ROMA – L’appuntamento è per oggi pomeriggio alle ore 14 in piazza Montecitorio. E’ qui che ci ritroveremo noi, gli “invisibili” della scuola, i docenti abilitati della seconda fascia delle graduatorie di Istituto, completamente ignorati e asfaltati dalla riforma Renzi.
E’ di sicuro impatto mediatico fare annunci a suon di “Mai più supplenze”, “Basta con la supplentite”, “Supplenze? Un batterio da eliminare” e ancora “Svuoteremo le graduatorie ad esaurimento, assumendo i docenti precari”.
Peccato che, in questo progetto di riforma, la cui titolarità se la contendono di continuo la Gelmini e la Giannini, molte sono le zone d’ombra al di là degli accecanti, seppur effimeri, riflettori. E il prezzo più caro lo rischiamo di pagare proprio noi.
Per avere voce ed uscire dall’ombra questo pomeriggio gli abilitati TFA provenienti per l’occasione da tutta Italia, insieme alle altre categorie della seconda fascia di Istituto, scenderanno quindi in piazza per iniziare un dialogo, quello tanto voluto dal premier Renzi, il quale ha sempre detto di non voler calare una riforma dall’alto, ma di essere intenzionato ad ascoltare attentamente il mondo della scuola. E ascolto e dialogo sia!
L’augurio è che si tratti di un dialogo autentico, hegelianamente inteso, che porti ad una sintesi condivisa.
Gli abilitati TFA chiederanno semplicemente una cosa: il diritto di sopravvivenza nel mondo della scuola. Nel nome del merito, una parola oramai diventata vuota per abuso. Chiederanno il diritto ad un doppio canale di reclutamento e, oserei dire, di sopravvivenza: lo scorrimento, dopo l’esaurimento delle Gae, della graduatoria nella quale sono inclusi, da far diventare provinciale, e il concorso 2015 tanto annunciato, tra i quali aspiranti – e ne chiediamo a gran voce il perché – sono stati inclusi anche i NON ABILITATI prima del 2001.
Dopo aver passato tre dure prove concorsuali su posti calcolati in base al fabbisogno, e dopo aver frequentato un corso, sostenuto esami, tirocini e tesi di abilitazione, allo stato dei fatti, non solo gli abilitati TFA non avranno mai diritto al ruolo – come invece succederà a parità di titolo ai colleghi presenti in Gae – ma si vedranno tagliati fuori anche dalle supplenze annuali e/o brevi, coperte dai futuri immessi in ruolo nell’organico di fatto. Quindi: tagliati fuori dal ruolo, se non per via concorsuale, e anche dalle supplenze, che invece dovevano essere per noi abilitati tfa un sicuro e privilegiato canale di lavoro.
Perché i batteri da eliminare sono docenti, cara ministro Giannini. E nel suo piano di riforma, forse, non ha considerato che questi batteri sono nella maggior parte docenti che lavorano da anni nelle scuole. Gli abilitati TFA, ad esempio, sono stati selezionati con un concorso (come ha detto lei in persona in una dichiarazione di qualche tempo fa disponibile su Youtube), sono stati formati e poi, proprio come dice lei, eliminati. Come germi. E ai docenti-batteri tutto ciò non va bene.
Con in mano un cartello “VENDESI ABILITAZIONE” oggi attenderemo le nostre delegazioni, che saranno ricevute da alcuni rappresentanti politici della maggioranza e dell’opposizione. Saranno presentate le nostre proposte, insieme ad una nuova edizione emendata del libro “La buona scuola” di Renzi, che così viene presentato sulla pagina Facebook del Coordinamento TFA da Edoardo Ricci, uno dei delegati: “Come rovesciare il contenuto di una “Buona scuola” fittizia e svelare le contraddizioni e le discriminazioni che rendono questo piano foriero di una Scuola ingiusta…. Domani i politici della maggioranza dovranno rispondere a tutte le domande, i dubbi, le perplessità e i limiti sollevati in questo documento antifrastico del loro piano scellerato.”
Che il dialogo abbia inizio e che le luci si accendano. Anche sui batteri.