Fiat condannata. A Pomigliano deve assumere 145 iscritti alla Fiom

ROMA – “Una grande vittoria”:così la Fiom e la Cgil commentano a caldo l’ordinanza -sentenza delle causa che il segretario generale della Fim, Maurizio Landini aveva promosso contro la Fip ( Fabbrica italiana Pomigliano, la Fiat , per la mancata riassunzione in azienda di lavoratori iscritti alla Fiom La Fiat dovrà assumere nella fabbrica di Pomigliano 145 lavoratori con la tessera della Fiom per riparare alla discriminazione messa in atto nei loro confronti .

Così ha deciso il Tribunale di Roma, come rende noto la stessa Fiom, precisando che 19 iscritti al sindacato avranno anche diritto a 3.000 euro per danno.

Maurizio Landini, dopo i primi commenti a caldo al momento della pronuncia della sentenza-ordinanza, ha tenuto una conferenza stampa.
 presenti dirigenti Fiom del territorio, lavoratori di Pomiglianoi di fabbrica. S è commesso   ringraziando “ tutti gli iscritti dentro gli stabilimenti della Fiat  che hanno subito pesanti discriminazioni. Se siampo qui- ha detto-è anche grazie a loro. Mi aspetto che la Fiat rispetti la sentenza.Troveri singolare che qualcuno vada via dal Paese perché in Italia si devono rispettare le leggi e la Costituzione2: Per l’ennesima volta- ha proseguito- la Fiat viene condannata perché sta violando le leggi e la Costituzione. Le forze politiche, il governo, il Parlamento dovrebbero intervenire per garantire libertà sindacali e diritti e nello stesso tempo la continuità della presenza Fiat nel Paese. Con la presenza degli iscritti Fiom a Pomigliano ha proseguito- potremo ora dare corso alla nomina delle nostre Rsa come previsto dalla sentenza del giudice di Torino. Questa sentenza conferma che in Italoia ci sono una legislazione e una Costituzione in base alle quali le imprese non possono scegliersi i sindacati che vogliono.”

Alla data della costituzione in giudizio- afferma l’avvocato Elena Poli che ha seguito la causa -circa un mese fa, su 2.093 assunti da Fabbrica Italia Pomigliano nessuno risultava iscritto alla Fiom. In base a una simulazione statistica affidata a un professore di Birmingham le possibilità che ciò accadesse casualmente risultavano meno di una su dieci milioni. L’azione antidiscriminatoria – spiega ancora il legale della Fiom – può essere promossa dai diretti discriminati e se la discriminazione è collettiva dall’ente che li rappresenta. Per questo 19 lavoratori hanno deciso di sottoscrivere individualmente la causa e hanno ottenuto i 3.000 euro di risarcimento del danno. “. Con la sentenza – afferma Giorgio Airaudo, Segretario Nazionale FIOM CGil, -si è ricostruito il diritto dei lavoratori di Pomigliano di scegliere liberamente il sindacato che vogliono e di non essere discriminati o selezionati nell’assunzione in base alla tessera sindacale che hanno”.

La FIAT – ha proseguito  – ha sbagliato e perso tempo, che avrebbe potuto dedicare a nuovi prodotti e alle vendite, a dividere i sindacati e i lavoratori. Il consenso – conclude – non si costruisce con l’autoritarismo” . Per la Cgil, il segretario regionale della Campania Franco Tavella “ esprime grande soddisfazione per questa decisione che è la seconda dopo quella di Torino.Stavolta, però, all’azienda viene recriminato un atto se possibile ancora più grave e cioè quello della discriminazione. FIP, infatti, secondo il magistrato, ha assunto un atteggiamento discriminatorio nei confronti di singoli cittadini cui è stato impedito di tornare al lavoro solo perché iscritti ad un sindacato che, evidentemente, non era in linea con le direttive verticistiche. La sentenza – conclude Tavella – cita la Legge 150 del 2011. Quest’ultima sancisce che per stabilire la discriminazione basta anche un indice statistico. Che su 2093 riassunzioni zero fossero di iscritti Fiom aveva una possibilità statistica minore di una su 10 milioni. Anche i numeri, dunque, parlano chiaro”

Un commento viene anche da  Andrea Amendola, segretario generale Fiom Cgil Campania.  Nello stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco su 2.091 reintegrati- afferma- non ne appare nessuno dei 400 iscritti alla nostra sigla sindacale. Un comportamento inaccettabile da parte della dirigenza che ha negato, in questo modo, la possibilità alla Fiom di entrare in fabbrica. Un solo lavoratore, infatti, avrebbe potuto riportare tra le linee un Rsa. Il giudice di Roma ha però stabilito che dovranno ritornare in azienda 145 lavoratori. Si tratta di una grande vittoria per tutti noi. Finalmente è venuta fuori la verità che molti volevano negare”.

 

Camusso: cosa aspetta il governo a intervenire?

“Finalmente una buona notizia – afferma Susanna Camusso, segretario generale della Cgil-. ora gli iscritti alla FIOM CGIL riacquistano così la loro condizione di lavoratori liberi di scegliere a quale sindacato iscriversi, senza che questo di per sé determini la perdita del rientro al lavoro nello stabilimento di Pomigliano”. “E’ evidente – ha proseguito Camusso – come la sentenza dimostri quanto siano inaccettabili le scelte della FIAT, soprattutto per quanto riguarda l’essere il suo un modello autoritario che vuole cancellare il sindacato in ragione della critica al suo modello organizzativo”.
La sentenza  “si basa giustamente sul principio della rappresentanza delle organizzazioni, che può e deve essere misurata. Un ulteriore contributo allo sviluppo dell’intesa del 28 giugno, che va rapidamente attuata e deve essere misura di tutti i confronti contrattuali, a partire dal rinnovo del contratto dei metalmeccanici”. Per questi motivi, conclude Camusso “chiediamo a Federmeccanica, che dovrebbe avviare il confronto con la categoria per il rinnovo del contratto, di affrontare in premessa il tema della rappresentanza e l’applicazione dell’accordo interconfederale, proponendosi l’obiettivo di realizzare davvero un contratto unitario per i lavoratori metalmeccanici.Infine ci domandiamo: cosa attenda ancora il governo per intervenire e ripristinare le regole che la stessa Costituzione prevede

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