LONDRA – Bloccare l’indiscriminata ascesa delle bollette di energia elettrica con un congelamento dei prezzi delle bollette. Tra applausi e le lamentele “Ed il Rosso” ha fatto una proposta che sta rinsaldando il centrosinistra inglese e che fa preoccupare (per non dire adirare) i manager dei “big six”, le sei grandi multinazionali che gestiscono l’energia nel Regno Unito.
Non si placano le polemiche su Ed Miliband, leader del partito laburista inglese. L’intervento di alcuni giorni fa dal palco del convegno di Brighton ha sancito l’apertura della campagna elettorale per il comando di Downing street nel 2015. Nonostante la separazione con i sindacati sancita con la presa di distanza dopo i fatti di Falkirk, Miliband ha virato decisamente a sinistra, calcando temi molto meno centristi rispetto al suo predecessore Tony Blair.
Tra le proposte c’è quella di far risparmiare circa 300 o 400 nel risparmi annuale delle bollette energetiche dei consumatori meno abbienti, facendo ricadere i costi interamente sulle grandi compagnie che si dividono il mercato dell’energia. Non poco soprattutto in tempo di crisi.
La questione ha fatto eccome reagire le “big six”, che hanno visto perdere appeal sul mercato azionario. In due giorni i titoli azionari di Centrica e SSE ha totalizzato frenate nell’ordine del 7%, tanto che ha costretto i suoi manager ad occuparsi della vicenda e a bollare come inattuabile la proposta del candidato premier. Roger Carr, capo di Centrica, la controllante di British Gas, ha sontuosamente affermato che in questo modo la società verrà condannata alla rovina. Non è escluso, riporta Carr, che la sua società possa addirittura di ritirarsi dal mercato britannico. John Cridland, direttore generale della Cbi, la Confindustria britannica, la Cbi, ha ha dichiarato che le frasi di Miliband non sono di certo buone credenziali per il mondo dell’imprenditoria. Neil Woodford, uno dei principali manager inglesi ha dichiarato che «Se Centrica e SEE non potranno fare profitti fornendo elettricità al mercato al dettaglio, allora non ne forniranno. Le luci si spegneranno, l’economia chiuderà».
Ed Miliband, delfino di Gordon Brown, che ha battuto suo fratello David (pupillo di Blair) nella corsa alla segreteria del partito laburista, ha fatto eccome parlare di sé in questi giorni. Le associazioni dei consumatori sono scattate sul chi va là e hanno immediatamente accettato di buon grado l’iniziativa di congelare le bollette elettriche. Adam Scorer di direttore di “Consumer Future” ha dichiarato che non può accettare le minaccie delle grandi lobby energetiche. “Come rappresentante dei consumatori non posso che dare il benvenuto ad iniziative che vogliono il congelamento dei prezzi per un periodo. Sostengo assolutamente le dichiarazioni e le esternazioni di Miliband, ma occorrerebbe aver molti più dettagli su come voglia raggiungerle. Questo nuovo livello di dibattito ha aperto numerose ipotesi su come il mercato dovrebbe essere”. In molti sostengono che la rottura dell’oligopolio possa di fatto portare ad un aumento della competizione, che porterebbe comunque al calo dei prezzi e ad un maggiore voglia di investire. Tra questi c’è Nick Boyle, amministratore delegato di Lightsource Renwable Energy, la società che possiede il più grande parco solare del Regno Unito. “Non siamo d’accordo con il congelamento dei prezzi ma una riforma del mercato energetico potrebbe portare a maggiore investimenti”.