Arrestati i presunti assassini del piccolo Cocò

ROMA – I carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Cosenza hanno arrestato due persone accusate dell’omicidio di Antonio Iannicelli, della compagna marocchina Touss Ibtissam e del nipotino Nicola Campolongo, di tre anni.

Anche il corpicino del piccolo Cocò, come tutti lo chiamavano, venne trovato bruciato in auto il 16 gennaio 2014 a Cassano all’Ionio. Ai due killer, dei quali non sono state ancora fornite le generalità, i carabinieri di Cosenza, insieme a quelli del Ros, hanno notificato nel carcere di Castrovillari (Cosenza), dove sono ristretti, le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip distrettuale di Catanzaro su richiesta della Dda. I presunti assassini di Cocò Campolongo erano già detenuti perchè arrestati per traffico di droga nel 2014 sempre dai carabinieri di Cosenza in un’indagine sulla «cosca degli zingari».  Le indagini dei Carabinieri, oltre a ricostruire il delitto fin dalle fasi preparatorie, «hanno consentito di individuare il movente, di documentare la sua connotazione tipicamente mafiosa ed evidenziare le dinamiche criminali insistenti nel territorio della sibaritide». Lo sottolineano gli investigatori.  

Il piccolo Cocò Campolongo, ucciso a tre anni insieme al nonno Giuseppe Iannicelli e alla compagna marocchina di quest’ultimo, veniva utilizzato come scudo dal nonno che lo aveva in custodia. Il bambino era stato affidato a lui dopo l’arresto dei genitori, coinvolti in reati di droga. È proprio il traffico di stupefacenti il movente del triplice delitto avvenuto a Cassano all’Ionio il 16 gennaio 2014. Iannicelli sapeva di essere in contrasto con il gruppo criminale che opera sulla Sibaritide e probabilmente ha portato con sé il nipotino nell’incontro risultato poi fatale con i suoi assassini. La furia omicida non ha risparmiato il piccolo, che è stato prima ucciso e poi bruciato insieme al nonno e alla compagna in auto.

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