Quote rosa alle Europee: raggiunto un compromesso tra malcontenti e scetticismi

ROMA – L’inserimento delle quote rosa alle Europee ha già creato non pochi scompigli all’interno del Senato. La maggioranza si è divisa a metà, ed ha visto schierarsi da una parte il favorevole Pd, e dall’altra l’Ncd di Alfano, contrario a cambiare le regole del “gioco” a soli 80 giorni dalle urne. L’inserimento delle quote rosa, infatti, implicherebbe lo stravolgimento dei piani di molti Partiti che hanno già raccolto le firme per le candidature e fatto le liste. 

La senatrice del Pd Doris Lo Moro, relatrice in aula sulla parità di genere alle elezioni europee, fa sapere che al Senato è stato trovato un accordo per l’introduzione delle quote rosa alle Europee. È stata infatti formulata una norma transitoria per la consultazione prevista per il 25 Maggio 2014, che prevede l’annullamento della terza preferenza se non si rispetta l’alternanza. A partire dal 2019 è prevista la presenza paritaria nelle liste e l’alternanza obbligatoria nel ruolo di capolista.

Intanto, al Senato, si diffonde il malcontento per la sospensione dei lavori dell’aula, in attesa che la commissione Bilancio esprima il suo parere rispetto ai subemendamenti all’emendamento della Lo Moro, presentati questa mattina all’Assemblea. «Quando si tratta di legiferare per i diritti delle donne c’è sempre motivo per rinviare, per dire che il problema è un altro. Oggi però è il momento della sintesi e io non mi sottraggo ai miei doveri di relatore». Queste le parole della relatrice. 

L’esponente del Pd sottolinea, inoltre, che la norma transitoria approvata per le Europee, prevede preferenze dello stesso genere per le prime due preferenze, ma non per la terza, mentre dal 2019 dovrà necessariamente esserci una presenza paritaria nelle liste, l’alternanza nel ruolo di capolista e la preferenza di genere con seconda e terza preferenza annullate in caso di mancata aderenza al principio previsto. 

L’iter parlamentare relativo all’inserimento delle quote rosa, si conclude oggi in termini condivisi da gran parte dell’aula, termini raggiunti grazie ad un confronto avvenuto tra i gruppi parlamentari e il governo, che ha consentito di giungere ad un compromesso. Quest’ultimo è sostenuto da una larga maggioranza della quale, come afferma la senatrice Lo Moro, non si può non tener conto, nonostante, lei in primis e molti altri al Senato, stentino a ritenersi del tutto soddisfatti degli esiti raggiunti. «Sapremo nel futuro se quella di oggi è una vittoria parziale o una sconfitta». Così conclude la senatrice. 

Voci scettiche e fuori dal coro sono quelle provenienti dagli esponenti del M5S, i quali, riferendosi alla norma transitoria, parlano di “un accordo truffa ai danni delle donne”. Elena Fattori, portavoce al Senato del Movimento 5 Stelle, così si esprime: «Ritiro la firma dal disegno di legge per la parità di genere alle elezioni europee. Con le tre preferenze, in tutte le circoscrizioni si avrà un meccanismo che non tutelerà le candidate. Basta inganni».

 

                                                                                                                   Francesca Tartaro

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