Entrare nella legge. Digressioni giuridiche da un racconto di Kafka”, seminario curato dall’Ittig-Cnr e Accademia della Crusca

FIRENZE – “Entrare nella legge. Digressioni giuridiche da un racconto di Kafka”. E’ questo il titolo del seminario, organizzato dall’Istituto di Teoria e Tecniche dell’Informazione Giuridica (Ittig) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), dall’Osservatorio sulla qualità degli atti amministrativi e dall’Accademia della Crusca venerdì 16 dicembre 2011 (ore 15), che si svolgerà a Firenze, presso il Gabinetto “G.P. Vieusseux” (Sala Ferri), in piazza Strozzi n. 1.

Il seminario, prendendo spunto da un famoso e suggestivo racconto di Kafka, mette a confronto le opinioni di giuristi, linguisti e rappresentanti della Società italiana di diritto e letteratura, su alcuni temi di fondo del rapporto tra il potere ed i cittadini, soffermandosi, in particolare, sul ruolo e la complessità degli apparati pubblici, sulla semplificazione e la chiarezza normativa, sul ruolo della interpretazione normativa, sul “fascino” delle leggi e sulla solitudine del singolo di fronte ad esse e su altri temi che il racconto suggerisce. E’ prevista anche la lettura del racconto “Davanti alla legge” di Franz Kafka (1914) da parte dell’attore Claudio Ascoli (di “Chille de la Balanza”) ed un ampio dibattito del pubblico dopo la relazione di apertura e la tavola rotonda che ne seguirà. La partecipazione al seminario è gratuita, ma è necessario registrarsi a: [email protected].

Il programma dettagliato del Seminario

Davanti alla legge
di Franz Kafka (1914)

Davanti alla legge sta un guardiano. Un uomo di campagna viene da questo guardiano e gli chiede il permesso di accedere alla legge. Ma il guardiano gli risponde che per il momento non glielo può consentire. L’uomo dopo aver riflettuto chiede se più tardi gli sarà possibile. «Può darsi,» dice il guardiano, «ma adesso no». Poiché la porta di ingresso alla legge è aperta come sempre e il guardiano si scosta un po’, l’uomo si china per dare, dalla porta, un’occhiata nell’interno. Il guardiano, vedendolo, si mette a ridere, poi dice: «Se ti attira tanto, prova a entrare ad onta del mio divieto. Ma bada: io sono potente. E sono solo l’ultimo dei guardiani. All’ingresso di ogni sala stanno dei guardiani, uno più potente dell’altro. Già la vista del terzo riesce insopportabile anche a me.» L’uomo di campagna non si aspettava tali difficoltà; la legge, nel suo pensiero, dovrebbe esser sempre accessibile a tutti; ma ora, osservando più attentamente il guardiano chiuso nella sua pelliccia, il suo gran naso a becco, la lunga e sottile barba nera all’uso tartaro decide che gli conviene attendere finché otterrà il permesso. Il guardiano gli dà uno sgabello e lo fa sedere a lato della porta. Giorni e anni rimane seduto lì. Diverse volte tenta di esser lasciato entrare, e stanca il guardiano con le sue preghiere. Il guardiano sovente lo sottopone a brevi interrogatori, gli chiede della sua patria e di molte altre cose, ma sono domande fatte con distacco, alla maniera dei gran signori, e alla fine conclude sempre dicendogli che non può consentirgli l’ingresso. L’uomo, che si è messo in viaggio ben equipaggiato, dà fondo ad ogni suo avere, per quanto prezioso possa essere, pur di corrompere il guardiano, e questi accetta bensì ogni cosa, però gli dice: «Lo accetto solo perché tu non creda di aver trascurato qualcosa.» Durante tutti quegli anni l’uomo osserva il guardiano quasi incessantemente; dimentica che ve ne sono degli altri, quel primo gli appare l’unico ostacolo al suo accesso alla legge. Impreca alla propria sfortuna, nei primi anni senza riguardi e a voce alta, poi, man mano che invecchia, limitandosi a borbottare tra sè. Rimbambisce, e poiché, studiando per tanti anni il guardiano, ha individuato anche una pulce nel collo della sua pelliccia, prega anche la pulce di intercedere presso il guardiano perché cambi idea. Alla fine gli s’affievolisce il lume degli occhi, e non sa se è perché tutto gli si fa buio intorno, o se siano i suoi occhi a tradirlo. Ma ora, nella tenebra, avverte un bagliore che scaturisce inestinguibile dalla porta della legge. Non gli rimane più molto da vivere. Prima della morte tutte le nozioni raccolte in quel lungo tempo gli si concentrano nel capo in una domanda che non ha mai posta al guardiano; e gli fa cenno, poiché la rigidità che vince il suo corpo non gli permette più di alzarsi. Il guardiano deve abbassarsi grandemente fino a lui, dato che la differenza delle stature si è modificata a svantaggio dell’uomo. «Che cosa vuoi sapere ancora?» domanda il guardiano, «sei proprio insaziabile.» «Tutti si sforzano di arrivare alla legge,» dice l’uomo, «e come mai allora nessuno in tanti anni, all’infuori di me, ha chiesto di entrare?» Il guardiano si accorge che l’uomo è agli estremi e, per raggiungere il suo udito che già si spegne, gli urla: «Nessun altro poteva ottenere di entrare da questa porta, a te solo era riservato l’ingresso. E adesso vado e la chiudo.»

