ROMA – “ L’accordo interconfederale del 28 giugno è un buon accordo, si lavori su quello”. Così il ministro Elsa Fornero, commentando l’incontro del governo con i sindacati.
Si riferisce al protocollo siglato più di un anno fa fra Confindustria e Confederazioni che affronta i problemi della contrattazione e delle reazioni sindacali. Un accordo in basse al quale le parti sociali stanno rinnovando i contratti nazionali, nel quale si definiscono gli ambiti della contrattazione di secondo livello, si parla di produttività, di rappresentanze dei lavoratori. Si conferma il valore e il significato del contratto nazionale. Fornero scopre l’’acqua calda. SE quellì’accordo è “buono” e si “ lavori su quello che senso ha l’incontro del governo prima con i rappresentanti delle imprese e lunedì con Cgil, Cisl, Uil, Ugl? I media-bollettino montiano hanno battuto la gran cassa. Lo stesso Monti , nel promuoverlo, ha più volte affermato che produttività e competitività sono le chiavi di accesso per la crescita. Nell’incontro è stato categorico:” Dovete fare di più- ha detto – avete un mese di tempo per trovare l’accordo, Dobbiamo presentarci alle scadenze europee con scritti gli impegni che prendete”.
Camusso: a quando provvedimenti per rimettere in moto il Paese?
Rinvia al mittente il segretario generale della Cgil :“Un mese per l’accordo? Per noi non ci sono scadenze –replica- il governo ci dica quando inizia a fare dei provvedimenti che servono a rimettere in moto il Paese. Come abbiamo cercato di spiegargli, siamo nella stagione della cassa integrazione, dei licenziamenti, della riduzione della produzione e risolverla in termini di maggior lavoro, non si capisce di cosa stiamo parlando”.
Ma Monti dovrebbe sapere, e se lo aveva dimenticato glielo ricorda Fornero, che esiste l’accordo interconfederale, che i problemi relativi alla contrattazione sono di pertinenza delle parti sociali, che la loro autonomia non può essere messa in discussione. Glielo hanno ricordato i dirigenti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl. Hanno ribadito l’impegno a muoversi in linea con l’accordo interconfederale. Allora la domanda: perché questo incontro, dal momento che, dice la stessa Fornero, è un buon accordo? La risposta è semplice anche se molto grave. Monti gioca a scarica barile. Rilancia la palla agli imprenditori, ma soprattutto ai sindacati dei lavoratori perché nella sua “ agenda” la crescita non c’è, la famosa seconda fase, prima il rigore poi la ripresa, nella tradizione delle politica economica italiana, resterà sulla carta. Racconta Susanna Camusso l’andamento dell’incontro: “ Monti –dice- ha fatto un ragionamento generico, che sentiamo da un mucchio di tempo: non ha dato cifre, non ha detto che ripristina la detassazione del premio di produttività, non c’è assolutamente nessun impegno. Anzi – ha spiegato – continua a immaginarsi una incentivazione semplicemente al maggior lavoro
E Fornero conferma che nell’incontro il governo non ha preso alcun impegno. Lo dice come se si trattasse di un fatto positivo, dal momento che è servito all’apertura di un dialogo. I sindacati- sottolinea- si accorgeranno di quanto sia importante il dialogo.
Ora il governo scopre l’importanza del dialogo
Siamo di nuovo alla scoperta dell’acqua calda. Solo dopo quasi dieci mesi dal loro insediamento, Monti e Fornero avvertono che il dialogo è importante. Non saremo noi a negare l’importanza del dialogo, che chiamiamo concertazione anche se al premier la sola parola provoca l’allergia. Ma dialogo su cosa? Cosa mette in campo il governo per aumentare la produttività e la competitività delle imprese? Come Monti sa bene, forse Fornero tutta presa dalla vicenda tagli alle pensioni non è ben ferrata in materia., si tratta di problemi complessi da affrontare, “ sistemici” dicono gli economisti perché sono molteplici i fattori che determinano aumento della produttività ,diminuzione dei costi. A meno che non si intenda colpire la contrattazione nazionale, anche quella di secondo livello,puntando insomma il modello Marchionne, azienda per azienda, con un unico obiettivo, aumentare l’orario di lavoro, magari rendendolo il più possibile flessibile .Produzione, investimenti, continuano nella loro discesa verso il basso, perdono colpi. Le imprese chiudono. Nell’agenda Monti ci sono solo pagine bianche. No dovrebbe essere un tabù se qualcuno si pone il problema di scrivere un’altra agenda. Con buona pace di Casini.