Monti cinguetta, ma non canta. Inciucio in vista tra Lega e Pdl

ROMA – Il clima pre elettorale si surriscalda, mentre i candidati premier si attrezzano per raggiungere su vasta scala ogni potenziale elettore. Nessuno escluso. 

Anche Monti, sull’onda del modello statunitense, tenta di adattarsi al cosiddetto web 2.0, nonostante la completa copertura della banda larga sia ancora un sogno irrealizzato in Italia. Ma probabilmente  il professore non lo sa e dall’Hotel Plaza passa al cinguettio di Twitter, perchè almeno in campagna elettorale si diventa tutti esperti di internet.
Sedici risposte su oltre 2mila domande è il risultato risicato di chi ha deciso di sfruttare questo strumento. Un risultato davvero risicato, si potrebbe dire, tanto da far pensare che il professore abbia accuratamente evitato le risposte “scomode”. Insomma un dialogo reale sì, ma solo con chi vuole lui.
Non mancano neppure gli smile sui post di Monti e neppure l’esultanza dei “wow” per aver raggiunto i 100 mila followers. Cose da addolescenti.

Il premier dice di aver scelto Twitter per esporre le linee principali del suo programma. Promette che se tornerà a Palazzo Chigi una delle priorità assolute sarà quella di cambiare la legge elettorale e renderla degna di un Paese come l’Italia, intende valorizzare il ruolo delle donne e precisa che dialogherà con tutti, ma nessun sostegno a governi non riformisti.  
Intanto continua il confronto sulla composizione delle probabili liste elettorali. La scorsa notte Monti, Fini e Casini si sono incontrati in un vertice notturno. Com’è noto ci sarà una lista per Palazzo Madama e tre alla Camera, ma solo nella lista unica ci sarà spazio per un massimo di due tra deputati e senatori provenienti da ogni formazione politica. Un’ipotesi che probabilmente non piacerà a Fini e Casini. Monti ha tuttavia avvertito che  uomini  e donne candidati saranno scelti con il massimo rigore.

Nel frattempo Berlusconi torna all’attacco di Monti e passa dall’appellativo “leaderino” a “comparsa”. E’ quanto  dice dai microfoni di teleradiostereo durante  il suo martellamento mediatico. Inutile, ha detto Berlusconi, votare il “trio sciagura”, ovvero Monti, Fini e Casini, “sono stati la zavorra del centrodestra al governo del Paese. La verità è che non mi hanno permesso di governare”. E poi in caso di un ipotetica colalizione il professore, dice Berlusconi,  non ci sarà. “La sua immagine è precipitata”.
E non è finita. Il Cavaliere è un fiume in piena e attacca anche Bersani: “Non voglio che il Paese vada in mano a una sinistra che è la stessa di sempre, con gli stessi vizi e il medesimo modo di pensare. C’è un punto assolutamente da non sottovalutare che è rivelatore: questa sinistra continua a guardare con sospetto chi produce ricchezza. Questo è il suo tratto distintivo. E medita sempre di assestare punizioni a chi non ne fa parte. Un’invidia sociale da combattere per chi, come me e la maggioranza degli italiani, pensa che solo la libera iniziativa possa generare benessere per tutti”. E infine: “Bersani è un grigio burocrate comunista. Cos’altro se no?”

Dopo aver minacciato la Lega di far cadere le giunte del Nord se non ci sarà alleanza, il Cavaliere oggi s’incontra nuovamente con il Carroccio. Berlusconi, dal canto  si dice ottimista, ma da parte di Maroni non ci sono ancora certezze assolute su probabili matrimoni. L’ex ministro ha detto che lascerà la porta aperta a chi è nemico di Monti, ma ha fatto capire chiaramente che vi sono delle condizioni, ovvero che sia lui il prossimo presidente a capo del governo lombardo. Insomma ogni inciucio ha un prezzo.

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