A Roma la 44° edizione del congresso sulla medicina estetica

No alla medicina estetica ‘trasformativa’ La nuova tendenza è il ‘new natural’. Il medico estetico sempre più paladino dell’eleganza, contro le derive e gli eccessi spesso esibiti sui social

Attualmente è boom di richieste di trattamenti estetici non invasivi (o mini). Anche le influencer continuano a fare la loro parte da tutte le piattaforme social, promuovendo, come sirene digitali, una serie trattamenti (soprattutto le new entry tra nuove procedure e tecnologie) dei quali sono spesso dirette testimonial, dando luogo ad un effetto ‘copycat’ (imitazione) sconvolgente e spesso improbabile. 

I loro profili sono sempre più vere e proprie vetrine per tecniche e trattamenti anti-aging, sdoganati e accettati da tutti gli strati sociali e a tutte le età e considerati ormai parte integrante delle routine di bellezza. Al punto che ormai, girare per negozi, palestre o feste con i ‘segni’ di un trattamento estetico ancora freschi non è più qualcosa da nascondere, ma addirittura da esibire come ‘accessorio’ da trend-setter. Insomma, il problema down time (cioè l’intervallo di tempo necessario per poter tornare alla vita sociale senza ‘segni’, dopo un trattamento estetico) per i trattamenti estetici, sembra archiviato mentre esibire le ‘prove’ di una certa consuetudine con il medico estetico, ormai fa decisamente tendenza. 

 “La medicina estetica – ha dichiarato il professor Emanuele Bartoletti, Presidente della Società Italiana di Medicina Estetica SIME – sta andando sempre più verso una ‘medicina di trasformazione’. Ma questo è profondamente sbagliato. La medicina estetica non deve trasformare, ma correggere i difetti che via via si presentano, oltre eventualmente a quelli ‘costituzionali’. E dovrebbe limitarsi a questo appunto, a correggere i difetti. Non a trasformare un volto, non a portare un volto ad essere ‘un altro’. Purtroppo molte terapie, e spesso le vediamo pubblicizzate sui social, vengono effettuate con un intento ‘trasformativo’ e di questo siamo davvero molto preoccupati”. 

Tra l’altro si tratta di una tendenza tipicamente italiana, che non si riscontra a livello internazionale. Anzi. “Gli americani che sono stati i primi a ‘trasformare’ i visi delle pazienti – ha continuato il professor Bartoletti –  adesso stanno tornando indietro; la nuova tendenza è proprio la ricerca di un effetto più ‘naturale’. L’opposto di quanto sta succedendo da noi insomma. Ma questa tendenza alla ‘trasformazione’ deve essere bloccata, sia educando i medici, che i pazienti perché può portare a risultati grotteschi. Anche se un trattamento è ben eseguito, se non è armonico, non risulta naturali. 

Nel nostro campo, le esagerazioni vanno assolutamente evitate.  Spesso però notiamo che sui social vengono pubblicizzati risultati secondo noi del tutto inaccettabili soprattutto a livello delle labbra, su pazienti che non avrebbero alcun bisogno di aumentare il volume, ma eventualmente solo di distenderle e che finiscono invece per essere stravolte, alla ricerca di un cosiddetto effetto ‘sexy’”.

Decisamente ‘out’ anche i volti troppo ‘riempiti’ di filler, soprattutto a livello dello zigomo, nell’intento di ‘risollevare’ la cute. 

Questo sta portando molti a rivalutare il ‘lifting’ chirurgico tradizionale. “Con le nuove tecniche – ha sottolineato il professor Bartoletti – il lifting chirurgico dà risultati molto più naturali di questi visi che tendono ad essere riempiti in maniera esagerata nell’intento di ottenere un effetto lifting. Una sessione del nostro congresso è stata organizzata proprio per ribadire quali sono i limiti della medicina estetica che non devono essere superato e quando è giusto lasciare il passo all’intervento del chirurgo estetico”.

 Si è parlato anche  della responsabilità che il medico estetico ha  nell’educare, correggere le aspettative degli aspiranti pazienti e fare debunking rispetto alla maggior parte delle (fake) news che viaggiano sui social. E a questo proposito, si registra negli ultimi tempi una presenza sempre più importante di medici sulle piattaforme social che, oltre ad auto-promuoversi, contribuiscono a fornire info certificate sui vari trattamenti e sulle realistiche aspettative di successo degli stessi. 

È chiaro che un medico non può comunicare con il linguaggio delle influencer, ma può sfruttare i social media per informare ed educare ad una narrativa della medicina più ‘ortodossa’ e corretta. Monitorare e presidiare i social, secondo molti professionisti della medicina estetica è insomma non solo utile, ma necessario al limite del doveroso – per evitare che questi spazi siano occupati da personaggi che, pur non avendo alcuna competenza e titolo, si impongono come punti di riferimento per tanti.

Dunque il Medico Estetico si pone al crocevia di questi mondi in ausilio e in supporto alla ricerca della bellezza globale e al prendersi cura del paziente a 360° gradi; questa bellezza ha a che fare sicuramente con la prevenzione, ma anche con il mantenimento e la gestione dei processi di invecchiamento accompagnata alle eventuali piccole o talvolta non piccole correzioni che devono però sempre avere come obiettivo il raggiungimento dell’equilibrio delle forme e dei volumi oltre che della ricerca dell’eleganza, sempre in ampio perimetro di sicurezza per il paziente.

Restituire fiducia in sé stessi, nel proprio aspetto, nella propria femminilità significa ridare alla bellezza la sua verità ed è questa la principale missione della Medicina Estetica.

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