Al Senato, in piazza con il pregiudicato, il volto peggiore dell’Italia

ROMA – Un senso di grande disagio. E’ questo che abbiamo provato seguendo il dibattito al Senato sulla decadenza di Berlusconi, poi infilandoci fra  coloro che manifestavano per il loro idolo che stava scendendo dal piedistallo, dando un ‘occhiata a chi brindava, testimonial del  popolo viola, per la fine del ventennio.

Mascia, il loro leader, spiegava “ siamo in pochi perché siamo gente che lavora”, riferendosi a chi era stato. Ci siamo meravigliati di noi stessi. Non abbiamo gioito anche se   avevamo tutte le ragioni per farlo. Non sappiamo se davvero si tratti di una “ giornata storica” come hanno scritto anche  quotidiani on line di altri paesi europei. Comunque sia,  si entra in nuova fase della vita politica italiana. Il pregiudicato ha annunciato al “suo  popolo” che continuerà a fare politica, che Forza Italia vincerà le prossime elezioni, che sarà lui, anche fuori dal parlamento, a guidare le truppe nella lotta per la democrazia e la libertà che sarebbero state  colpite a morte dalla sua fuoriuscita forzata da Palazzo Madama e con la impossibilità di candidarsi a breve.  Il pregiudicato era diventato un  “ tappo”, non facciamo  questioni d statura, ce ne sono anche più piccoli di lui, nel senso che il padrino  aveva bloccato, paralizzato la dialettica politica per tanti anni. 

 

 

Teneva sotto tiro il governo per salvare se stesso

 

Ora teneva sotto tiro, un vergognoso ricatto, il governo  di Enrico Letta e lo stesso vicepremier  Angelino Alfano. O come dico io o il governo va a casa, era il ritornello  di ogni intervento del pregiudicato. Ricatto ignobile, condito negli ultimi giorni, dalla richiesta a capo dello Stato di dargli la grazia, lui unto dal signore. Avevamo tanti motivi per gioire non solo perché decadeva da senatore ma, soprattutto, perché, finalmente, vista la condanna da sentenza definitiva si applicava la legge come avviene per tutti i cittadini, una affermazione dello stato di diritto. Una rivincita rispetto alle legge ad personam votate dai  “ suoi parlamentari”. Non possiamo dimenticare che  persone elette, o meglio nominate, per rappresentare i cittadini italiani avevano fatto finta di  credere che Ruby era la nipote di Mubarak obbedendo agli ordini del capo. 

 

 

Un paese degradato,  parte della società perde il senso della storia

 

Non abbiamo gioito perché gli avvenimenti di questa giornata hanno mostrato il volto peggiore dell’Italia, un paese degradato, una società , nata dalla lotta antifascista, dalla resistenza, che in una sua parte mostra di aver perduto il senso della storia, straccia la democrazia, viola tutte le regole di una civile convivenza. Abbiamo dato  all’Europa e al mondo che hanno seguito gli eventi una immagine non veritiera del nostro Paese che, per fortuna, non è quello  che ci hanno inviato il dibattito al Senato, la manifestazione dei berlusconiani, il comizio del pregiudicato. Ma dobbiamo domandarci perché una parte di questa Italia , con in testa senatori e deputati, sia caduta così basso. Per ore e ore a palazzo Madama si sono esibiti azzeccagarbugli,  si sono ascoltati interventi privi di senso, tentativi di forzare la situazione, di prendere tempo, facendo apparire il pregiudicato come una vittima di chi sa quale machiavellico disegno.  

 

 

 Spettacolo osceno delle  “amazzoni “senatrici vestite a lutto

 

 

Abbiamo visto vestite a lutto alcune “amazzoni” che dovrebbero rappresentare i cittadini italiani. Comprendiamo il loro lutto: se non ci fosse stato il pregiudicato non avrebbero mai entrate in un aula del Parlamento, ricoprire anche incarichi di governo. E poi Bondi, una vergogna. Ha preso di petto i senatori a vita perché non avrebbero diritto di votare in quanto frequentano poco Palazzo Madama. Bondi , il terribile, dimentica che Berlusconi è il leader degli assenteisti e che ora, non avendo quasi mai frequentato il Parlamento si porta a casa circa 180milioni di buona uscita, ironia delle parole. Non si contano le offese nei confronti del  Presidente della Repubblica, definito di volta in volta come un giuda, uno novello Stalin, preso di mira dai giornali del pregiudicato con parole che possono configurare un grave reato, il vilipendio .Dalle reti televisive arrivano parole come quelle della Biancofiore che definisce  “ capo dei ruffiani”, “traditore”  il vicepremier Angelino Alfano, per non dire delle volgarità della Mussolini cui non merita nemmeno l’onore di una citazione.

 

 

Governo e forze che lo sostengono “liberi” di cambiar marcia

 

 Superata la boa, evitato lo scoglio,  la legge di stabilità approvata al Senato, la decadenza di Berlusconi, se davvero si tratta di una data storica, il governo e le forze politiche che lo sostengono devono dare segnali che si cambia marcia, che i problemi del Paese, dalla legge elettorale alle modifiche che devono essere apportate dalla  Camera alla legge di stabilità, che le parole lavoro, salari, pensioni, sostegno alla imprese, tornano in primo piano nell’agenda  dei prossimi giorni, dei prossimi mesi. Guardando al semestre che vedrà il premier alla guida dell’Europa  abbiamo la possibilità di puntare ad una diversa politica dell’Unione europea, crescita e sviluppo in primo piano. Resta ancora un avvenimento nel calendario: il congresso del Pd che deve assumersi una grande responsabilità dando prova di essere insieme un partito di governo e di guida di una coalizione delle forse progressiste, democratiche, socialiste, un partito di sinistra come dice Gianni Cuperlo. Scorciatoie non ce ne sono.

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