Monti, Riccardi, Montezemolo, Casini, sceneggiata di basso livello

ROMA – Vertice dei “centristi” convocato con grande urgenza. Riccardi, Monrtezemolo, Casini, Cesa si sono riuniti, forse si sono si sono soltanto sentiti telefonicamente, qualcuno dice via mail, per  esprimere una valutazione sull’agenda Monti, il documento che il premier dimissionario ha fatti circolare via Internet, po0posamente definito “ Cambiare l’Italia, riformare l’Europa”.

  A conclusione, pare che la “ riunjione “ sia durata solo alcuni minuti, il “quartetto” centrista  ha espresso poiana sintonia con l’agenda ed ha lasciato a Monti la decisione se presentare una sola lista unificata oppure diverse liste alleate. Si è trattato di una sceneggiata di basso livello. Quasi che gli italiani, gli elettori , siano tutti dei ,mentecatti cui si può raccontare che Cristo è morto di sonno. Spiace che fra i protagonisti dello spettacolo, non certo un bel vedere, ci sia anche il professore. Come è noto l’agenda non nasce improvvisamente. E’ il frutto di numerose  riunioni tenute perfino a Palazzo Chigi,trasformata provvisoriamente da sede istituzionale a sede di partito. Di che si è discusso in queste riunioni? Di come trovare il modo per consentire a Monti di non candidarsi perché è senatore a vita, ma di  presentare un memorandum , una agenda , un memorandum un programma sulla base del quale chi lo volesse lo avrebbe indicato come futuro candidato.

Approvano l’agenda che  tutti insieme avevano elaborato

 Insomma il gioco delle tre carte.  Il ministro Riccardi ha tenuto le fila e i “centristi” conoscevano perfettamente il testo del documento. Loro stessi avevano partecipato alla sua stesura. Se non è così, dicano di cosa hanno discusso negli incontri, nelle numerose riunioni tenute in questo periodo. Insomma i preliminari non sono proprio qualcosa che abbia a che vedere con la “nuova politica” di cui i “ centristi” parlano. La  “ società civile” che lo stesso Monti dice di rappresentare, Montezemolo che ogni tre parole due sono riservate al “ civile”, è altra cosa. E’ quella, intanto, che ogni giorno a che fare con i problemi dell’economia reale, con il disagio sociale, con la povertà, con la cassa integrazione, con la disoccupazione, tutte cose di cui Monti nel corso della conferenza stampa durata circa due ore ha dimenticato di nominare. Certo ci sono cose condivisibili, altre discutibili, altre non digeribili per chi si definisce “progressista”. Non è un caso che Bersani abbia ricordato a Monti che il Pd ha messo a punto analisi, proposte, che riguardano i problemi da affrontare per uscire dalla crisi guardando alla crescita, l’uguaglianza, la solidarietà.

Il professore mette sotto tiro  La Cgil, Fassina e Vendola

Così come Stefano Fassina, preso di mira dal premier dimissionario, gli ha ricordato che le linee di politica economica del Pd e della coalizione di centrosinistra sono scritte nella carta di intenti, approvata da oltre tre milioni di persone che hanno oreso parte alle primarie. Certo Fassina  non fa parte di quelle correnti di pensiero economico che si esercitano sopratutto negli editoriali che scrivono sui giornali. E’ più vicino alla corrente di pensiero  cui oggi si richiamano autorevoli economisti americani, consiglieri di Obama. Monti dovrebbe prendere atto che  che le scelte del suo governo sono perlomeno discutibili, criticabili anche e che l’agenda non è la Bibbia. Così come non  può continuare ad attaccare Camusso e la Cgil     quasi fosse il diavolo travestito da donna. S tratta di “ società civile”, con circa seimilioni di iscritti che a breve presenterà il “ Piano del lavoro” richiamando una storica iniziativa di Giuseppe Di Vittorio.  E quando dichiara, con tono acido, che Vendola è un conseravtiore dovrebbe pesare bene pe parole prima di pronunciarle, magari informandosi sulla politica portata avanti della Regione Puglia Se, come ha detto  Monti, in conferenza stampa, correggendo se stesso, l’agenda non è un documento prendere o lasciare come aveva lasciato intendere, ma aperto al confronto, uno dei partecipanti non può che essere la Cgil.

Spetta ai centristi dire con chi intendono confrontarsi

E qui si arriva   al cuore del problema. Monti ha chiuso  le porte al Pdl, non è pensabile alcun confronto. Così come con Grillo, con la Lega. Pensiamo che anche con gli “arancioni” se nascerà la lista con a capo Ingoia, con Di Pietro incorporato,  ci saranno poche possibilista di rapporti. Andando per esclusione resta il Pd con la coalizione di centrosinistra, Vendola e i socialisti. Non è Bersani che deve rispondere a Monti. Lo ha già fatto quando, con la Carta di intenti, si afferma l’apertura  a forze europeisti, costituzionaliste. La risposta ora devono darla i centristi. Oppure pensano che conquisteranno la maggioranza assoluta? O che  la trasmigrazione di qualche parlamentare del Pd  sia la strada maestra della “ nuova” politica. Certo è legittimo che uno cambi opinione.
 Ma chi come il professor senatore Ichino, va a votare per le primarie, firma la carta di intenti che impegna al voto per il centrosinistra, poi ci ripensa e annuncia la sua disponibilità non solo a candidarsi con eventuale lista centrista ma ad essere il capolista non ci pare il segno della “ nuova politica” che guarda alla società civile. Ciò vale anche per altri due o tre uomini d’onore, firmatari della Carta di intenti che scoprono ora che era poco chiara. Da lista della “ società civile” a zatterone che accoglie i naufraghi il paso è breve.

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