Alluvione a Genova. Situazione critica in un territorio vulnerabile. IL VIDEO

 

GENOVA- Situazione critica a Genova dopo l’esondazione della scorsa notte del torrente Scrivia nell’entroterra di Genova.  Numerose auto e mezzi sono stati travolti dalla piena e la situazione è ancora critica questa mattina.  Infatti dalle 9 e 30 un violento nubifragio si sta abbattendo sulle zone già colpite dall’alluvione di ieri.

Precipitazioni intense si stanno registrando in tutta l’area del torrente Bisagno, che sta raggiungendo di nuovo il livello di guardia. Al momento, secondo la Protezione Civile, è alto il rischio di esondazione di piccoli rivi e affluenti del Bisagno. Nelle ultime 24 ore in alcune zone di Genova sono caduti già quasi 400 millimetri di pioggia.

Nelo frattempo arrivano le conferme di una vittima di ieri sera. Si tratta di un uomo di Antonio Campanelli, a 57 anni, genovese di professione infermiere,  annegato nella piena di acqua, fango e detriti del torrente Bisagno, lo stesso che alimentò la piena del rio Fereggiano nel 2011, causando la morte di sei persone. La tragedia si è consumata a Borgo Incrociati, nell’area di Sant’Agata, ciclicamente soggetta alle piene alluvionali del Bisagno. Il cadavere è stato rinvenuto poco prima dell’una in via Canevari. La vittima, residente a Marassi, stava camminando, secondo quando appreso, quando è stata sorpresa dalla furia delle acque. Proprio mentre il processo a sei persone – tra cui l’ex sindaco di Genova Marta Vincenzi e l’ex assessore alla protezione civile Francesco Scidone – per l’alluvione del 2011 è alle prime battute, un altro terribile disastro colpisce il capoluogo ligure. Con identiche modalità: nessun allarme ai cittadini, pioggia battente per due giorni, fino all’esondazione dei torrenti. Il Fereggiano è uscito dagli argini poco prima di mezzanotte, poco dopo il Bisagno. Nel corso della notte si sono cercati potenziali dispersi, feriti, morti. 

Circa 50 volontari della Croce Rossa Italiana, con il supporto di una ventina di mezzi, gruppi elettrogeni e motopompe stanno lavorando dalla scorsa notte per far fronte all’emergenza e alle numerose criticità.  È stato aperto questa mattina il COC (Centro Operativo Comunale) e attivata la SOP (Sala Operativa Provinciale) CRI per monitoraggio e assistenza. Le scuole sono chiuse e le vie di comunicazione della città sono interrotte in alcuni tratti (autostrada da Savona verso Genova, presso Arenzano. Il casello Genova Est è chiuso) e diversi quartieri di Genova sono impraticabili. In alcune zone manca la corrente elettrica. Quindici SMTS (Soccorsi con mezzi e Tecniche Speciali) della Croce Rossa Italiana, squadre di Genova e Savona, con 4 mezzi fuoristrada sono stati impegnati per tutta la notte nei quartieri più colpiti alla ricerca di eventuali persone disperse effettuando verifiche negli androni e negli ambienti sotto strada. Sempre a Genova nella notte sono state soccorse in città 5 persone, trasportate sulle ambulanze e riscaldate. Consegnate oltre 50 coperte alla gente in strada in via Ferregiano, dove è esondato il torrente. A Montoggio la sede della CRI è stata del tutto allagata dall’esondazione del torrente Scrivia, che ha letteralmente diviso in due il paese. La sede è stata evacuata. Sul posto è presente la CRI di Montoggio con 10 volontari, la CRI di Vallescrivia con 8 operatori e 4 operatori di Campomorone. La situazione attualmente a Montoggio è ancora critica a causa della pioggia che continua a scendere. Tutte le sedi della Croce Rossa delle provincie di Genova e Savona sono in allerta e i volontari attivati per eventuali evacuazioni. Sono inoltre a disposizione tende e materiali per l’allestimento di punti di accoglienza.

Un territorio vulnerabile, cambiamenti climatici in atto

Il maltempo si è manifestato su Genova con violente bombe d`acqua in una provincia segnata da un calo record dell`82 per cento delle precipitazioni rispetto alla media nel mese scorso che hanno reso il territorio più vulnerabile. E` quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dell`andamento pluviometrico registrato dall`Ucea a settembre.

L`alluvione che si è verificata a Genova conferma la pericolosità dei cambiamenti climatici che – sottolinea la Coldiretti – si manifestano con eventi estremi che si susseguono mettendo a dura prova la capacità di assorbimento dei terreni e favorendo quindi le alluvioni.  Un pericolo che riguarda l`intera penisola dove ci sono ben 6633 i comuni in cui sono presenti aree a rischio idrogeologico (l`82 per cento del totale) con più di 5 milioni di cittadini che ogni giorno vivono o lavorano in aree considerate pericolose per frane ed alluvioni. Una dimostrazione della fragilità del territorio nazionale dove a causa delle frane e delle alluvioni sono morte – sottolinea la Coldiretti – oltre 4mila persone dal 1960 ad oggi mentre gli sfollati e i senzatetto per le sole inondazioni superano rispettivamente i 200 mila e i 45 mila secondo i dati elaborati dal Cnr-Irpi. 

I cambiamenti climatici con le precipitazioni sempre più intense e frequenti con trombe d`aria, grandinate e vere e proprie bombe d`acqua, si abbattono su un terreno reso più fragile dalla cementificazione e dell`abbandono delle aree marginali, ma anche della mancanza di programmazione adeguata che valorizzi il ruolo di chi vive e lavora sul territorio come gli agricoltori.  A questa situazione – denuncia la Coldiretti – non è infatti certamente estraneo il fatto che un modello di sviluppo sbagliato ha tagliato del 15 per cento le campagne e fatto perdere negli ultimi venti anni. 2,15 milioni di ettari di terra coltivata determinante nel mitigare il rischio idrogeologico. Ogni giorno – conclude la Coldiretti – viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) che vengono abbandonati o occupati dal cemento che non riesce ad assorbire la violenta caduta dell`acqua.

 

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