WASHINGTON – Hillary Clinton è in testa di 4 punti percentuali (al 45% contro un 41% di Trump) in Nord Carolina e si trova invece in leggero svantaggio (1 punto) rispetto a Donald Trump in Ohio (42% lui, contro il 41% per lei).
Lo rivela l’ultimo sondaggio svolto dal Wall Street Journal e da Nbc News. Le interviste per il nuovo rilevamento sono iniziate lunedì, il giorno dopo il dibattito presidenziale, e tre giorni dopo lo choc sulle frasi sessiste liquidate come “chiacchiere da spogliatoio” del candidato repubblicano. Una vittoria in questi due stati basterebbe a Hillary Clinton per avere la presidenza in tasca. Sia l’Ohio sia il Nord Carolina sono “swing state”, ovvero stati che non hanno una chiara connotazione politica (a differenza per esempio della California, storicamente democratica nel voto alle presidenziali), e stati in cui una vittoria di uno o dell’altro candidato risulterebbe pertanto decisiva per il risultato finale.
Per Trump vincere qui sarebbe importante, specie ora che la disfatta in Virginia sembra sempre più chiara e anche una possibile vittoria in Pennsylvania appare lontanissima (dato che lo svantaggio che ha accumulato nei sondaggi è maggiore del 10%). Inoltre per raggiungere i 270 voti elettorali necessari per conquistare la Casa Bianca, il candidato repubblicano avrebbe bisogno di North Carolina, Florida, Pennsylvania e Ohio. E in questo momento sembra che gli altri tre stati il miliardario abbia scarsissime possibilità di farcela.
La vera incognita è rappresentata però dal risultato che accumulerà l’indipendente Gary Johnson, che in entrambi sembra avere il sostegno del 9% degli elettori. L’ex governatore del New Mexico raccoglierà probabilmente, oltre al voto di chi non si identifica né come repubblicano né come democratico, anche quello dei più giovani (in Ohio ha il favore del 25% dell’elettorato al di sotto dei trent’anni ed è al 24% in Nord Carolina). Che succederà a Trump? Una cosa è certa. Per adesso in Ohio è in vantaggio su Clinton di un punto, ma se quel punto non si manterrà saldo sarà un problema: nessun repubblicano è mai diventato presidente senza vincere nel Buckeye State.