Governo. Alla Cig un miliardo di euro. Sospeso l’Imu con decreto. IL VIDEO

Tagliati gli stipnedi a ministri e sottosegretari

 

ROMA – Un altro miliardo per finanziare la cassa integrazione nel 2013 e sospensione dell’Imu sulla prima casa fino al 16 settembre in attesa di una rifoma permanente che dovrebbe arrivare  entro il prossimo agosto. E’ questo in sintesi quanto annunciato dal presidente del consiglio, Enrico Letta, al termine della riunione del Cdm.

“Il decreto – aggiunge il premier –  fa ripartire la logica dei contratti di solidarietà. Sono strumenti importanti per venire incontro ai lavoratori”.  Insomma Letta si dice ottimista e fiducioso che “l’Unione Europea coglierà gli sforzi che l’Italia sta facendo per rimanere virtuosa”. Letta, in una conferenza stampa, ha indicato anche i prossimi traguardi: “il decreto  ci dà 100 giorni di tempo per articolare la riforma dell’Imu. C’è bisogno di fiducia e di far calare la pressione fiscale”,osserva il presidente del Consiglio. Parla della cancellazione degli stipendi dei componenti del governo che sono anche parlamentari: “E’ un intervento strutturale”. Il decreto sull’Imu sospende con decreto il pagamento della rata di giugno  fino al 16 settembre sulla prima casa, sugli alloggi popolari e per i terreni agricoli e i fabbricati rurali. Ma se entro il prossimo settembre non sarà trovata una riforma sostituiva gli italiani potrebbero tornare a pagare l’Imu.

Sulla Cassa Integrazione in deroga Letta ha assicurato il rifinanziamento della Cig “per un miliardo tondo” e non di 496 milioni, cifra che precedentemente era stata ventilata. Le coperture, ha aggiunto Letta, “hanno a che fare in un caso con la copertura presa dalla voce di bilancio in parte dai fondi produttività che non venivano utilizzati e con un impegno scritto a rimettere le risorse”.
E proprio sulla produttività – precisa il miistro del Lavoro Enrico Giovannini la produttività in bilancio c’erano 500 milioni da erogare nel 2014 in base agli accordi tra le parti nel 2013: il governo ha deciso di prendere una parte che però sarà reintegrata. E’ una copertura di cassa temporanea e non ha nessun effetto sul numero di accordi”.

Ma non è tutto. 600 milioni di euro è il risparmio  sul taglio dello stipendio di ministri e sottosegretari inserito anch’esso nel decreto legge su Imu e Cig. La misura prevede che deputati e senatori chiamati a far parte del governo non possano cumulare il relativo compenso con l’indennità parlamentare, oppure con il trattamento stipendiale per il quale hanno optato in quanto dipendenti pubblici. Il risparmio servitrà a finanziare la spesa per interessi derivante dalle anticipazioni ai Comuni, in seguito alla sospensione della rata Imu.

Le critiche del M5S

Tuttavia Letta fa sapere con una certa cautela che questo non sarà il decreto dei miracoli. Certo la sospensione segnala ancora il contrasto tra Pd e Pdl, visto che Berlusconi si è detto propenso alla sua totale abolizione.

Parole alle quali replicano i deputati del movimento 5 Stelle: “Non pensavamo certo che si sarebbe trasformato nel decreto degli struzzi”. I “Su questioni di importanza vitale per famiglie, lavoratori e imprese – fa notare il gruppo M5S a Montecitorio – il governo fa come i grandi uccelli che non volano: infila la testa sotto la sabbia e rinvia la soluzione a data da destinarsi. C’è la momentanea boccata d’ossigeno per l’alloggio principale, ma è saltata la sospensione Imu per le imprese. Il governo chiede i soldi pure alle Pmi e poi promette una deducibilità della tassa immobiliare su Ires e Irpef che darà, forse, un beneficio soltanto l’anno prossimo. Artigiani e aziende, dunque, si preparino ad andare incontro alla mazzata di giugno, con rincari rispetto all’Imu 2012 che potrebbero
anche superare il 50%», osservano i deputati grillini.
«Inoltre – prosegue la nota dei deputati M5S – restano fuori dal decreto gli immobili affittati a canone concordato. Il governo non ha ritenuto necessario
ripristinare alcun beneficio fiscale per questa tipologia di locazione che contribuisce ad alleviare l’emergenza casa soprattutto nelle grandi città. E »se un esecutivo già oggi litigioso su tutto non dovesse trovare la quadra della riforma complessiva della tassazione sulla casa entro il 31 agosto, i contribuenti dovranno comunque versare il 16 settembre quello che non hanno pagato a giugno. E così al danno si aggiungerebbe la beffa. Ancora peggio la parte del provvedimento che riguarda la Cassa integrazione in deroga. Il miliardo trovato per rifinanziarla basta a stento per tamponare il problema. E il governo ha pensato bene di togliere i soldi dal Fondo sociale per l’occupazione e la formazione e dal Fondo per la decontribuzione del salario di secondo livello«, dicono ancora.  »Mentre noi ragioniamo di riduzioni Irap, Iva per cassa e cuneo fiscale – conclude la nota – il governo decide di non risparmiare una nuova stangata alle piccole e medie imprese.

Più positive le reazioni sulla Cig

“É un primo importante passo in avanti, ma va aperta in tempi brevi una vera trattativa che dia risposte strutturali al problema della precarietà nel lavoro pubblico. Il rischio è di ritrovarsi in autunno di fronte alla stessa emergenza”, commentano di Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Benedetto Attili – segretari generali di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa – che in una nota congiunta accolgono con favore il contenuto del provvedimento approvato dal Consiglio dei Ministri.

“Quanto all’apertura al confronto da parte del Ministro della Funzione Pubblica Giampiero D’Alia – aggiungono i quattro sindacalisti – evidenziamo come alle dichiarazioni stampa debba seguire la convocazione di un incontro urgente: un nuovo blocco dei contratti pubblici sarebbe inaccettabile”.

“Occorre subito un segnale in direzione opposta. Cioè quella tracciata dall’intesa sottoscritta unitariamente nel maggio del 2012 con il precedente Governo. In quell’intesa si individuano soluzioni a molti dei problemi rimasti irrisolti, dalla riorganizzazione dei servizi, al lavoro precario, fino al tema, per noi centrale, della contrattazione nazionale e integrativa. Riaprire la discussione su quelle basi – conclude la nota – permetterebbe risposte meno brutali, orientate alla modernizzazione della pubblica amministrazione, ma soprattutto meno punitive per le lavoratrici e i lavoratori delle pubbliche amministrazioni”

 

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