Dal momento in cui si è diffusa la notizia della decisione, di fatto avvenuta, di insediare la discarica a Corcolle, con il benestare del presidente del Consiglio immediata è stata la protesta della popolazione, prese di posizione, interventi, si sono susseguiti.
In particolare Legambiente ha fatto il punto della situazione chiedendo al governo di fermare il commissario Pecoraro e di revocargli l’incarico.Il vicepresidente Stefano Ciafani afferma che “ Corcolle è un pericoloso vicolo cieco. I molteplici vincoli a cui è sottoposta quell’area, evidenziati correttamente dal ministro dei beni culturali Lorenzo Ornaghi, faranno inevitabilmente fioccare una miriade di ricorsi, che avranno come conseguenza il blocco dei lavori e dunque ulteriori ritardi e nessuna soluzione per i rifiuti di Roma che così rischiano seriamente di essere accumulati per strada o smaltiti in un sito d’emergenza da attrezzare in poche settimane”.
“Su questa decisione – prosegue Ciafani – il commissario Pecoraro va fermato e Monti dovrebbe revocare il commissariamento, strumento fallimentare per affrontare l’emergenza rifiuti come dimostra 18 anni di storia del centro sud Italia. La via da seguire per risolvere il problema rifiuti della Capitale, infatti, è già stata tracciata all’interno del Piano per Roma proposto dal Ministro dell’Ambiente Clini, nel quale, giustamente, s’inverte completamente l’impostazione puntando innanzitutto all’aumento del riciclaggio da raccolta differenziata per poi utilizzare la discarica solo per le quantità residuali dopo il trattamento negli impianti esistenti in città ma mai entrati in funzione a regime. In due anni –spiega il vicepresidente di Legambiente– si può arrivare al 65%, come dimostrato in altre grandi città italiane a partire da Salerno, con investimenti adeguati ma soprattutto rapidi.”
“Legambiente anche nei prossimi giorni continuerà a essere al fianco dei cittadini contro la scelta oscena di Corcolle e ci conforta sapere che sono con noi l’ormai ex presidente del Consiglio superiore dei Beni Culturali e gli stessi Ministri dell’Ambiente e della Cultura –sottolinea Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Ci sono tante cose, però, che non tornano in queste ore di febbrile discussione: se il Prefetto sta per chiudere l’atto della conferenza dei servizi come ha affermato, quali sono i pareri del Comune di Roma e della Regione Lazio, visto che solo la Provincia di Roma ha reso noto il suo contrario? Se è vero che gli studi tecnici dell’Università di Tor Vergata e dell’Arpa non danno alcun via libera alla discarica, su cosa si baseranno le decisioni del commissario? Che fine ha fatto il piano per Roma per la differenziata e perché Comune e AMA continuano a non far partire il porta a porta e a dire che gli obiettivi di legge sono troppo alti? Troppe importanti domande inevase, troppe iniziative mai discusse con comitati e associazioni, sulla scelta Corcolle si misura la possibilità di un cambiamento delle politiche per la gestione dei rifiuti nella Capitale, che è ora di innovare profondamente.”