Libia. Le ultime ore di Gheddafi. Espugnata la roccaforte. Ma il rais non c’è. LA DIRETTA

21,00 – Nonostante l’esito positivo dell’azione militare non ci sono tracce del Colonnello Muammar Gheddafi e dei suoi figli nella residenza-fortezza  a Bab al-Aziziya, a Tripoli. Lo hanno assicurato i ribelli, che una volta entrati hanno cercato invano il loro nemico.

Nel frattempo si moltiplicano le ipotesi sulla meta della possibile fuga del colonnello. Via mare o via terra, Gheddafi e i suoi figli hanno almeno lasciato Bab al-Aziziya e forse la stessa capitale. Le voci continuano a rincorrersi: in molti sono certi che Gheddafi sia ancora in Libia, ma tante sono anche le ipotesi sulla meta di una sua fuga all’estero, magari per un esilio ‘doratò. Certo è che, per i rivoltosi, Gheddafi è fuggito da Bab al-Aziziya «come i topi»: la stessa espressione spesso usata dal colonnello per riferirsi agli insorti. Abdulhafed Gaddur, ambasciatore libico a Roma, ha avanzato nelle ultime ore l’ipotesi, in un’intervista a SkyTg24, secondo cui Gheddafi potrebbe cercare di «scappare, magari via terra, verso l’ALGERIA o il Ciad». Nei giorni scorsi, altre fonti sostenevano che il colonnello avesse già lasciato Tripoli per trasferirsi in una regione sulla frontiera con l’Algeria. Qui il rais conterebbe sulla protezione del suo clan e potrebbe trovare il supporto necessario per una successiva fuga in Algeria. E questa ipotesi è sostenuta anche da fonti degli insorti citate di recente dal quotidiano britannico Telegraph, secondo le quali il figlio Hannibal sarebbe stato intercettato mentre si dirigeva verso il confine algerino. Un’altra ipotesi è quella della TUNISIA. Sull’isola di Djerba, infatti, si sarebbero già rifugiati il primo ministro di Tripoli, Al-Baghdadi Al-Mahmoudi, e il capo della tv di Stato, Abdallah Mansour. Sulla stessa isola, sempre secondo fonti dei media, Gheddafi conterebbe di condurre al riparo la moglie e la figlia Aisha. Nei giorni scorsi, anche fonti dell’intelligence Usa citate da Nbc News, hanno parlato di preparativi del colonnello per lasciare la Libia insieme alla famiglia per un esilio in Tunisia.

Ma c’è anche la possibilità che il colonnello abbia deciso di abbandonare l’Africa per riparare magari dall’alleato Hugo Chavez, in Venezuela. Anche ieri mattina, come nei mesi scorsi, Chavez ha espresso sostegno per Gheddafi e la scorsa settimana un suo inviato ha incontrato un rappresentante del colonnello a Djerba. L’ipotesi venezuelana, tuttavia, presuppone che il colonnello riesca a imbarcarsi su un aereo, ma gli insorti hanno assunto il controllo dell’aeroporto di Tripoli e quindi l’unico modo per raggiungere Caracas sarebbe la preventiva fuga via terra in un Paese vicino. E in questa situazione il SUD AFRICA potrebbe svolgere – o aver già svolto – un ruolo chiave nella fuga di Gheddafi: nei giorni scorsi sono state diffuse notizie sull’arrivo di aerei sudafricani all’aeroporto di Tripoli. Il Sud Africa ha smentito: nessun velivolo è stato inviato in Libia per farvi salire a bordo il colonnello, hanno assicurato dal ministero degli Esteri. Infine, la possibilità di un esilio a MALTA, emersa nei giorni scorsi, è stata esclusa dalle stese autorità de La Valletta, le quali hanno fatto sapere che se Gheddafi o un membro della sua famiglia dovessero atterrare sull’isola sarebbero immediatamente consegnati al Tribunale internazionale dell’Aja, che nei confronti del colonnello ha spiccato un mandato di arresto per crimini contro l’umanità.

