‘Ndrangheta: arresto Pelle, boss era a casa in un vano segreto

REGGIO CALABRIA – Si nascondeva in un vano segreto realizzato nella sua abitazione di Benestare (Rc) Antonio Pelle, 54enne nato a San Luca, alias “La Mamma”, capo indiscusso della cosca di ‘ndrangheta “Pelle Vancheddu” consociata con la cosca “Vottari Frunzu” e inserito nell’elenco dei 100 latitanti piu’ pericolosi stilato dal Ministero dell’Interno.

Pelle e’ stato catturato dal personale della Squadra Mobile di Reggio Calabria, diretta dal primo dirigente Francesco Ratta’ e dal suo vice Fabio Catalano, del Servizio centrale operativo e del Servizio di Polizia scientifica di Roma. L’uomo e’ stato localizzato in un vano segreto realizzato nel suo appartamento, ubicato in contrada Ricciolio del centro del Reggino. Il boss deve scontare una pena definitiva di 20 anni e 1 mese di reclusione per associazione mafiosa, coltivazione illecita di sostanze stupefacenti, ricettazione, detenzione abusiva di armi e munizioni ed evasione. Sposato con Teresa Vottari, figlia di Giuseppe Vottari (deceduto, considerato uomo di vertice dell’omonima consorteria), Pelle e’ considerato il capo dello schieramento di ‘ndrangheta che ha perpetrato la strage di Natale, con l’omicidio di Maria Strangio il  25 dicembre 2006, nell’ambito della faida di San Luca, culminata con la strage di Duisburg, in Germania, nel giorno di ferragosto del 2007, quando furono uccisi sei presunti affiliati della cosca Pelle-Vottari.

Colpito da un fermo il 30 agosto 2007 e da un provvedimento cautelare il 17 settembre di quell’anno, cui riusci’ a sottrarsi, fu arrestato il 16 ottobre 2008 dalla Squadra mobile in un bunker sotterraneo ad Ardore Marina. Nel 2011 la Corte di appello di Reggio Calabria sostitui’ la custodia in carcere con gli arresti domiciliari, per ragioni di salute. Una perizia dei consulenti della Corte d’Assise, infatti, aveva stabilito l’incompatibilita’ col regime carcerario per una grave forma di anoressia, sopraggiunta ad una prima anoressia autodeterminata dal rifiuto volontario di assumere cibo. Successivamente, il 14 settembre.2011, fu trasportato d’urgenza all’ospedale di Locri, da dove si rese irreperibile. Dalle indagini successive si stabili’ che progettava da tempo l’evasione e, forse con complicita’ all’interno del carcere, era riuscito ad avere dei medicinali dimagranti. Nel corso ddi una conferenza stampa tenuta nella sala “Nicola Calipari” della Questura, il procuratore capo Federico Cafiero De Raho si e’ complimentato col questore Raffaele Grassi e col capo della Mobile Francesco Ratta’.  

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