Storie vere di gatti veri. Minnie, la gatta del circolo del golf

Al circolo del golf dell’Olgiata, grande centro residenziale immerso nella campagna romana, l’etichetta non è forma: è sostanza. 

         Per esservi ammessi bisogna essere presentati da un socio anziano, pagare una salata tassa di iscrizione che corrisponde all’acquisto di una quota dell’intera proprietà, rispettare rigide norme di comportamento (quanto di più lontano dalla pur minima idea di “movida” del sabato sera), partecipare agli eventi che di volta in volta si svolgono nelle eleganti sale ricche di divani e con tanto di  camino scoppiettante nella stagione indicata e, se proprio non sapete farne a meno, uscire sui patinati prati verdi e perfino… giocare a golf! 

         Tutto questo vale per tutti meno che per uno dei “soci” del circolo: la gatta del presidente. Si chiama Minnie, ha un’età veneranda che nessuno sa più calcolare, ed è un’istituzione vivente, sarebbe più giusto dire dormiente, perché a qualunque ora del giorno la trovi appisolata su una poltrona, la sera poi passa al più comodo dei divani dove fa mattina ronfando. 

          La conoscono tutti, il personale del circolo, i soci, gli ospiti, gli invitati, e a tutti la gatta del golf si offre per ricevere con sussiego l’ennesima carezza. A dire il vero, un giorno è successo che il cane di un socio del club vista la gatta acciambellata in poltrona le si sia avvicinato curioso. 

          Non aveva cattive intenzioni, solo pura curiosità, ma Minnie non la prese bene: con un balzo opportunamente felino soffiando come una locomotiva a vapore sfoderò gli artigli e mise in fuga il tapino che evidentemente ignorava il detto non “svegliare il gatto che dorme”, non solo il cane.  E madama la gatta poté poi riprendere il sonno interrotto. 

          L’episodio non passò inosservato: da quel giorno una nota di servizio del presidente stabilì che ai cani era proibito l’ingresso nel club e che il divieto valeva per tutti i soci, nessuno escluso, anche quelli che vantavano un’anzianità di servizio meritevole di qualche privilegio. Una bella soddisfazione per la gatta Minnie, che tutti definiscono la gatta del presidente, ma non è esatto. 

         Anche perché di presidenti la gatta ne ha visti passare parecchi e lei è sempre lì, unico e solo animale ammesso al circolo. Quale presidente? – c’è da chiedersi – quello che per primo l’ha adottata consentendole l’ingresso nel circolo più esclusivo della città, o l’ultimo pro tempore quello che la gatta ha visto eleggere? 

         Anche quel giorno era presente alla cerimonia, faceva finta di dormire ma seguiva tutto con attenzione, e lo ha visto concludere il suo mandato, non senza polemiche fra le opposte fazioni in lizza. 

         Fatto sta che un giorno arrivò un giornalista e chiese di parlare con il presidente appena eletto. “E’ nel suo studio, di qua prego” lo guidò un valletto. Ma sulla poltrona dinanzi ad una imponente scrivania non c’era il presidente, non si era ancora insediato, c’era lei, Minnie che da quel giorno diventò appunto la “gatta del presidente”. 

       E’ anche nota come la “gatta del golf”, anche se nessuno l‘ha mai vista giocare a golf. 

      A dire il vero, una mattina che si era avventurata sul prato verdissimo forse inseguendo una lucertola, vide una pallina bianca correre sul green e cadere in una buchetta nell’erba. Pensando forse che si trattasse di un topolino corso a nascondersi, la gatta si affacciò alla buca, con la zampetta armeggiò all’interno alla ricerca della presunta preda, ma ben presto trovò la cosa perfettamente inutile e scelse di abbandonare il campo: decisamente il golf non faceva per lei, meglio la poltrona del presidente da dove nessuno, nemmeno l’autorevole titolare, si sogna di scacciarla. 

       Una vita privilegiata, non c’è che dire, ma non tutti se la meritano. 

       E‘ passato qualche anno e mentre il suo biografo era impegnato nella stesura della sua storia, Minnie una notte ha proseguito nel Paradiso dei Gatti il sonno che aveva cominciato, come al solito, sulla poltrona dell’ingresso del club del golf, davanti al camino.  La sua scomparsa fu un dolore per molti dei soci: “Ma come? Davvero è morta Minnie? Oh, quanto mi dispiace!” si ripetevano l’un l’altro la notizia. 

       Il cordoglio fu tale che subito nacque l’idea di una tomba per la gatta tanto amata. Un gruppo di golfisti fra i più affezionati si è dato da fare e oggi in un angolo discreto dell’aiuola dinanzi all’ingresso principale del circolo un minuscolo ma significativo monumento funebre ricorda Minnie: è un piccolo arco floreale di rose rampicanti che fa ombra ad una statuina di terracotta di un gatto seduto che si guarda intorno curioso, come la gatta Minnie ha fatto, proprio in quel punto, per tutti gli anni della sua lunga vita serena. 

         E a chi chiede “Chi è quel gatto di terracotta?” c’è sempre qualcuno dei golfisti che spiega: “E’ la tomba di Minnie. Se l’è meritata. Era tanto simpatica”. Era la gatta del presidente…

Da “12 storie vere di gatti veri” di Sandro Marucci edizioni La Quercia 2024

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