Non ci siamo. E non ci stiamo. Aveva detto la ministra Emma Bonino che ci sono punti oscuri da chiarire nella vicenda che riguarda la deportazione di Alma Shabalayeva e di sua figlia, una bambina di sei anni. Parlando alle Commissioni congiunte dei Diritti umani ed Esteri del Senato non ha aggiunto niente di nuovo a quanto già non si sapesse. Anzi,<rispetto alle< notizie che ormai ogni giorno diffondono i media, italiani ed esteri, siamo sempre qualche passo indietro da parte del governo, della Pubblica sicurezza, della polizia. La sensazione è che ne sappiamo di più in Kazakhstan. Dal governo kazako infatti arrivano ogni giorno pillole avvelenate. Dal ministero degli esteri gli uomini del presidente Nazarbayev con un comunicato fanno sapere che a loro non interessavano la moglie e la figlia del “ criminale pericoloso” ma l’espulsione. non l’estradizione, precisano, è stata decisa dalle autorità italiane perché aveva violato le leggi sull’immigrazione italiane”. Ci sono state dichiarazioni del vicepremier kazako il quale afferma che non c’ è alcun problema a rimandare indietro Alma e sua figlia Emma Bonino che ancora non è riuscita a parlare con l’ambasciatore Andrian Yelemessov, molto ciarliero tanto che rilascia intervista a ruota libera, ha preferito guarda al passato, a difendere la sua onorabilità. Ha affermato che “ La mia personale credibilità è per me un grande patrimonio. Ho vissuto con amarezza in queste settimane. Sono stata tormentata e non ci ho dormito la notte”. Ha detto di non aver niente da aggiungere a quanto ha affermato il premier Enrico Letta.
La ministra. Mi sono mossa per assicurare il rispetto dei diritti
Poi ha risposto alle critiche che le sono state rivolte dai media circa suoi silenzi sulla vicenda, che hanno riferito anche di sua possibili dimissioni. “ Ripenso a qualche critica circa un mio asserito silenzio sulla questione, la realtà invece è che sin dal primo momento ho promosso e sollecitato il massimo chiarimento su un caso così rilevante. Ribadisce che questa vicenda è stata “una lezione importante per le istituzioni” e che il ministero degli esteri “ per legge non è competente in materia di espulsioni dal territorio italiano” A partire dal 3 giugno rende noto di essersi mossa per assicurare il rispetto dei diritti della signora, che è stata contattata dai nostri diplomatici, sta bene, può collegarsi anche via internet. Non abbiamo dubbi su quanto affermato da Emma Bonino, ma amici di Alma, in particolare un medico, Bakhyt Tumenova , famosa in Kazakhstan per le sue battaglie civili, in una conversazione con il corrispondente di repubblica da Mosca, Nicola Lombardozzi, racconta altre cose. Dice che Alma ha paura, è pedinata, tiene sempre stretta per mano la bambina. “ Temo per la mia vita e per quella di mia figlia”. Dice l’amica che “nessuno l’ha mai minacciata, ma ogni parola sembra nascondere un’ allusione, un pericolo”.
Serve una iniziativa ufficiale del governo italiano
Sarebbe utile che una delegazione del Parlamento italiano si recasse a Kargaly, un sobborgo alla periferia di Almaty dove vive nella casa con i genitori, il padre , 75 anni affetto dal morbo di Parkinson. In un video comparso su Youtube si vede Alma che prova a far camminare il padre. Chi l’ha messo su Youtube, se non un poliziotto che la tiene sotto controllo e vuol far sapere che è costantemente vigilata? Agli interventi “ continui e incessanti” di cui ha parlato Bonino sarebbe utile aggiunger anche una iniziativa ufficiale del governo per far tornare in Italia Alma e la figlia. Del resto lo stesso vicepremier dice che il governo di Astana è disponibile “ ad offrire la sua “imprescindibile collaborazione sul terreno dei diritti e della libertà di movimento”, ricorda la ministra. In modo arrogante Orynbayev ha fatto presente che sulla eventuale espulsione dell’ambasciatore “ attendiamo una decisione ufficiale, se mai dovesse esserci e quindi reagiremo. “ Bonino ha definito il diplomatico che ha “ diretto” la polizia italiana, occupando anche le stanze del Viminale, “non più utile ai kazaki, perché dopo la vicenda Ablyazov non lo riceverebbe più nessuno”.
Il vicepremier kazako usa il bastone e la carota
Risponde il vicepremier: “ E’ solo un punto di vista” Mostra il bastone, poi porge la carota. “Il Kazakhstan non ha alcun problema a rimandare indietro Alma Shalabayeva e sua figlia. Ma l’Italia deve fornire garanzie”. Garanzie di che tipo? Di poter interrogare la donna in futuro. E qui si passa al problema passaporto. Si è parlato di un processo contro la donna per passaporto falso che si dovrebbe celebrare in Kazakhstan. Il vicepremier a proposito del passaporto dice che quello esibito alle autorità italiane ed emesso dalla Repubblica Centroafricana risulta “ falsificato”. E’ diverso da quello rilasciato alle autorità kazache. La verifica sarebbe stata fatta dall’Interpol. Quindi se la donna torna in Italia rischia quattro anni di carcere, il vicepremier dà la dritta ai colleghi italiani. . Il processo dovrebbe essere celebrato in Italia. E poi anche in Kazakhstan? Un doppio passaporto falso, un doppio processo ? Ma la Repubblica Centroafricana smentisce,il passaporto è vero. Sempre fonte Interpol fanno presente che non risulta che Ablyazov goda dello stato di rifugiato politico. Scotland Yard invece ne ha la certezza. Ma quante ne sa questo Interpol a caccia degli amici del dissidente Ablyazov.