessuto urbano di Como, non decolla.
Intanto il tempo passa e la società italo-belga, segnala ripetutamente delle criticità non rispettate e mai risolte del contratto preliminare. Tra un “tutto risolto” e il “non ancora fatto”, la storia della grande opera decade definitivamente quando una lettera, pervenuta al Comune di Como “dichiara che il contratto preliminare deve intendersi senz’altro risolto o comunque inefficace – proseguendo con – e ci si riserva di esercitare in giudizio ogni azione a tutela dei propri diritti.” Che botta!
Il giornale cittadino riporta lo sgomento del sindaco S. Bruni: “E’ impensabile, sono sorpreso”. Il momento è catartico per lui.
Di questo enorme progetto, ciò che rimane è una carrettata di conti che però devono tornare.

Rimane la preoccupazione del danno erariale
Il danno erariale è un danno sofferto da un ente e/o Stato a causa dell’azione/omissione di un soggetto che agisce per conto della pubblica amministrazione cioè, un funzionario, dipendente, o altro inserito ufficialmente nel contesto.
Nel 2009 l’amministrazione Bruni si sentiva già in soldi in tasca tanto che li considerava già entrati. 14 milioni di Euro in tasca, non sono bruscolini. In funzione del capitale disponibile puoi o non puoi fare lavori per la cittadinanza. Con occhio osservante possiamo verificare che  strade, arredo urbano e pulizia di Como sono insufficienti. Come pure l’incognita del cantiere lungo lago che al momento, non ci è dato sapere quando sarà restituito alla cittadinanza. L’interezza della visione cittadina dice che c’è un lento e inesorabile degrado urbano dovuto a incuria e mancanza di investimenti … praticamente una storia di ordinaria amministrazione della cosa pubblica.
Per le grandi opere comasche, non si profila un lieto fine, ma piuttosto di un triste decadimento che, sulla falsa riga del Governo, è avanzato a suon di proclami epocali gestiti con le tasche vuote; ops, stiamo parlando di una truffa mediatica-politica.

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