 

ORE 19,39 –  Gheddafi non si trova, ma l’ambasciatore all’Onu del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) libico, Ibrahim Dabbashi lancia un segnale preoccupante. “I ribelli libici, in caso di cattura di Muammar Gheddafi, vorrebbero processare in Libia il colonnello per crimini di guerra. Dabbashi ha precisato che i rivoltosi discuteranno dell’incriminazione di Gheddafi, suo figlio Saif al-Islam e del capo dell’intelligence, Adbullah Al-Senussi, con la Corte penale internazionale dell’Aja. Il 27 giugno scorso la Corte ha spiccato mandati di cattura per i tre. Tutti sono accusati di crimini contro l’umanità.

 

 ORE 18,56 –  Come era successo a Baghdad dopo la caduta di Saddam Hussein, i ribelli libici entrati nel compound di Muammar Gheddafi di Bab al Aziziya hanno decapitato un monumento del rais e alcuni di loro ne hanno calpestato la testa per mostrarla alle telecamere delle emittenti straniere entrate nella residenza-bunker del rais.

 

Al Jazira e SkyNews, e negli Usa la Cbs, hanno mostrato questa immagine simbolo del successo dell’insurrezione assieme a quella del ribelle che dà la scalata alla statua voluta da Gheddafi all’interno del compound dopo i raid aerei ordinati da Ronald Reagan su Tripoli e Bengasi del 1986: raffigura un pugno chiuso dorato che accartoccia un caccia F-16 americano.

ORE 18,52 –   Incredibili le immagini e soprattutto l’audio della diretta di Al Jazeera. Gli insorti sparano in aria in segno di vittoria a pochi metri dall’entrata dell’ormai ex compound di Muammar Gheddafi. Si notano persone che corrono con le armi in pugno. Uno dei ribelli mostra alla telecamere un fucile d’oro, probabilmente preso dal palazzo residenza del Colonnello.

ORE 18,47 –   L’esercito tunisino ha rafforzato la sua presenza al confine con la Libia. Lo ha reso noto, oggi, il colonnello Mokhtar Ben Nasr, del ministero della Difesa, precisando che la decisione è stata assunta a titolo preventivo. Parlando degli scontri accaduti lo scorso fine settimana nella delegazione di Douz tra unità dell’esercito e un gruppo di uomini armati non identificati, Ben Nasr ha detto che, con tutta probabilità questi ultimi si sarebbero rifugiati in territorio algerino, distante una settantina di chilometri dalla zona in cui sono avvenuti gli scontri.

 

ORE 18,45 – Una missione della Ue è pronta a partire per Tripoli «anche domani se le condizioni di sicurezza lo consentono». Lo riferiscono fonti europee precisando che tale missione sarà guidata da Agostino Miozzo, responsabile per le gestione delle crisi nel Servizio diplomatico europeo, e sarà composta da almeno otto funzionari in rappresentanza di altrettanti servizi della Commissione europea. La Ue ha già aperto da mesi un ufficio a Bengasi. Tale ufficio per ora resterà in funzione. Attualmente a Tripoli l’unica ambasciata europea aperta e funzionante è quella ungherese.

 

ORE 18,39 – Sacche di resistenza sussistono nel compound di Muammar Gheddafi, dove gli insorti sono entrati in massa. Testimoni riferiscono che i ribelli hanno saccheggiato l’armeria e hanno portato via molti fucili dei cecchini.

 

ORE 18,35 – Alcuni ribelli sono saliti per festeggiare sulla statua a forma di enorme pugno dorato, il monumento fatto erigere da Gheddafi dentro Bab al Aziziya, di fronte alla sua antica residenza dalla quale nei mesi scorsi il colonnello ha spesso lanciato i suoi proclami. Il corrispondente di Al Jazira, Abd al Azim Muhammad, entrato nel compound al seguito dei ribelli, è in contatto telefonico con la redazione della tv satellitare e racconta in diretta cosa succede nel quartiere, ormai quasi del tutto in mano ai ribelli che non sembrano incontrare più nessuna resistenza, secondo quanto riporta il cronista. Tuttavia è molta la confusione che si percepisce dalle immagini mandate in onda da Al Jazeera.

