Passera e Marchionne, come due amici al bar: “Ciao Sergio, quando ci vediamo?” “Quando posso”

Camusso: “Basta con le telefonate”

ROMA – I ministri Fornero e Passera fanno a gara a chiedere chiarimenti all’ l’Ad del Lingotto in merito alle sue anticipazioni sul futuro della Fiat.

Quasi si scusano perché lo importunano. Il ministro per lo Sviluppo gli ha telefonato. Uno scambio di saluti, come due vecchi amici al bar, “ciao Sergio, come stai, quando ci vediamo?” “ Penso presto ma sai ho tante cose da fare”. Così Passera  può annunciare che si vedranno. Quando? Non si sa. Sbotta Susanna Camusso:” L’azienda ha preso in giro tutto il Paese,possiamo aspettare ancora? Basta con le telefonate  è ora che il governo prenda in mano la situazione e non chieda a Fiat cosa intende fare, ma dica a Fiat cosa intende fare il Paese?” La Fiom, dal canto suo, chiede a Monti di intervenire in prima persona. “ Deve essere chiaro- afferma Maurizio Landini- che non siamo disponibili ad accettare chiusure di stabilimenti e ridimensionamenti della capacità produttiva, come non abbiamo accettato la chiusura degli stabilimenti della Cnh di Imola, dell’Irisbus e di Termini Imerese. Credo che oggi serva chiedere al governo di fare una discussione finalmente seria con la Fiat. Finora questa possibilità non c’è mai stata.” Anche Bersani sollecita una iniziativa del governo e parla di “ situazione drammatica”.Sergio Marchionne non ha parlato  esplicitamente di chiusure di stabilimenti, ridimensionamenti. Ma solo un sordo può non aver colto il senso delle  sue parole. Non c’è bisogno di tanti chiarimenti: il Piano Fabbrica Italia non esiste più, non esistono più venti miliardi di investimenti annunciati con grande clamore, con Cisl e Uil che suonavano la gran cassa,insieme ai ministri berlusconiani  con Marchionne che impediva l’attività sindacale nelle aziende da parte dei delegati Fiom.

 Della Valle: “Fabbrica Italia” era solo un’invenzione mediatica
 “ Fabbrica Italia” era un’ invenzione mediatica  cui  la Fiom  e la Cgil  non avevano mai dato un soldo  di  credito. Ora l’ad del Lingotto tace, così come gli azionisti, la famiglia Agnelli, Elkann. Sembrano disinteressati. Ma l’attacco a Marchionne, alle sue scelte, agli azionisti non viene solo da chi non ha mai creduto al poiano “ Fabbrica Italia”. Il mondo imprenditoriale è a soqquadro. Diego Della Valle, leggi Tod.s, definisce Marchionne “ inadeguato”, rappresenta insieme agli azionisti  “il vero problema» della casa torinese, perché stanno facendo le scelte sbagliate o, peggio ancora, le scelte più convenienti per loro e i loro obiettivi, senza minimamente curarsi degli interessi e delle necessità  del Paese”. “Continua questo ridicolo e purtroppo tragico teatrino degli annunci ad effetto da parte della Fiat, del suo inadeguato Amministratore Delegato-prosegue Della Valle- e in subordine  del Presidente. Assistiamo infatti da alcuni anni a frequentissime conferenze stampa nelle quali, da parte di questi Signori, viene detto tutto e poi il contrario di tutto, purché sia garantito l’effetto mediatico, che sembra essere la cosa più importante da ottenere, al di là della qualità e della coerenza delle cose che si dicono.”  Della Valle prosegue: “ Il vero problema della Fiat non sono i lavoratori, l’Italia o la crisi (che sicuramente esiste): il vero problema sono i suoi azionisti di riferimento e il suo Amministratore Delegato. È bene comunque che questi furbetti cosmopoliti sappiano che gli imprenditori italiani seri, che vivono veramente di concorrenza e competitività, che rispettano i propri lavoratori e sono orgogliosi di essere italiani, non vogliono in nessun modo essere accomunati a persone come loro.” E  Luca di Montezemolo si fa difensore di Marchionne , stigmatizza le parole di Della Valle, suo socio, con cui ha fondato Ntv ( Nuovo trasporto viaggiatori,treni ad alta velocità come Italo. “ Espressioni come quelle usate da Diego sono assolutamente inaccettabili”.

Romiti:  Se Fiat non ha un progetto è colpa di Marchionne

Ma scende in campo anche una figura storica, già amministratore delegato di  Fiat, Cesare Romiti.  “ L’azienda che interrompe la progettazione –dice-  è destinata a morire”. Se la Fiat non ha un progetto “ la colpa è di Marchionne. E’ lui che decide, non gli azionisti. Lui voleva andare in America e ci è riuscito”. Poi, ,lui l’avversario della Fiom, un duro ai suoi tempi,  se la prende anche con il sindacato. “ Il principale colpevole è il sindacato assente, Fiom esclusa”. E già che c’è si leva un sassolino dalle scarpe e racconta un aneddoto. “ Due anni fa-dice- al termine di una puntata della trasmissione di Lucia Annunziata fu chiesto a Raffaele Bonanni,  se preferiva me o Marchionne come amministratore delegato della Fiat.Bonanni rispose Marchionne. Gli telefonai e gli dissi, riparliamone tra due anni”.  Già il manager col girocollo e l’America. Questo era e resta il suo obiettivo, verso il quale ha mosso tanti passi. Sempre Romiti accusa . “ Bisognerebbe calcolare- dice il valore delle tecnologie trasferite da Fiat a Crhrysler. Tecnologie e saperi accumulati in cento anni di storia della Fiat.

Landini: non si può permettere che Fiat lasci l’Italia
” L’obiettivo di trasferire armi e bagagli negli Usa è ripreso da Maurizio Landini che rivolge anche un chiaro avvertimento al governo.Afferma il leader  Fiom.: “Il nostro Paese non si può permettere che Fiat lasci l’Italia. Purtroppo sono passati degli anni a dare credito alle promesse di Marchionne. In questi anni- dice il segretario generale di Fiom Cgil- si sono perse quote di mercato e ora la situazione è più difficile. L’errore della Fiat è stato pensare di ritardare gli investimenti facendo affidamento sul fatto che nel frattempo qualche concorrente saltasse. Invece è successo esattamente il contrario: gli altri hanno investito, prodotto nuovi modelli e hanno guadagnato rispetto a Fiat. Se Marchionne non decide in fretta di cambiare strada esce dal mercato italiano e da quello europeo”. Ricordato che fino ad ora “ la Fiat ha scelto di escluderci da qualsiasi tavolo”, conclude chiamando in causa la famiglia Agnelli: “ Se ha ancora la forza, decida a chi affidare la sua azienda e io discuto con chi c’è. L’importante è che ci sia una trattativa. E finora non c’è stata.”

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