Alitalia. Lupi, promette assunzioni. L’Italia, Paese senza ‘palle’

ROMA – In un’intervista rilasciata a Repubblica il ministro Maurizio Lupi afferma candidamente che “non si sta lavorando per comprimere i dipendenti ma, al contrario, per poter assumere molte altre persone tra la nuova Alitalia, Etihad e l’indotto. La riprova ce l`abbiamo sotto gli occhi”. 

“Il problema – osserva Lupi – non era cacciare via la gente per risparmiare, ma proporre un progetto industriale di ampio respiro nel quale una grande azienda internazionale vuole investire in maniera importante. Questo progetto è ambizioso e ci convince pienamente”.  Peccato che, come al solito, Lupi dimentichi sempre quel famoso 2008. Andrebbe ricordato al ministro che ci sono ancora migliaia di persone alle quali nell’ottobre del 2015 scadrà la mobilità e resteranno senza ammortizzatori e senza l’ombra delle promesse che, proprio il suo governo, aveva siglato a Palazzo Chigi. Anche queste lavoratrici e lavoratori erano dipendenti della compagnia di bandiera fino al 2008 e molti hanno un’età tra i 40 e i 55 anni. Incredibile che un ministro non spenda una parola su questi ex dipendenti e parli di progetti idilliaci. O faccia finta. Anche perché è palese che Etihad vorrà un po’ alla volta far spazio a nuove assunzioni di persone giovani con contratti che permettano un ricambio continuo del personale. 

Ma non è tutto. “Il tema sul tavolo – aggiunge il ministro – era se mandare a casa 3mila o 5mila persone. Oppure anche tutte le 13mila unità presenti in azienda più l`indotto. Sarebbe stato un dramma. Oggi per fortuna la nuova compagnia mette sul piatto 1,2 miliardi di euro tra capitale e investimenti, non sono pochi”. E sull’ipotesi di crescita del mercato del trasporto aereo con l`arrivo di Etihad in Italia, il ministro Lupi ha osservato che “secondo una ricerca che ci è stata comunicata da Enac, nella sola area di Fiumicino, potrebbero esserci da qui al 2015 fino a 1.500 nuove assunzioni di personale, non solo in Alitalia, ma anche in altri vettori e nell`indotto”. Nuove assunzioni, per gli altri non resta che piangere.

La riflessione su quanto affermato dal ministro, tuttavia, riguarda l’atteggiamento subordinato del governo nei confronti degli investitori stranieri che continuano a fare la voce del padrone, che dettano le regole e che impongono perfino i licenziamenti sotto il ricatto del denaro. Il ministro come fa ad essere così sicuro di un futuro già di per sè incerto? Anche nel 2008 sembravano così convinti del rilancio tutto italiano dei capitani coraggiosi. Eppure, le cose non sono andate così bene. Allora non sarebbe il caso di essere un pochino più cauti, anche sullo sviluppo del Trasporto aereo che, al contrario di quanto affermato, non è tutto rose e fiori.

L’Italia con i suoi rappresentanti, così facendo, perde ulteriormente la sua autorevolezza, la capacità di confrontarsi alla pari, avendo consapevolezza delle sue risorse interne e le eccellenze che un tempo hanno contraddistinto la compagnia di bandiera.  Il fatto è che in tutte le scelte sbagliate fatte nessuno ha mai chiesto scusa, ma nonostante tutto le chiacchiere dei buoni intenti continuano a sprecarsi.  

 

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