 

ORE 18,27 –  I ribelli continuano a gridare attraverso i megafoni di avere preso il controllo di Bab al Aziziya. È quanto riporta il canale satellitare Al Jazira, che ha mostrato immagini di uomini armati festeggiare fuori dal compound facendo il segno della vittoria. Le immagini trasmesse dalla tv panaraba testimoniano le scene di giubilo fuori dal compound, i clacson, le urla di ‘Allahu Akbar’, gli spari in aria per festeggiare. Dal quartiere intanto continua a levarsi una spessa nube di fumo.

 

ORE 18,20 –  Espugnata la cittadella, ora non resta che cercare il criminale numero uno, ovvero Muammar Gheddafi. Ma cosa ci sia nel compound non è cosa nota ai più. Si dice che all’interno della cittadella ci siano addirittura dei tunnel sotterranei lunghi decine di chilometri, fatti costruire appositamente per un’eventuale fuga. Insomma non sarà una cosa perchè questo complesso è una vera e propria cittadella fortificata: dietro un alto muro esterno ci sono altre barriere, installazioni militari, abitazioni e la residenza dello stesso colonnello e dei suoi familiari. Cosa ci sia nel cuore del compound, però, rimane un mistero, anche se secondo i pochi che hanno potuto visitarlo, tra cui nel maggio scorso una troupe della Bbc, l’area ospiterebbe ulteriori bunker sotterranei.

 

ORE 18,11 –  Anche gli Stati Uniti pensano che Gheddafi sia ancora presente sul territorio libico. Tuttavia il Pentagono avverte gli isnorti di mantenere il livello di guardia alta. Insomma va bene cantare vittoria, ma attenzione perchè le forze lealiste nonostante si siano considerevolmente ridotte, rappresentano sempre un pericolo. La Libia infatti possiede ancora circa 10 tonnellate di iprite, o gas mostarda, nei propri arsenali, secondo Peter Caril, esperto di non proliferazione dell’Arms Control Association. Nel 2003, quando Gheddafi fece rientrare la Libia in seno alla comunità internazionale rinunciando ai suoi programmi per le armi di distruzione di massa, Tripoli aveva ha accettato di distruggere 25 tonnellate di iprite e 3300 testate per le armi nucleari. E l’Organizzazione per il divieto delle armi chimiche aveva assunto il compito di monitorare la loro distruzione. L’intero stock di bombe è stato distrutto con i bulldozer nel 2004. Il resto delle 10 tonnellate di iprite sarebbe dovuto essere distrutto entro la fine del 2010, ma alla Libia era stata concessa una proproga fino al 15 maggio, data che naturalmente – in mezzo al conflitto civile e alla campagna di di raid Nato – non è stata rispettata. Nel frattempo i ribelli libici hanno issato la loro bandiera sulla residenza del Colonnello a Bab al-Aziziya, dopo averlo espugnato, mentre una delle tv dei ribelli libici trasmette non stop “Tripoli, ti amo”, la canzone che sta accompagnando questa vittoria sul dittatore. Ancora aspri combattimenti si registrano nei pressi del compound.

 

ORE 18,02  –  Gli insorti libici sarebbero riusciti a impossessarsi dell’aereo personale di Muammar Gheddafi. È quanto sostiene la tv degli insorti, che mostra un video – pubblicato anche su YouTube – in cui si vede un gruppo di ribelli che, armi in pugno, sorveglia il velivolo della compagnia di bandiera Afriqiyah, che sarebbe quello finora usato da Gheddafi per i suoi viaggi in patria e all’estero. Gli insorti hanno anche affisso sul velivolo un cartello, in cui si leggono la data e l’orario in cui hanno preso il controllo dell’aereo: il 22 agosto alle 12.

ORE 17,56  –  Armati di megafoni, in giro per le strade di Tripoli, i ribelli libici stanno annunciando alla popolazione il loro ingresso nella residenza di Muammar Gheddafi a Bab al-Aziziya, nella capitale libica. Lo riporta la tv al-Jazeera, che sta trasmettendo immagini in diretta da Tripoli.

