“Report” ha fatto sapere agli italiani, ieri sera, che fra le molteplici attività del presidente del consiglio italiano, ora c’è anche quella di biscazziere. Infatti,
L’autorizzazione a poter esercitare il gioco d’azzardo è stata data, come si è detto, dai Monopoli di Stato, diretti da Raffaele Ferrara, a sua volta sottoposto gerarchicamente al ministro Giulio Tremonti e al presidente del Consiglio. Quindi, è come se quest’ultimo si fosse autorizzato da solo a poter incassare una valanga di soldi con una sua società concessionaria del “suo” Stato. Certo, non è la prima volta che succede qualcosa del genere. Anni fa, lo stesso Berlusconi si fece approvare una legge che incentivava l’acquisto dei decoder con il quale è possibile vedere il digitale terrestre e quindi la galassia delle televisioni del presidente del consiglio. Il premier, da quando è sceso in politica, è in perenne conflitto di interessi.
Eppure, nonostante il clamore di un capo di governo biscazziere (non succede nemmeno in Botswana o in Burundi, in Cecenia o nella Bielorussia del suo amico Aleksandr Lukašenko), l’house-organ della sua famiglia, “Il Giornale”, oggi se la prende con il pubblico ministero palermitano Antonio Ingroia il quale, intervenendo al congresso del Pdci, ha sostenuto di essere un “partigiano della Costituzione”, disposto a difenderla ad ogni costo. Secondo l’organo ufficiale di Arcore, Ingroia dovrebbe essere cacciato dalla magistratura perché esprime troppe opinioni in pubblico e soprattutto difende con troppo vigore
Ed allora, i giornali del Cavaliere, che giudicano indegne persone come Ingroia o accusano il presidente della Camera Gianfranco Fini inadatto a presiedere l’assemblea legislativa perché uomo di parte, in quanto anche lui, come il magistrato siciliano, esprime le sue idee pubblicamente, ritengono possibile che il presidente del consiglio sia un biscazziere e si ritengono dunque adatti a dare lezioni di moralità e di imparzialità. Non credo che ci sia bisogno di alcun commento.