Due scuole di Roma, due classi, un progetto. Una lettera al Pianeta Terra o all’Umanità

E’ tutto iniziato da uno scambio epistolare tra due scuole di Roma, tra due classi terze della Secondaria di Primo Grado. Il progetto prevedeva uno scambio di lettere su diversi temi concordati con i docenti, che avrebbe poi portato ad un incontro reale alla fine dell’anno scolastico per conoscersi. Il tutto fatto con carta e penna, come una volta, con i docenti nel ruolo di “postini”. 

Poi il lockdown, la chiusura della scuola, la sospensione dei progetti. Fino a quando un giorno un’alunna ci ha detto: “prof., ma il progetto delle lettere non lo facciamo più?”.  E’ nata così l’idea di non interrompere questo fiorire di idee, di esperienze, di scrittura libera. A cambiare sarebbe stato soltanto il mezzo: l’e-mail. Poche settimane fa la proposta di un concorso: scrivere una lettera al Pianeta Terra o all’Umanità in un momento storico così difficile come questo. Insomma, avremmo messo il Pianeta Terra e l’Umanità a confronto, faccia a faccia. 

Sono emerse riflessioni importanti, profonde, perspicaci. Le due lettere che pubblichiamo sono le vincitrici del concorso indetto all’interno del progetto epistolare. 

Leggerle e condividerle fa bene a tutti e fa bene soprattutto a noi grandi, troppo spesso ingabbiati nel pregiudizio sulla superficialità delle giovani generazioni. Fa bene leggerle per capire quanto i ragazzi di oggi siano in grado di comprendere ed interpretare la complessità della realtà . Loro, che ci insegnano sempre molto più di quel che pensiamo.


Eccomi qua, 

non avrei mai pensato di arrivare a scriverti una lettera, ma la grave situazione che noi esseri umani stiamo passando, mi costringe a chiedere alla diretta interessata, non che a te Terra, delle spiegazioni.

Io parlerò a nome dell’intera umanità, cercando di far arrivare un messaggio chiaro e diretto. Ci saranno domande alle quali mi dovrai rispondere, e riflessioni che io e altri esseri umani abbiamo fatto. 

Comincio con il dire che questa epidemia è scoppiata verso febbraio, quando c’erano ancora pochi casi. Ci ha preso alla sprovvista. Giorno dopo giorno hanno cominciato a riscontrarne di nuovi, sempre di più, prima in Italia, poi anche in altri paesi.

Molta gente non riesce a sconfiggere questo virus che toglie il respiro e spesso si perde la speranza nella guarigione, ci si lascia andare e si muore. Penso però, anzi so per certo, che tutto questo tu già lo sappia. 

Ora io non riesco a capire se questa pandemia sia una lezione per vendicarti di tutto il male che ti abbiamo fatto, a causa dell’inquinamento, dell’abbattimento di foreste, dello sfruttamento di territori e risorse, oppure se è un modo per metterci alla prova. In qualunque caso ha destabilizzato tutti, malati e non.

Siamo costretti a rimanere nelle nostre abitazioni, senza poter stare insieme ad amici e familiari. Frequentiamo lezioni online, per evitare di perdere l’anno scolastico. Usciamo solo per le cose strettamente necessarie, prendendo le giuste ed essenziali precauzioni. 

Ma come hai potuto vedere, non ci siamo arresi e non ci arrenderemo. Te lo aspettavi? Beh, se pensavi di metterci in ginocchio, ti sarai resa conto che non succederà. Come fai a rimanere impassibile davanti alla morte di moltissime persone? Persone che muoiono lontane dai propri cari, allo stremo delle forze e a cui non rimane altra possibilità che affidarsi a quei medici, eroi, che rimangono in servizio anche di notte, per dare conforto, sostegno ma soprattutto le cure necessarie ai malati. 

Da tutto questo però è nata una vera forza. Siamo più uniti che mai, pronti ad affrontare tutte le sfide a cui tu ci sottoporrai. 

Questa lettera non vuole essere un atto di sfida, ma un avvertimento. Potrai anche farci soffrire, potrai toglierci le persone a noi più care, ma la nostra forza e la nostra unione rimarranno sempre solide. Spero di averti dato una visione del nostro pensiero, ovviamente non tarderò a riscrivere se ti asterrai dal darci una risposta. Quella che tutti noi abbiamo il diritto di conoscere. 

Aspetto quindi una tua risposta, 

Emma


Cara Umanità,

Diamoci un taglio. Direi che siamo arrivati ad un limite, oltre questo punto, c’è la discesa verso la fine. Per tutti.

