Grasso, Falcone e Borsellino vollero maxiprocesso a Palermo

PALERMO – Furono Giovanni Falcone e Paolo Borsellino a volere che il maxiprocesso a Cosa nostra si celebrasse a Palermo e non a Roma. Lo ha ricordato il presidente del Senato, Pietro Grasso, che in quel dibattimento era giudice a latere. “La prima ipotesi – ha detto – è che il giudizio si svolgesse a Roma dove si celebravano i maggiori processi contro il terrorismo.

Ci fu anche un incontro con Liliana Ferraro del ministero della Giustizia. Io ero presente perché ero stato già designato come componente della corte. Proprio in quella occasione Falcone e Borsellino dissero no. Siamo giudici palermitani, spiegarono, e il processo si deve svolgere a Palermo”. L’aula bunker venne costruita in appena sei mesi. “Io stesso – ha ricordato il presidente del Senato – seguii i lavori. Per questo la sento un po’ mia.

In quest’aula la lotta alla mafia è stata fatta con lo strumento della legge”. Ai giovani Grasso ha detto ancora che Falcone e Borsellino non vanno considerati come eroi ma come magistrati che hanno fatto il loro dovere. “Per noi erano dei fuoriclasse: ci hanno insegnato un metodo per affermare la legalità. Si sappia sempre che con la legalità si vince”. Grasso ha poi rivolto un appello per il “rinnovamento etico e per la promozione della cultura e della legalità per far sì che la politica possa riavere legittimazione”.

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