Regione Lazio. Franco Fiorito a La7. Anche lui come la Polverini non sapeva nulla

ROMA – Povero Franco Fiorito, alias “er batman” che questa sera alla trasmissione In Onda su La7 ha dovuto sottoporsi alle incalzanti domandi di Luca Telese e Nicola Porro sui famigerati fondi del Pdl.

Momenti davvero indimenticabili durante i quali, l’ex tesoriere del Pdl con la fronte grondante di “nobile” sudore, ci ha regalato degli interessantissimi spunti di riflessioni, nonostante il suo legale, l’avvocato Carlo Taormina, gli abbia più volte sussurrato di stare attento a quello che diceva. E lui sotto una raffica di domande taglienti ha replicato con l’estrema convinzione di essere nel giusto. Proprio lui che – come ha raccontato – durante l’epoca di mani Pulite stava sotto alla Camera con i cartelli che recitavano “arrendetevi siete circondati”, per protestare contro quella classe politica corrotta fino all’osso.

“No – ha detto Fiortio tanto per  mettere i puntini sulle “i” – io non sono un ladro, non mi sento un ladro e non si scoprirà che lo sono”,  anche se subito dopo ha ammesso di avere delle grandi responsabilità, perchè ha gestito male l’ingente mole di denaro, di soldi pubblici,  messi a disposizione sul conto del suo partito.

“Er batman” ha perfino detto che lui non voleva neppure fare il capogruppo del Pdl. Anzi, quello che gli sarebbe piaciuto era diventare l’assessore all’agricoltura. Peccato sarebbe stato bello vederlo in canotta bianca a righe stile ventennio mentre si adoperava con i contadini alla raccolta del grano. Purtroppo, sorte del destino, un posto vacante per fare l’assessore non ce n’era neppure l’ombra, nonostante i suoi 27mila voti, perchè la Polverini aveva già accontentato i suoi fedelissimi, probabilmente più meritevoli, anche se con un risicato pugno di voti. E’ per questo – ha detto Fiorito – che deluso dal suo impiego politico ha deciso di farsi quella famosa vacanza in Sardegna da 29mila euro. “Uno schiaffo alla povertà” adesso ammette il “reo confesso”, come lui stesso si definisce. E non è finita così, perchè quando è stata l’ora di pagare Fiorito ha scoperto di avere la carta di credito insufficiente per quella cifra e così è stato costretto a chiamare il capo segreteria alla Pisana per fargli bonificare il denaro che poi, giura, di aver restituito con tanto di documentazione alla mano. Addirittura dice di averne versati di più, alla faccia della crisi.

Insomma, secondo il povero Fiorito tutto procedeva per il meglio fino a quando lui stesso ha iniziato a sentire puzza di bruciato. Momento in cui dice di aver scritto agli organismi preposti per denunciare questi strani movimenti di denaro provenienti dal fondo del suo partito e dal quale i consiglieri  attingevano regolarmente. E non solo, le fatture  sulle quali stanno indagando i magistrati romani erano ingiustificabili. Insomma si tratta delle cosiddette spese pazze, cosa ben nota, di cui tutti i giornali hanno abbondantemente parlato. Come la festa dei “maiali” in costumi romani, organizzata dal consigliere regionale Pdl Carlo De Romanis costata ben 48mila euro e non con i soldi suoi. “Andate a controllare i bilanci di un’associazione che si chiama ‘Amici dei giovani del Ppe e vedrete come hanno speso i soldi”, ha affermato con convinzione l’ex tesoriere.
Anche su questo saranno i giudici a tirare le conclusioni sulle responsabilità dell’ex sindaco di Anagni, indagato per peculato.
Tuttavia qualcosa non quadra, perchè   quella famosa lettera inviata   al presidente del Consiglio regionale, ai colleghi e per conoscenza anche alla Polverini sembra non l’abbia letta nessuno. Neppure la diretta interessata, ovvero la Presidente della Regione Lazio, perchè forse – come dice Fiorito- la governatrice non apre tutte le lettere personalmente. Guarda caso, una missiva così importante sfuggita al controllo inviata proprio dallo stesso Fiorito il 18 luglio per denunciare il discutibile “sistema” delle folli spese ai danni dei contribuenti.

Fiorito, però, i suoi sfizi se l’era già presi, anche se lui ribatte e spesso si arrampica sugli specchi per difendersi dalle graffianti domandi di Luca Telese, che cerca di metterlo più volte all’angolo per strappargli una confessione.
La villa al Circeo, pagata 700mila euro, non è una villa, ma un appartamento di 70 metri quadrati, tra l’altro malridotto, nella, ahimè, lussuosa zona di Punta Rossa. L’appartamento di 150 metri quadrati, di proprietà dell’Ipab Sant’Alessio, l’associazione finita in passato al centro di affittopoli,  in Via Margutta se l’è aggiudicata ad una regolare battuta d’asta per 5.100 euro. Lui però non ci abita perchè ci sono ancora molti lavori da fare. E non è finita qui, perchè ci sarebbero anche due case a Tenerife, lui dice ereditate dal padre, come il bilocale a Roma in Via Catania.
La lista prosegue con un appartamento a pochi passi da piazza di Spagna, in via Gesù e Maria al civico 21, per il quale Fiorito sborsa circa 1.000 euro d’affitto al mese all’Accademia di San Luca, l’ente  proprietario dell’immobile. E poi chiaramente c’è la sua abitazione personale, ovvero dove risiede ufficialmente, in via Micheli 90 nel quartiere Parioli.
Poi c’è la barca, ma quella non è ancora sua perchè la finirà di pagare tra dieci anni, almeno così dice.
Insomma ne deve avere parecchi di soldi questo omone da 170 chili, che stando al suo racconto è vittima di una congiura politica, perchè lui sì che aveva capito come andavano le cose. Tanto, lui si difende, i soldi “erano  presi da tutti i gruppi”. E’ questa la  giustificazione più inflazionata.
Sul fronte istituzionale Fiorito non ha dubbi e rimarca il fatto che “la  Polverini ha fatto benissimo a non dimettersi”. Tanto l’ex tesoriere è così sicuro di uscire pulito  da questo vergognoso scandalo che – dice –  non perderà nemmeno un voto tra i suoi 27 mila elettori. D’altra parte “er batman” fa politica da quando portava i calzoni corti. Insomma dev’essere stata davvero un impresa davvero titanica fargliela sotto i baffi a Fiorito e pure alla Polverini. Il primo si è accorto troppo in ritardo, la seconda se non se ne accorgeva lui non l’avrebbe mai saputo. Occhio non vede cuore non duole. Peccato che i soldi buttati sono anche i nostri.

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