Claudio Ascoli è il fondatore dei “Chille de la balanza”, una compagnia storica del Teatro di ricerca italiano, nata a Napoli nel 1973. All’inizio, la compagnia si dedicò al recupero delle tradizioni popolari. Subito dopo (dal 1977) i Chille passarono ad un approfondimento sul Teatro delle Avanguardie Storiche (Futurismo, Dadaismo e Surrealismo), sviluppando successivamente (dal 1980) una ricerca su Teatro dei luoghi/Teatro in strada e dal 1989 su Antonin Artaud e il Teatro della Crudeltà. Dal 2002 è nato a Firenze-San Salvi (negli affascinanti spazi dell’ex-città-manicomio) un progetto triennale su Teatro tra Rappresentazione e Vita. Esso parte dalla considerazione che, nel momento in cui la vita è ormai ridotta a mera rappresentazione, sia compito del Teatro ri-appropriarsi della Vita. Il progetto ha previsto e prevede ogni anno la produzione di una performance: 2002 Kamikaze, 2003 Macerie, estate 2004 Paure. I tre eventi, tutti in unica replica di durata intorno alle 12 ore e con una limitata presenza di spettatori, hanno il dichiarato obiettivo di tentare di realizzare quel Nuovo Teatro della Crudeltà, visionariamente ricercato invano da Artaud negli ultimi anni di vita. Negli ultimi dieci anni non possono dimenticarsi i progetti di Ascoli di Teatro di Poesia (Campana, Baudelaire, Pasolini, Hikmet, Rimbaud, Chlebnikov, Nietzsche e Alda Merini), e gli studi triennali con Laboratori su Vasco Pratolini (2003-2005 Il Quartiere, Le ragazze di Sanfrediano e Cronache di poveri amanti) e Franz Kafka (2006-2008 Il Castello, AmeriKa e Il Processo). Nel triennio 2006-2008, i Chille hanno realizzato in collaborazione con la Fondazione Cesare Pavese di Santo Stefano Belbo un percorso su Cesare Pavese, in occasione del centenario della nascita dello scrittore piemontese: in esso hanno prodotto una serata poetica su Lavorare stanca (2006), I pensieri di Deola (2006), performance di danza contemporanea di Bianca Papafava e lo spettacolo Il mestiere di vivere, presentato al Pavese Festival 2007; subito dopo la compagnia ha debuttato con Ogni guerra è una guerra civile, liberamente tratto da La casa in collina, che vede di nuovo insieme sulla scena Sissi Abbondanza e Claudio Ascoli. Nel settembre 2008 nei luoghi pavesiani è stato realizzato PpP Passeggiando per Pavese , evento itinerante mulitlingue e multilinguaggi con oltre 50 Artisti, tra i quali non possiamo non segnalare il pittore curdo Fuad che ha realizzato un enorme murales di oltre 150 mq. su Pavese, il fotografo Mario Dondero che ha documentato l’intero percorso, il videomaker Francesco Ritondale che ha realizzato un video (in quattro lingue) presente anche su Youtube. I Chille e Ascoli hanno partecipato ad importanti Festivals, tra cui Expo Sevilla, Taormina Arte, Carnevali di Venezia e Viareggio, Mannheim, Sitges, Barcelona, Freiburg, Asti, Marché Mondiale de la poèsie di Parigi, Orléans, Nanterre… e alle trasmissioni televisive in Mondovisione dedicate da Vittoria Ottolenghi al mondo della Danza, con presenze a Napoli e a Trieste. Nel 2007 è uscito per Morgana Edizioni il libro-saggio di Costanza Lanzara Teatro, Comunque – L’universo creativo dei Chille de la balanza da Napoli al “mondo” di San Salvi, libro che si avvale anche di una ricca iconografia con foto di Mario Dondero, Stefano Buonamici, Fabio Donato, Massimo Agus, Isaia Iannaccone e… Nel triennio 2007-2009 i Chille hanno realizzato San Salvi Libera Repubblica delle Arti e delle Culture, una giornata di con-fusione delle Arti con oltre 100 Artisti impegnati a proporre, confrontare e scambiare le loro creazioni. Nel biennio 2009-2010 la compagnia ha realizzato un progetto su PierPaolo Pasolini, a partire dall’ultimo romanzo incompiuto Petrolio ed in collaborazione con Centro Studi Pasolini Casarsa, Fondo Pasolini Cineteca di Bologna e Archivio Pasolini Gabinetto Vieusseux. Lo spettacolo teatrale Pier Paolo Pasolini…me ne vado ha inaugurato la stagione 2009-2010 del Teatro Pasolini di Casarsa e nel giugno 2010 lo spettacolo Tutto il mio folle amore ha aperto l’Estate a San Salvi 2010. Nell’anno 2010 i Chille hanno prodotto la nuova versione della Passeggiata a San Salvi C’era una volta… il manicomio e un evento itinerante dedicato ad Antonin Artaud Io che vivo di passione. Nel 2011 le nuove produzione della compagnia sono Lettera a una professoressa dall’omonimo libro collettivo degli allievi della Scuola di Barbiana, curato da Don Lorenzo Milani nel 1967, Io non so omaggio ad Amelia Rosselli, e Kafka.

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