India. Rapiti due turisti. Rinvendicazione da gruppo maoista

ROMA – La guida turistica Paolo Bosusco e  Claudio Colangelo  sono stati rapiti in India  nei pressi di Kandhamal nello stao dell’Orissa.

Secondo la stampa locale i due turisti sono stati portati via da esponenti del gruppo maoista Basadhara, mentre stavano scattando delle fotografie in zone tribali, dove è vietato. Inizialmente si era pensato ad una vendetta legata alla vicenda dei due marò italiani, ma sembra che non vi sia nessun collegamento con questo episodio.
Il rapimento – anche se non c’è una conferma assoluta sulla sua attendibilità – sarebbe stato rivendicato dai ribelli maoisti Naxaliti attraverso un audio nel quale il gruppo estremista avanza delle richieste al governo, tra queste il rilascio di prigionieri politici.
I maoisti   hanno chiesto ai governi dello Stato e dell’Unione di sospendere entro stasera tutte le operazioni di sicurezza e di avviare una trattativa, almeno questo hanno riferito i media indiani. Nel messaggio messaggio si precisa che il rapimento sarebbe avvenuto due giorni fa, quando i due realizzavano «riprovevoli fotografie» a donne che facevano il bagno in un fiume, il leader dei maoisti in Orissa, Sabyasachi Panda, ha sostenuto che si deve aprire subito una trattativa sul documento contente 13 rivendicazioni diffuso dal movimento nel febbraio 2011. La piattaforma fu pubblicata dopo il rilascio del rappresentante del governo nel distretto di Malkangiri, R. Vineel Krishna, tenuto in ostaggio per otto giorni. In essa trovano posto richieste storiche come il rilascio dei prigionieri politici e la sospensione dell’Operazione Greenhunt contro la guerriglia maoista.
La registrazione è stata inviata a molte televisioni. In un estratto andato in onda, una voce maschile in lingua locale pone le condizioni per il rilascio degli italiani e poi avverte: «se il governo non farà quello che chiediamo, sarà l’unico responsabile per quello che può succedere ai turisti».

Un rapimento anomalo
Tuttavia la storia delle fotografie scattate abusivamente non convince del tutto.

Infatti, la guida Paolo Bosusco non è uno sprovveduto. Appassionato di treeking trascorre da almeno 15 anni  parecchi mesi all’anno in India, dove nel 2001 ha aperto un’agenzia turistica, la Orissa Adventurous Trekking. Bosusco quindi organizza  spedizioni nelle zone più intatte dell’Orissa dal punto di vista ambientale e etnografico, tant’è che spesso si viaggia nelle zone incontaminate a piedi percorrendo gli stessi sentieri usati dalle tribù locali. Conosce bene il territorio ed è rispettoso delle tradizioni locali, tant’è che l’orientamento di Bosusco e della sua agenzia è quello di interferire il meno possibile con la vita quotidiana delle tribù locali e, soprattutto, di non organizzare esibizioni a pagamento. Quindi la versione fornita dai media locali appare alquanto fantasiosa. 

«È molto strano che il gruppo maoista abbia rapito degli stranieri . Solitamente rapiscono dei capi locali e richiedendo poi un riscatto o facendo rivendicazione con i governi locali». Lo ha detto Padre Bernardo Cervellera, direttore di Asia news, intervistato da Sky TG24 riferendosi al sequestro dei due italiani in India. «Resta il fatto che ci sono delle richieste – ha aggiunto- e che si deve trattare». «Sembra che i due italiani stessero facendo delle foto ai locali – ha aggiunto – in una zona in cui non si poteva scattare. Ci sono delle zone tribali e i maoisti cercano di difendere gli indigeni contro le angherie del governo e lo sfruttamento che fa il governo sia delle loro terre che della loro cultura come appeal turistico. Probabilmente questo ha fatto scattare tutto. Ma bisogna ancora verificare».Nel frattempo il capo del governo dell’Orissa Naveen Patnaik ha lanciato un appello ai rapitori in cui si dice aperto a negoziati e colloqui a condizione che i due italiani rapiti siano rilasciati immediatamente incolumi.

La Farnesina dal canto suo  ha preso subito i contatti con i familiari di Paolo Bosusco e Claudio Colangelo appena appresa la notizia del loro rapimento in India. Il ministero si mantiene in contatto continuo con i parenti dei due italiani, mentre l’ambasciatore italiano in India Giacomo Sanfelice ha attivato tutti i contatti con le autorità indiane sia a livello centrale, sia a livello locale. Il console generale italiano a Calcutta Joel Melchiori si sta recando nella zona dove è avvenuto il rapimento.

I rapiti

Claudio Colangelo, ha 61 anni ed è di Rocca di Papa, un paese della zona dei Castelli Romani, a poche decine di chilometri dalla Capitale.  Sposato con una figlia di 32 anni e un figlio di 35 anni, è un medico che lavora in un istituto di ricerca a Roma. E’ impegnato in progetti internazionali, per affrontare e sensibilizzare i problemi legati a situazioni di povertà. Tra le sue missioni, un progetto di spedizione medica nell’Amazzonia peruviana per l’ «Istituto internazionale di scienze mediche antropologiche e sociali». Colangelo si era rivolto a Bosusco per il viaggio in India proprio per la sua passione per la cultura delle tribali primitive. I due erano partiti il 12 marzo da Puri per un trekking di cinque giorni tra le foreste della regione.

Paolo Bosusco è titolare dal 2001, insieme a un collega indiano, dell’Orissa Adventourous Trekking, agenzia che si occupa prevalentemente di organizzare trekking e spedizioni nelle zone più intatte, dal punto di vista ambientale ed etnografico, dello stato dell’Orissa, in India. La sede dell’agenzia, che opera soprattutto online, si trova a Puri, in Orissa. Contrariamente ad altre agenzie attive nel luogo, quella di Bosusco non organizza tour con vetture o pulmini, che vengono utilizzati solo per il trasferimento da Puri fino alla zona di partenza del trekking. Tutto il resto dell’itinerario viene percorso a piedi, il più delle volte sotto la guida di Bosusco, anche per raggiungere mercati tribali ai quali la guida piemontese conduce i turisti, zaini in spalla, seguendo i sentieri usati dai residenti. L’ orientamento di Bosusco e della sua agenzia è quello di interferire il meno possibile con la vita quotidiana delle tribù locali e, soprattutto, di non organizzare esibizioni a pagamento. «Gli incontri con le popolazioni tribali – spiega il sito dell’agenzia – sono una vera esperienza di vita; muovendoci nelle loro giungle, con gli stessi sentieri usati da loro, dormendo a volte nelle loro capanne, condivideremo per un attimo la loro vita, le loro gioie e dolori». Lo stesso sito avvisa anche che «data la natura del terreno, il clima e gli aspetti inconsueti di una realtà che per molti è del tutto sconosciuta, in questi trekking occorre una certa disponibilità ad affrontare imprevisti e difficoltà inaspettate».

 

Il sito di Paolo Bosusco
ORISSA ADVENTUROUS TREKKING

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