Una settimana movimentata. Dal 7 al 12 maggio

ROMA – Lunedì i giornali aprivano con due grandi notizie: le elezioni presidenziali in Francia e lo scudetto alla Juventus, seguivano foto quasi identiche, gente in piazza festante con bandiere. Con colori differenti naturalmente. Quindi in lode a Queneau i socialisti francesi avrebbero potuto essere benissimo a Torino a festeggiare il neo presidente e gli juventini a Place de la Bastille per il loro scudetto. Oppure socialisti per la Juve e juventini per Hollande. Scene di straordinaria esultanza.

Elezioni amministrative in Italia. A ognuno il suo. Stavolta qualcuno che perde c’è e anche chi vince. Chi perde dice che vince l’antipolitica, chi vince dice che vince contro la politica (messa in atto dai partiti), ma i partiti non comprendono… Pare che anche i dinosauri prima di sparire non comprendessero… In tutti casi la parte più interessante è sempre nelle divagazioni semantiche e dilatazioni linguistiche dei cosiddetti politici e dei commentatori (giornalisti a vario livello o meglio coreografi dei politici) delle loro non necessarie argomentazioni. Infatti quasi sempre si preferisce consegnare ai cittadini lo spettacolo terminale di un signore che dice una frase qualsiasi, senza contesto, senza soggetto, senza predicato e che viene, nella maggioranza dei casi, addirittura commentata. De asini umbra disceptare.
Elezioni in Grecia. Qui la novità è in un revival; l’avanzata del partito (udite, udite) neo-nazista! (che dire, tragedia greca). A proposito la Germania ha dichiarato che se proprio la Grecia non ce la fa a risollevarsi dalla crisi nonostante gli aiuti, esca dall’Euro e torni da dove è venuta, in Grecia appunto.
Qualche nota su cenni di confusione: il neo presidente della Francia si chiama Olanda, la seconda tappa del giro d’Italia si è corsa in Danimarca, la scatola nera è arancione, la Juventus vince il suo 28° scudetto ma dice che si tratta del 30°. Andare a puttane si dice “burlesque”.

Gli imprenditori strangolati dai debiti si suicidano lasciando messaggi (e debiti agli eredi suppongo) e subito si aggiorna la contabilità corredata da una frase: è salito a 21, 22 o 23 il numero degli imprenditori che si sono tolti la vita a causa della crisi… Qualcuno tenta di individuare le responsabilità (o meglio vivendo in un paese cattolico, le colpe) e qualcun altro agita le code di paglia: è indegno addossarci le colpe di una situazione così particolare e grave, andate a vedere altrove. Alla fine si scoprirà che gli imprenditori che si ammazzano sono solo delle adolescenti deboli a livello psicologico che non sanno affrontare le difficoltà, delle mammolette che non reggono lo stress da fallimento (quindi ne parlerà lo psicologo dell’età, in questo caso, involutiva) e non delle vittime collaterali di un modello economico che è all’apice del proprio funzionamento (anzi batte in testa come si direbbe di un motore) e non può che dare risultati di questo genere.

A proposito -per la serie la grande Commedia dell’Arte- continuano in Italia i casi di accadimenti paranormali in cui il soggetto non sa bene cosa gli sia accaduto in passato, anche se nel presente continua a goderne i benefici. Dopo le storie del politico a cui avevano pagato a sua insaputa il mutuo, dell’altro che abitava in uno sfarzoso appartamento ma non sapeva chi pagava l’affitto, delle ristrutturazioni non chieste ma eseguite a forza da terzi che addirittura facevano questione di pagare le ditte a fine lavori, senza che l’interessato ne sapesse l’importo, delle vacanze ai Tropici che si pensava fossero un regalo, del conto di un partito usato come un bancomat personale pensando che si potesse fare perché se ne conosceva il codice di accesso, etc etc, siamo arrivati al figlio del politico che si compra con i soldi del partito una laurea in Albania senza mai esserci andato e soprattutto prima di finire il liceo (in realtà ha applicato i principi della formazione a distanza che aboliscono i concetti di spazio e tempo) che inoltre dichiara “Non ne so nulla deve esser stato un regalo di mio padre”.

A proposito, per significare che viviamo in un paese meraviglioso dove tutto è possibile, Federico Moccia dopo esser diventato scrittore, è diventato anche sindaco…
Continuiamo con un altro zappino: scompare un aereo indonesiano, anzi si schianta dopo un volo dimostrativo (bella dimostrazione verrebbe da dire) e cosa dice subito la signorina? “Non ci sono italiani a bordo” (degli altri non ce ne frega mai una sega) “Peccato che non ci siano anche italiani” sarebbe stato un commento carino e in linea con un pensiero equo e solidale.
Tornano gli Indignados, ma non trovano nessuno, era sabato.

Andiamo avanti: GRANDE SCOOP, la Guardia di Finanza scopre che una buona parte della grande evasione è fatta dai professionisti (avvocati, notai, architetti, medici) e non è una bella cosa (avrei detto che questa evasione è di migliore qualità poichè svolta in maniera professionale o professionistica). A proposito propongo che sia tolta, dallo spot governativo contro l’evasione, quello sui vari parassiti per intenderci, la faccia del parassita finale, l’evasore cattivo, la cui faccia trasandata ricorda un turpe scafista o uno scaltro parcheggiatore abusivo. Nell’agenzia pubblicitaria a cui è stato commissionato lo spot devono aver ben chiaro di cosa si tratta quando si parla di un odioso delinquente. Cambiate la faccia e metteteci un tizio sorridente in giacca e cravatta. Cambierà poco ma almeno saremo un po’ più vicini alla realtà.
Un paio di campionati di calcio di varie serie sono stati taroccati da calciatori corrotti. Prende sempre più corpo l’ipotesi che il calcio sia come il wrestling, molto movimento, molte urla, molti colori, ma alla fine tutto assolutamente finto, poiché quando si investe così tanto denaro, non c`è spazio all’improvvisazione… It’s a football baby! Dall’oppio dei popoli al panem et circenses quotidianum per popoli in anestesia generale o locale, a seconda dell’entità dell’intervento.

Belen, caduta dal motorino è in via di guarigione e Lapo si è vestito di azzurro per andare a una importante riunione. Telefonata di Schettino “Ti devo lasciare ho sentito un colpo, bum!”.
Gli ultrà del Pescara vogliono cacciare i rom dalla città poichè uno di loro ha ucciso uno di loro. Ku, Klux, Klub.
Finalmente molotov e assalti agli uffici di Equitalia. Finalmente un nemico visibile, non se ne poteva più di non riuscire a sapere chi fosse che ci stava fottendo. Almeno qui c’è addirittura un ufficio e un logo. Evviva le rivolte contro gli esattori. Evviva il nuovo Medio(New)Evo.
Frasi della settimana: Coniugare il rigore con la crescita, senza rigore non si cresce, è necessario pensare ai giovani e agli anziani di questo paese, è ora le riforme, senza solidarietà a non si va da nessuna parte.
Ultima notizia (solo casualmente scelta tra le tante) è la rivendicazione di un attentato a un dirigente Ansaldo fatta dagli Anarchici Informali. Informali? Cosa vuol dire che fanno gli assalti vestiti casual con le scarpe da tennis e prima di gambizzarti ti danno del “tu”? Possibile che in Italia non si riesca più a essere seri nemmeno nella lotta armata? A proposito la Cellula che ha eseguito l’attentato si chiama Olga…

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