 

ORE 17,44  – “La situazione è molto difficile, siamo nella stessa area del compound di Gheddafi, controllano l’area non ci fanno uscire, ci sono enormi esplosioni, colpi di artiglieria e dei cecchini. È un incubo”. È quanto dichiara in collegamento telefonico, l’inviato della Cnn Matthew Chance che è uno dei giornalisti stranieri intrappolati nell’albergo di lusso Rixos al Nasr Hotel da quando è iniziata la battaglia finale per Tripoli. Nell’albergo da 500 dollari al giorno, un «lussuoso centro di detenzione» dove in questi mesi di conflitto il regime faceva alloggiare i giornalisti stranieri, manca l’elettricità da quando sono iniziati i combattimenti.

 

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ORE 17,48  – Secondo fonti locali  si starebbero udendo diversi colpo d’arma da fuoco provenire dall’interno del compound del Colonnello. Alcuni ribelli starebbero combattendo, altri – da quanto si apprende – starebbero addirittura sparando per aver conquistato l’ultimo strategico avanposto di Gheddafi. Per ora del Colonnello ancora nessuna traccia. Nel suo ultimo comunicato aveva avvertito che avrebbe combattuto fino alla fine.

 

ORE 17,44  – “Nei prossimi giorni sarà ancora necessaria la Nato per proteggere i civili in Libia”. Lo ha affermato l’alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza comune Catherine Ashton.

 

ORE 17,39  – Le forze ribelli controllano ora una delle entrate del compound di Bab al Aziziya. Dopo che i ribelli sono penetrati nel quartiere fortificato c’è stato un tentativo iniziale di difesa da parte delle forze lealiste di Gheddafi ma poi la resistenza si è interrotta.  I ribelli libici entrati nel compound sono stati visti anche sparare in aria per festeggiare.

 

ORE 17,37 –   Ormai è ufficiale, visto che le conferme si stanno moltiplicando. I ribelli sono entrati nella residenza del colonnello Muammar Gheddafi all’interno del compound di Bab al-Aziziya, a Tripoli, dove il Colonnello dovrebbe nascondersi. Sono momenti di grande tensione e durante questa delicata operazione militari gli occhi di tutto il mondo sono puntati su Tripoli. A breve sarà dato l’esito di questa ultima operazione e finalmente si scoprirà se Gheddafi è veramente nascosto nel bunker come lo stesso ha fatto sapere.

 

ORE 17,34 –   «L’Unione europea ha ignorato fino all’ultimo momento le proprie responsabilità verso la popolazione libica oppressa». Lo ha detto Guy Verhofstadt presidente dell’Alleanza dei democratici e dei liberali per l’Europa (Alde). «La fine del regime di Gheddafi – ha proseguito l’ex premier belga – dimostra quanto sia importante che la comunità internazionale prenda provvedimenti a tempo debito. Non dobbiamo fare lo stesso errore in futuro».

ORE 17,30 –  Gli insorti confermano nuovamente: “Il 93% della capitale libica si trova al momento sotto il nostro controllo.

ORE 17,20 –  I ribelli libici sono penetrati all’interno del compound-bunker di Bab al-Aziziya dove si ritiene sia ancora asserragliato Muammar Gheddafi. A confermarlo diversi corrispondenti della Reuters.

 

TRIPOLI – Siamo all’epilogo o almeno così pare. Dopo i continui attacchi  degli aerei della Nato dalla residenza bunker del Colonnello Muammar Gheddafi si alza un’intensa colonna di fumo. Violenti combattimenti si registrano anche all’esterno del compound di Bab al-Aziziya, dove si presume si nasconda  il raìs. Un funzionario russo ha detto di aver parlato con Gheddafi, il quale gli avrebbe confidato che si trova a Tripoli e che è pronto a combattere fino alla morte.
Intanto si combatte ancora sulla strada che collega la capitale all’aeroporto, mentre si registrano altri scontri vicino all’hotel Rixos, che ospita i giornalisti stranieri.

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