Convegno Internazionale sul Mediterraneo 2024: “strategie e soluzioni per un mare sostenibile”

Si è concluso il Convegno alla Camera dei Deputati svoltosi lo scorso 8 luglio. Ecco le considerazioni e conclusioni del dibattito sul tema delicato della sostenibilità ambientale

Il Mediterraneo rappresenta una realtà scientifica, economica e sociale, una comunità, vorrei dire, che per le problematiche che pone può quasi essere considerata un modello.

L’acqua, da un lato, è vita e aguzza l’ingegno, dall’altro può diventare uno strumento di rovina e distruzione. Oltre alle esecrabili ragioni razziali e di odio fra i popoli, le guerre in Medio Oriente, sulle alture del Golan e nella valle del Giordano, sono anche legate al controllo delle poche risorse idriche.

L’inquinamento, nelle sue forme più tradizionali, ma anche più recenti – plastica, residui farmaceutici e alimentari, scarti di ogni tipo – obbliga a considerare la bonifica delle coste, la prevenzione e la loro cura. I recenti dati scientifici dimostrano che, continuando a ritardare gli interventi, il rischio di oggi, sostanzialmente ambientale, potrebbe diventare – come già si intravede – anche sanitario a causa dei processi di inalazione e ingestione degli inquinanti più mobili e accumulabili.

Le differenze e diseguaglianze in termini di risorse disponibili e di economia fra la riva settentrionale e quella meridionale richiedono interventi di collaborazione partecipata capaci di affrontare le emergenze migratorie del nostro tempo. Oggi è solo la messa a disposizione, accanto alle risorse economiche, di risorse intellettuali, di conoscenza, di capitale umano, di beni immateriali che può diventare una strategia vincente per il Mare Nostrum.

Le strade che il Convegno ha indicato ai nostri politici sono tre:

  1. Sul piano scientifico: le tessere del puzzle ci sono tutte, si tratta di concretizzarne l’immagine complessiva con un approccio olistico e non deterministico; nessun indicatore da solo può indirizzare verso la strada giusta; la scienza ci ha dotato degli strumenti preventivi e riparativi necessari partendo dal principio ormai accettato del carattere complesso dell’ambiente, che ne preclude la trattazione come sistemi semplici.
  2. Sul piano politico: ben vengano iniziative come quelle del nostro Governo con il piano Mattei, ma non bastano: ci vuole una visione partecipata del problema con un tavolo di interlocuzione fra tutti i soggetti interessati ed una governance, diversa quindi dal governo tradizionale di processo, che li rappresenti.
  3. Sul piano sociale: il carattere di mare quasi chiuso conferisce al Mediterraneo il connotato di risorsa distribuibile e gestibile in tutti i suoi aspetti – energetico, ambientale, turistico, finanche alimentare: si tratta di attrezzarsi adeguatamente partendo dal concetto di comunità da cui siamo partiti con questo resoconto, facendo del nostro Mediterraneo un esemplare ed un modello di sostenibilità.

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