Berlusconi croupier, autore di canzonette e villeggiante. L’Italia si merita un premier così

 

Le cronache dicono che sia stato Gianni Letta a telefonargli ieri mattina e a invitarlo a rientrare a Roma interrompendo il suo week-end trascorso nella principesca magione arcoriana. Lui ha compreso ed ha preso l’aereo. L’Italia sta sull’orlo del baratro; pochi punti di spread in più e ci ritroveremo come la Grecia e l’Irlanda, cioè tecnicamente in default. Ma il nostro premier è chiuso nella sua casa lombarda.

Ad ottobre doveva uscire un disco di sue canzoni. I suoi testi («Ascoltale queste canzoni sono per te/sentile quando hai sete di carezze/cantale quando hai fame di tenerezze/ prendile queste note, rubale al nostro amore/tienile dentro il cuore/portale via con te/ spogliati che c’è il mare/tutto da respirare…») sono stati musicati dal fido Apicella, era tutto pronto per l’uscita del disco, con la presentazione in una festa in discoteca quando il Cavaliere ha deciso di sospendere tutto: troppo eclatante sarebbe stato l’evento nel momento di massima crisi economica per l’Italia.

Oggi qualcuno gli ha suggerito di prendere le stesse decisioni di Giuliano Amato nel 1992, quando il Paese attraversò una pesantissima crisi valutaria che lo costrinse ad uscire dal serpente monetario (lo Sme, il primo nucleo di una moneta unica), e cioè una patrimoniale e un prelievo forzoso sui conti correnti bancari. Il premier ha detto: “Mi dicono che potrei fare così”. Mi dicono. Lui non ne sa niente, lui non conosce nulla della storia sociale, economica e politica del Paese che inopinatamente amministra. Si è occupato per trent’anni di sciocchezze televisive e di belle ragazze, che volete che ne sappia della crisi economica degli anni Novanta?

Ha i Ferrara che gli scrivono i discorsi, i Letta che gli apprestano il terreno diplomatico, i Buonaiuti che lo limitano nelle frivolezze lessicali, i Fede-Minzolini che gli addomesticano l’informazione, uno stuolo ricchissimo di deputatesse che gli organizzano le feste di compleanno più un maggiordomo a cui imputare il traffico di schede telefoniche dal Sud America. Lui c’è e non c’è ed oramai l’Europa nemmeno se ne accorge più. Ha riassunto bene Angela Merkel: “A noi sta bene se l’Italia fa quello che dice Napolitano”.

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