Scuola. Se i posti sono vacanti, vanno coperti. Inaccettabile il ricatto del governo

ROMA – Le immissioni in ruolo sui posti vacanti e il potenziamento dell’organico di docenti e Ata sono necessità vitali per il funzionamento delle scuole. Per questo sono urgenti. 

L’ennesima minaccia del Presidente del Consiglio Renzi di non procedere alle stabilizzazioni se il disegno di legge sulla brutta scuola non viene approvato è una ripicca non solo contro i lavoratori, ma anche contro le famiglie e gli studenti. Abbiamo dimostrato che i posti realmente disponibili sono, solo per i docenti, 134.000 a prescindere dall’organico potenziato. Nessun regalo dal Governo, quindi, ma il riconoscimento a chi per anni, da precario, ha consentito il regolare svolgimento delle lezioni. 

Per queste ragioni continuiamo a chiedere lo stralcio delle assunzioni e tempi più distesi per cambiare radicalmente il pessimo disegno di legge che cancella diritti, libertà e democrazia. Fino a ora non vi è stato alcun cambiamento reale del provvedimento che trasforma le istituzioni scolastiche in aziende, accentua le disuguaglianze sociali, nega il diritto allo studio e cancella contratti e contrattazione. Non garantisce nemmeno un piano di stabilizzazioni per tutti i precari docenti e Ata, anzi molti precari rischiano di perdere le supplenze per le norme assurde contenute nel disegno di legge. Non solo, la legge di stabilità 2015 taglia 2020 unità organiche Ata. Le deleghe consentono al Governo di procedere in maniera unilaterale su aspetti fondamentali per il futuro della scuola pubblica. Il sistema di istruzione ha bisogno di maggiori risorse, di valorizzazione delle competenze e delle conoscenze e di tanta partecipazione per favorire veri miglioramenti nella qualità dell’offerta formativa. Non cederemo ai ricatti e un provvedimento imposto non avrà facile applicazione. 

Da domani si ritorna nelle piazze perché la scuola pubblica è organo costituzionale e non una proprietà privata del Governo e di alcune lobby. 

Manifestazioni unitarie per la difesa della scuola pubblica sono previste nei giorni 23, 24 e 25 giugno. 

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