Recessione e inflazione esplodono. Monti parla d’altro. La Cgil rilancia il Piano per il lavoro

ROMA – Era stato il ministro  Passera a avanzare la proposta di un incontro fra governo e parti sociali per affrontare i problemi della produttività e della competitività, quasi fossero il toccasana  a fronte della crisi.

Un patto fra le forze sociali sociale per la produttività , Scaricando di fatto  sui lavoratori  la responsabilità  di una produttività non adeguata che impedirebbe la crescita e lo sviluppo.  I “ fannulloni” per dirla con l’ex ministro Brunetta.Certo si chiamano in causa anche gli imprenditori ma il ruolo  e, diciamo, secondario. Ora produttività e competitività sono diventate la linea del Piave del governo. Monti  ha dovuto rinviare il consiglio  dei ministri che doveva dare il via libera al piano per la salute predisposto dal ministro Balduzzi, un flop clamoroso, contestato dagli stessi ministri. Il piano per la crescita è fermo all’annuncio. Non sapendo più a che santo rivolgersi il premier ha avuto un’idea geniale , convochiamo le parti sociali, i sindacati dei lavoratori in particolare, mettiamoli con le spalle al muro, passiamo nelle loro mani la patata bollente della crisi.

 Palazzo Chigi convoca le parti sociali per discutere solo di produttività

Una nota di Palazzo Chigi annuncia  un “ dialogo con le parti sociali per migliorare la produttività delle imprese.” Il premier  ha convocato le associazioni degli imprenditori per il 5 settembre e i sindacati per l’11 settembre. Stentiamo a credere che sia questa la risposta del governo anche fronte dei dati resi noti dall’Istat  con l’occupazione sempre più in crisi e l’inflazione che cresce.  I giovani, in nome dei quali Monti e Fornero in particolare, hanno giustificato provvedimenti  dolorosi per i lavoratori e i pensionati, vedi esodati, sono coloro che  più pagano , senza lavoro il 33,9 %, per coloro che hanno fra 15 e 24 anni la percentuale sale al 35,3, per le donne  il al 48% al sud. Nel mese di luglio 618 mila giovani alla ricerca di lavoro non hanno trovato alcun posto. I precari sono sono 2,5 milioni cui vanno aggiunti 462 mila contratti di collaborazione. Si tocca il numero record di 3 milioni. Il carrello della spesa è in rialzo del 4,3, l’inflazione registra un + 3,2 % Una miscela esplosiva data della recessione che si accoppia con l’inflazione.

  Il volto dolente degli operai Alcoa e dei minatori del Sulcis

Sono il volto dolente di questa situazione  drammatica gli operai dell’Alcoa, che devono venire a Roma, arrampicarsi sui cancelli del ministero,  i minatori del Sulcis che devono scendere in fondo ai pozzi per diventare notizia. Rappresentano le tante aziende in crisi,centinaia di vertenze sul tavolo del ministro Passera  che non trovano soluzione. Rappresentano la disperazione di centinaia di migliaia di lavoratori in Cassa integrazione, in mobilità che ti parlano della disperazione di nchi non sa come potrà mandare avanti la famiglia. Altro che produttività e competitività, è il lavoro che non c’è di cui bisogna discutere, come sottolinea Susanna Camusso, segretario generale della  Cgil. “Non capisco bene-afferma-cosa possa significare il patto per la produttività proposto dal ministro Passera. L’accordo con gli imprenditori l’abbiamo già fatto, il 28 giugno del 2011, e ora lo stiamo riversando nei contratti nazionali che si cominciano a rinnovare.

 Camusso.La produttività dipende da sistema paese e investimenti

La produttività è un classico tema delle parti sociali; poi il governo potrebbe aiutarci, mettendo mano alla leva fiscale”.   E al governo indica precisi provvedimenti da mettere in cantiere: Primo, il varo della legge anticorruzione, che è essenziale. Secondo, un’azione per attrarre investimenti. Terzo, il fisco a vantaggio di lavoratori e pensionati. Quarto, puntare su un vettore di sviluppo per il paese. Serve un piano energetico organico, oppure il rinnovamento dell’edilizia scolastica o una riforma dell’istruzione tecnica. Quinto, lo spread della benzina, riducendo le accise: un litro di benzina, espresso in vecchio conio, sono 4300 lire. Roba da matti. Sesto, stabilire che tutti possono andare in pensione con 60 anni di età e 40 di contributi. Poi, servono alternative alla desertificazione produttiva: a Taranto serve la bonifica, per l’Alcoa un nuovo compratore, per il Sulcis la sperimentazione di nuove tecnologie”. Poi puntualizza ancora:  “C’è chi dice che la perdita di competitività dipende dalle troppo generose condizioni di lavoro o dalle relazioni industriali; ma la produttività dipende dal sistema paese, e dagli investimenti. Che non si fanno, perché le imprese hanno preferito investire nella finanza e negli immobili”. Rispondendo alle domande del giornalista de La Stampa che la intervistava precisa: “Se qualcuno pensa che l’accordo sulla produttività sia il replay del modello Fiat, beh, non esiste. Quegli accordi hanno peggiorato le condizioni di lavoro senza nessun incremento di produttività o altri effetti, tanto è vero che Fiat attraversa una crisi travolgente in totale assenza di nuovi modelli. Dove invece i prodotti, la ricerca e gli investimenti ci sono, penso a Finmeccanica o Alenia, gli accordi per risolvere i problemi li abbiamo fatti eccome”.  E la  Cgil ,proprio a fronte dei dati sempre più allarmanti sulla disoccupazione torna  a parlare di “Piano per il lavoro”.  In queste ore in cui tanto si discute di “ patti”-afferma Serena Sorrentino, segretaria confederale- l’unico vero impegno che dovrebbe vedere la coesione nazionale è quello per il varo di un grande Piano del lavoro e la lotta alle disuguaglianze per contrastare il declino del Paese, per chiamare tutti a fare la propria parte non sacrificando lavoro e pensioni.

I dati dimostrano, se ce ce fosse stato ancora bisogno-prosegue la dirigente della Cgil- che la vera emergenza del Paese è il lavoro. Senza difesa e creazione di lavoro non si inverte la tendenza. Per questo, per affrontare questa emergenza nazionale bisogna trovare le risorse, da una seria lotta al sommerso e all’evasione e dall’introduzione della patrimoniale per finanziare lo sviluppo”.



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