Cara Umanità, è la prima volta che ti scrivo una lettera. Ho finalmente capito che con te servono le parole, non bastano tutti i modi in cui ti ho parlato, no Umanità, tu sei troppo ottusa, non mi hai mai capito. Nonostante ciò, mi conosci molto bene. Sono quella che ignori, che maltratti, quella che usi, eppure è grazie a me che puoi vivere, e ne sono ben felice ma…

Cara Umanità, ti rendi conto che io riesco a respirare solo se tu sei bloccata in casa?  Sì, hai capito bene. Mi dispiace davvero per quel Virus. Non ho sempre sotto controllo tutti i processi della Natura, non mi sono nemmeno accorta che questo Covid 19 mi era scappato di mano. So bene quanti danni, quante morti sta procurando ma stavo troppo male all’inizio dell’emergenza, e non ho potuto gestirlo.

A questo punto penso che avrai capito chi sono, ma dato che oramai dubito della tua intelligenza, te lo scrivo esplicitamente: sono la Terra, o se preferisci il Pianeta Terra.

Ti scrivo perché sto male. Sto male davvero, così non reggerò a lungo e quindi nemmeno tu Cara Umanità, nonostante tu ritenga il contrario. Senza di me tu non esisteresti e non resisteresti neppure ora.  Ti do l’aria che respiri, tutto ciò di cui è fatta la tua esistenza è merito delle mie materie prime, pensaci prima creare l’ennesima fabbrica. Con tutto quel fumo non respiro, non posso sopravvivere, e vedo che anche se lo neghi, anche tu stai contando morti per colpa dei tuoi stessi gas, per non parlare delle radiazioni.

Detto ciò, ormai mi è chiaro che tu, Cara Umanità, ragioni per principi pratici, spesso non credi a ciò che non vedi in quell’esatto momento con i tuoi occhi. Beh, eccoti accontentata: umani, affacciatevi alle finestre delle vostre case. Cosa sentite? Qualche rumore, concorderete con me, quasi nulla rispetto a prima. Cosa vedete? Pochi umani in giro, gli animali che si riprendono i loro spazi nelle città; non più spaventati da tutto quel solito fracasso, che ora non c’è. Per me è stupendo. Io da quando siete in casa sto molto meglio. Sto respirando meglio, le mie altre creature stanno bene, ci stiamo allontanando lentamente dalla fine di cui ti dicevo prima. 

So che, cara Umanità, non fai la “transizione ecologica” perché non ti conviene. So che ti sei inventata un sistema, quello dei soldi, che per te contano tanto. Sì, sono utili, ma io non ti capisco. Davvero, Umanità, vuoi barattare la sopravvivenza del pianeta, della natura, e di tutta la tua stessa specie, solo per avere più mucchi di carta verde? 

Adesso stammi bene a sentire, perché non te lo ripeto più. Non ti chiedo di distruggere tutto ciò che tu hai creato. Ti chiedo solo di non annientare me e le mie creature e persino te stessa. Per fare questo serve che la finisci con quella CO2. Basta, ci sono altri metodi. Tu, cara Umanità, le chiami energie rinnovabili, io le definisco naturali e non dannose. Avete l’energia del sole, quella del vento, dell’acqua, del calore della terra e molte altre per continuare a produrre oggetti che vi faranno stare bene senza intossicarmi con tutto quello smog. 

Io, cara Umanità, voglio che tu stia bene, ma devo proteggere me e anche gli altri esservi viventi. Per me non ci siete solo voi umani, anche se voi vi credete i re del mondo. Devo tutelare anche le mie altre creature, che stanno morendo e scomparendo per colpa vostra. Lo sapete bene che spesso si innescano meccanismi naturali per la sopravvivenza delle specie. Se c’è un problema – e stavolta il problema siete voi – la natura o viene danneggiata in modo irreparabile o reagisce, arginando, eliminando o rendendo innocuo il problema. Come ti ho già detto, se sto male non riesco a controllare questi meccanismi. 

Ti scrivo proprio ora, cara Umanità, perché sto respirando dopo così tanto tempo e magari dalle vostre case riuscirete a capire la gravità del problema. Io confido nelle vostre emozioni, più che nel vostro cervello. Un’ultima cosa, poi ti lascio. Cara Umanità, ascolta gli scienziati. A volte sono un po’ confusi, si contraddicono, ma sono tra i pochi che ci hanno capito qualcosa. 

Spero che almeno stavolta mi ascolterai, non penso che potrò scriverti di nuovo. Il futuro del mondo è nelle tue mani.

Buona fortuna.

Il Pianeta Terra (Sofia)

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