Attentato Brindisi. Tensione tra Procure. Il colpevole è nel video

Si procede per il reato di strage.  Forse un ex militare esperto di elettronica l’uomo che ha piazzato le bombole a gas. Tra le ipotesi il gesto di uno sconsiderato, ma potrebbe anche non aver agito da solo

ROMA – Continua incessantemente dopo il tragico attentato alla Scuola professionale di Brindisi “Falcone, Morvillo”  il lavoro degli investigatori per fare luce sul vile attentato che ha provocato la morte di Melissa Bassi, una studentessa di appena 15 anni.

Tuttavia risolvere questo tragico caso non sarà facile, anche per le tante ipotesi che sono affiorate in questa vicenda dai contorni inquietanti.
Non ultima  la tensione sorta tra la Procura distrettuale antimafia di Lecce e la Procura di Brindisi che indagano sull’attentato. Il procuratore di Lecce, Cataldo Motta, dinanzi alle telecamere vicino al luogo dell’ attentato ha dichiarato che «non c’è alcun sospettato» e non si può dire con certezza che sia un gesto isolato. In mattinata invece il procuratore di Brindisi Marco Dinapoli aveva fatto intendere il contrario. “Non l’ho fatta io la conferenza stampa”, ha chiosato Motta, procuratore della Dda di Lecce.

Che ci fosse l‘identikit di chi la mattina di ieri ha premuto il telecomando facendo esplodere la bomba a Brindisi, l’aveva confermato il  procuratore della Repubblica di Brindisi, Marco Dinapoli durante la conferenza stampa di questa mattina. Nelle immagini riprese dalle telecamere di sicurezza ci sarebbe il volto dell’attentatore hanno detto gli investigatori. “Immagini terribili, ma significative  che aprono uno spiraglio e ci consentono di dire che non lavoriamo al buio, ci consentono di fare accertamenti mirati”. E non è tutto. Perchè l’attentatore potrebbe anche non aver agito solo. La circostanza emergerebbe dalla testimonianza di una donna che ha raccontato di aver intravisto nel corso della notte qualcuno portare il cassonetto nel punto in cui poi è esploso. La teste non ha però riconosciuto l’uomo visto la notte con quello ripreso la mattina nel video.

 

Sempre da fonti investigative emerge che il confezionamento dell’ordigno, nonostante sia di fattura alquanto rudimentale, sarebbe opera di un esperto di elettronica. “Il congegno – ha detto il procuratore della Repubblica di Brindisi, Marco Dinapoli – non è particolarmente complesso ma non alla portata di tutti”.
Per ora il procuratore di Brindisi ha sottolineato che  non c’è ancora un movente chiaro. Privilegiando, in ogni caso, l’ipotesi del gesto isolato. Potrebbe trattarsi “di una persona in guerra con tutto il mondo che si sente vittima o anche nemico di tutti e utilizza un’occasione simile per far esplodere la sua rabbia”. Allo stato non viene neanche escluso un movente ideologico, anche se non vi sono elementi, mentre la pista mafiosa “non è completamente esclusa ma altamente improbabile”. Dinapoli ha aggiunto che non si sa se chi ha colpito sia di Brindisi, ma «chi ha operato conosceva il territorio e sapeva dell’ingresso dei ragazzi».
Infine il procuratore ha fatto sapere che si sta procedendo  per il reato di strage. “Le indagini vengono tuttavia svolte – ha precisato Dinapoli – in stretto collegamento con la procura distrettuale e la procura nazionale antimafia, motivo per il quale la direzione delle indagini sarebbe trasferita quando dovessero emergere elementi che fanno ritenere che si sia trattato di un’azione con finalità mafiosa.

Ma se  colpire le scuole non è mai stato nello stile dei malavitosi, allora chi c’è  dietro questo atroce gesto? Anche i gruppi dell’estremismo non sembrano trovare conferme.   Perfino dai carceri dove si trovano detenuti alcuni membri della sacra Corona Unita arriva la voce che questo gesto non porta la firma della mafia. “Non è nel nostro stile, cercate altrove”, precisano i vecchi boss della malavita.

 

I sospettati
Nella tarda serata di ieri sono stati interrogati due uomini, che al momento non sono in stato di fermo giudiziario. Uno di loro sarebbe sospettato. Si tratta di un ex militare, esperto di elettronica, che secondo quanto si apprende, è stato ripreso da una telecamera di videosorveglianza scovata dagli inquirenti. Il filmato lo ritrarrebbe mentre posiziona il cassonetto blu sotto il muretto della scuola in piena notte. Dagli inquirenti non ci sono nè conferme nè smentite su questa pista, ma è certo che si sta lavorando sulle immagini delle telecamere da cui sono giunti buoni spunti investigativi a identificare l’uomo che avrebbe piazzato le tre bombole a gas collegate tra loro. Il killer successivamente avrebbe potuto premere il telecomando che ha innescato l’esplosione, i cui pezzi sono stati rinvenuti successivamente, osservare la scena per qualche attimo e poi dileguarsi nel fuggi-fuggi generale.
”Abbiamo delle buone immagini”, ha fatto sapere il procuratore della Repubblica a Brindisi, Marco Dinapoli. “Non ce le hanno regalate ce le siamo andate a cercare”, ha precisato. L’interrogativo, comunque, rimane sempre lo stesso, ovvero movente di questa azione che sembra non trovare una risposta, almeno per ora. Da fonti investigative trapela anche l’ipotesi che si possa trattare di un attentato riconducibile al gesto di uno sconsiderato.

Oggi il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri in un’intervista rilasciata al Messaggero esclude che questo sia l’inequivocabile segnale del ritorno della strategia della tensione.  “Mi auguro che le investigazioni ci aiutino al più presto a ricondurre l’attentato a un mandante preciso e che nessuno abbia voluto davvero colpire nel mucchio”, dice il ministro. “Se così non fosse – aggiunge – sarebbe veramente inquietante perchè nel passato anche nei momenti peggiori nessuno era mai andato a colpire le scuole”.  


Veronica Capodieci sta migliorando
Nel frattempo arriva l’ultimo bollettino medico. Le condizioni  delle quattro ragazze rimaste ferite ieri  e ricoverate nel Centro Grandi ustionati, sono stazionarie, mentre quelle di Veronica Capodieci, la ragazza di 16 anni rimasta gravemente ferita e trasferita ieri pomeriggio all’ospedale Fazzi di Lecce, sembra stiano migliorando.  E’ vigile e non è più intubata, fanno sapere i sanitari. Ieri le sue condizioni erano state date per disperate dopo i due interventi di chirurgia avvenuti all’ospedale “A.Perrino” di Brindisi.

 

Brindisi sotto choc
Brindisi   è  ancora una città sotto choc. Gli abitanti, ancora increduli,  si recano sul luogo dell’attentato per cercare di vedere con i propri occhi come sia potuto succedere un evento di queste proporzioni. Tutti s’interrogano sui motivi di questo gesto vigliacco. E i pensieri sono tutti rivolti  a Melissa, giovane innocente vittima e alle altre ragazze rimaste ferite e non ancora dichiarate fuori pericolo. Questo triste episodio non sarebbe mai dovuto accadere.

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