Fiat. Se c’è qualcosa di osceno sono le parole di Marchionne

ROMA – Marchionne, ora,  cerca di imitare Bersani quando ne dice una delle sue per esempio “ oh ragassi, siam mica qui a vendere i calza scarpe ai mille piedi” .

L’ Ad del Lingotto  rivolto ai politici i quali “può darsi – non abbiano capito bene – di cosa stavamo parlando” chiarisce: “Io non faccio panini”. E’ vero. Per una volta il manager dal girocollo ha ragione. Non fa panini. E se li facesse non ci sarebbe nessuno che li comprerebbe, chissà che intruglio proverebbe a venderti. Non fa panini, fa cassa integrazione. Se ci fosse un premio per chi ne utilizza di più, una specie di  premio Oscar, lui se lo aggiudicherebbe. Basta leggere l’editoriale  dei Michele De Palma  coordinatore nazionale della Fiom Cgil. Certo dirà Marchionne è uno di Landini, la sua ossessione, se lo sogna anche la notte. Prima sognava anche Airaudo, ma ora visto che è candidato nella liste di Ingroia, il privilegio tocca al solo segretario generale.  Ora  che è diventato anche membro dell’esecutivo del sindacato mondiale dell’Industria, l’ad del lingotto ha addirittura il timore di doverselo trovare  a qualche tavolo Ci verrebbe da dire che Monti quando si è recato a Melfi ed ha additato il “Progetto di trattativa, magari a Detroit,  in Cina, in Brasile.  

Ancora una volta promesse già smentite dai fatti

Il manager italo-canadese con residenze varie, ha parlato  al “Quattroruote day” e ne ha dette di cotte e di crude. Ancora una volta promesse solo promesse, già smentite dai fatti ancor prima che le pronunciasse. Non ha mancato di prendersela con  certi politici. “Sono oscene le loro parole su Melfi”, afferma proprio mentre ancora volta prende impegni che sa bene non manterrà. Dice che “in 3-4 anni avremo un impiego pieno di tutti i nostri lavoratori”. E se per caso gli anni sono quattro i lavoratori che faranno? Ancora cassa integrazione, un Oscar bis. Forse, nella sua supponenza, non si rende neppure conto di ciò che dice, Offende i lavoratori, li tratta come  fossero pedine di una scacchiera che solo lui muove. Ha annunciato che Fiat presenterà 17 nuovi modelli e 7 aggiornamenti di prodotto al 2016. Dal 2014 si passa al 2016, tanto che conta, un numero tira l’altro. Non poteva mancare una punta di lirismo. Sta sempre bene in bocca a chi porta a casa, certo non un monolocale con angolo cottura, paccate di soldi, di azioni mentre non si staccano le cedole per gli azionisti.

 La frase strappacuore.”  Sempre un pezzo dell’Italia in ogni Fiat”

Arriva la frase strappacuore:”Vogliamo fare la nostra parte per l’Italia. Ci sarà sempre un pezzo d’Italia in ogni Fiat che va in giro per il mondo. Siamo pronti a confermare tutti i nostri impegni per il Paese”.  E poi : “Il sogno dell’avvocato Agnelli di riportare Fiat in America è diventato realtà. Il 60% dei volumi 2012 proviene dal mercato nord americano, finalmente ci siamo riusciti”. L’avvocato a sentire queste panzane si rivolterebbe nella tomba. Chiedere a Romiti. Poi continua a spararle grosse e si arriva a lui che non fa i panini ma “devo cambiare i macchinari, le installazioni e i robot, devo cambiare tutto. Può darsi che i politici non abbiano capito bene di cosa stavano parlando”.  Lo stabilimento americano di Toledo “è stato chiuso per un anno, è assolutamente normale. Uno che capisce un minimo sa benissimo che per passare da una vettura all’altra devo ristrutturare lo stabilimento, non ho scelta”.  Noi siamo fra coloro che non capiamo bene. Ma non ci risulta che  grandi stabilimenti in Germania, in Francia, tanto per fare qualche esempio chiudano per un anno, due, tre, quattro anni quando devono passare da  una vettura all’altra. Se  fosse vero quello che dice visto che ogni anno grandi fabbriche, da Peugeot a Volkswagen, Renault, tanto per citarne alcuna, immettono nel mercato nuovi modelli dovrebbero cambiare di continuo i macchinari. Non produrrebbero auto, sposterebbero macchinari, robot, istallazioni. Insomma si trasformerebbero in fabbriche di aggiustaggio.

All’ ad del Lingotto credono solo Monti, Bonanni e Angeletti

Monti ha sbagliato indirizzo quando si è recato a Melfi ad incensare l’opera di Marchionne  indicandola ad esempio per l’Italia. Ora sia lui che il ministro Passsera  sono quasi a, come fa quando non  vuole esporsi ha detto “Valuteremo con attenzione la richiesta”. Ci mancherebbe che la valutasse senza attenzione. Non è da bocconiano. Passera ancora una volta sostiene che “ prima di commentare aspettiamo  di vedere i progetti”. Frase ripetuta oper l’ennesima volta. I progetti non li ha ancora visti perché sono scritti sulla sabbia, ll vento li cancella. Ci credono solo i segretari general della Cisl, della Uil, Bonanni e Angeletti e dei metalmeccanici Cisl e Uil.

Alessandro Cardulli

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