Camusso contro i tagli lineari, parte la mobilitazione. Grilli, servono altri 7 miliardi

ROMA –  “Noi abbiamo cominciato, e nei prossimi giorni lo vedrete, a mobilitarci nella sanità e nelle categorie del pubblico: ci saranno molte iniziative, continueremo queste mobilitazioni, e lavoriamo anche a preparare una piattaforma e una mobilitazione generale”.

Con queste parole Susanna Camusso, segretario generale della Cgil ribadisce la volontà di dare battaglia contro il decreto messo a punto dal governo, mascherato da “ revisione della  spesa” quando, basta leggere l’articolato per rendersi conto che si tratta di una manovra, una nuova manovra perché i provvedimenti già adottati, a partire dalla riforma delle pensioni, non hanno dato i risultati previsti in merito al pareggio di bilancio  nel 2013 imposto e poi concordato dallo stesso Monti  con le strutture tecnocratiche della unione europea. Siamo ben lontani da quell’obiettivo e,come dice in una intervista il presidente francese François Hollande, “ accumulare misure di austerità non fa ripartire l’economia “ E prende per esempio proprio Monti che “ ha ridotto il numero dei disdenti pubblici, ha elevato l’età pensionabile, eppure i tassi di interesse  sono sempre al 6,7%”. Sembra banale il ragionamento, austerità richiama solo austerità, se non vi sono misure per la crescita. Ma non lo è per quei commentatori che, comunque, cercano di indorare la pillola di una manovra che in tre anni prevede tagli per 26 miliardi. Ma a denti stretti devono convenire, come fa Massimo Giannini su Repubblica,  che la “ spendine review di Monti inclina più verso la voce tagli che non verso la voce riforme” Non solo. Scrive il vicedirettore di Repubblica: “ Prima di intervenire sulle voci più sensibili si doveva aggredire il capitolo delle spese militari,limitando o azzerando l’investimento di 12 miliardi sui caccia F35 che servono alla Difesa come biglietto d’ingresso nelle commesse della Lockheed, ma non servono al Paese” Sarà questo uno dei temi che verrà sollevato nel dibattito parlamentare. Intanto il numero due del  Tesoro, in sintonia con il premier annuncia, che sarà varato un altro decreto che prevede tagli per  sette miliardi  Spiega Grilli che se si vuole evitare l’aumento dell’Iva i tagli previsti non sono sufficienti,  Eppure era stato detto che la manovra avrebbe messo in sicurezza l’Iva.

Camusso,  a confronto con il presidente di Confindustra, Squinzi, moderatore Massimo Giannini, ha affermato che “l’accetta non interviene su sprechi e problemi” ma è una manovra “che deve fare cassa e taglia orizzontalmente su tutto”. Serve, continua, una mobilitazione generale, perché “se non si comincia a creare lavoro cominciamo a precipitare”. “Siamo stufi”, aggiunge Camusso, “di sentire parlare di crescita e di non vedere nessun provvedimento che determini una inversione di tendenza” Non ha escluso , nel mese di luglio, una grande iniziativa in materia di sanità, il capitolo dei tagli che fa più discutere. E alla domanda specifica se si arriverà o meno allo sciopero generale, la leader della Cgil risponde con un “dipende”.  Per Squinzi la spendig review “ va nella direzione giusta  ma dobbiamo evitare la macelleria sociale,  si deve razionalizzare e semplificare la pubblica amministrazione perché abbiamo ridondanze che vanno eliminate”.  Poi afferma di essere d’accordo con tutto quello che  ha detto Camusso, non esclude una patrimoniale  ed la prima volta che Confindustria si pronuncia così. Al governo Monti, Squinzi da un voto un”sei meno meno, no meglio tra il cinque e il sei”.

 

In Emilia Romagna  effetti devastanti sulla sanità
Visto che si ha a che fare con dei “pinocchi” che dicono e poi si smentiscono,andiamo a vedere le conseguenze dei tagli  alla sanità in una regione come l’Emilia-Romagna. Esemplare della politica montana. Funzione pubblica Cgil e Uil Fpl regionali parlano “ effetti devastanti” e annunciano per lunedì  9 una giornata di mobilitazione con presidi, volantinaggi in tutte le province. Dovrebbero essere tagliati ben 6.500 posti di  lavoro su 60.000 addetti nella sanità regionale (medici, infermieri, tecnici, operatori socio-sanitari ecc.), con 4.000 posti letto in meno sugli attuali 20.000 (-20%). “L’intero sistema dei diritti, che sono parte fondante in una democrazia come la nostra, non sarà più lo stesso- sottolineano Fp-Cgil e Uil-Fpl- è’ necessario mettere in campo tutte le energie per contrastare con la massima fermezza questa pericolosa deriva che il governo dei “tecnici” vuole ingiustamente imporre ai lavoratori, cittadini di questo paese”.



Lamonica. A rischio il diritto alla tutela della salute  

“Nessuna opera di riorganizzazione e riqualificazione della spesa sanitaria ma un’altra manovra di tagli lineari al finanziamento che compromette il diritto dei cittadini alla tutela della salute e alle cure. Il governo- afferma Vera Lamonica, segretaria confederale della Cgil- infatti taglia altri 5 miliardi alla spesa sanitaria che si aggiungono agli 8 miliardi della manovra non è spending review, non è una riqualificazione della spesa inappropriata e non è un’eliminazione degli sprechi. Anzi, con i tagli lineari, il risanamento si ostacola mentre si compromette il diritto dei cittadini alla tutela della salute e alle cure l’operazione ha anche il segno di una seria messa in discussione del servizio sanitario nazionale, pubblico e universale, quale è stato costruito nel paese e quale intendiamo difendere, perché strumento di equità sociale, e fattore di sviluppo”.
 Ancora da risolvere il problema degli “esodati”

 A fronte di questo attacco alla sanità pubblica, il decreto del governo non risolve il problema esodati. “Rimangono fuori da ogni copertura –prosegue Lamonica-almeno altri 200 mila lavoratori. Con l’aggiunta di 55 mila altri lavoratori cosiddetti ‘esodati’ ai 65 mila finora testardamente conteggiati dal governo contro tutte le evidenze, si ammette che si era clamorosamente sbagliato. Meglio tardi che mai. Però non si spacci questo passo avanti con la soluzione del problema: rimangono fuori da ogni copertura almeno altri 200 mila tra lavoratori e lavoratrici; e anche quelli previsti nei criteri scelti per la selezione dei 55 mila rischiano di essere sottoposti a una ennesima lotteria, in cui non c’è certezza del diritto per nessuno rischiano di essere sottoposti ad una ennesima “. Ribadiamo che la vertenza “esodati” continuerà fino a quando non ci sarà una risposta previdenziale valida per tutti.

Fp-Cgil I tagli lineari  alla giustizia travolgono anche il buonsenso

”Per risparmiare appena 54 milioni di euro, il Governo effettua un taglio lineare alla giustizia – afferma il segretario nazionale Fp-Cgil , Chiaramonte– che travolge il buonsenso. Nello stesso calderone finiranno tanto gli uffici inutili quanto quelli indispensabili. Affermare, come fa la ministra Severino, che i piccoli tribunali sono inefficienti per definizione, comprendendo in questo taglio forsennato gli stessi territori di mafia, vuol dire non conoscere il sistema giudiziario e il delicato equilibrio tra lotta alle illegalità e presenza sul territorio”. “ Sarebbe più utile affrontare una riforma delle circoscrizioni più ragionata, che tenga conto delle peculiarità territoriali e che non indebolisca la presenza dello Stato-conclude il dirigente sindacale- migliorando efficienza ed efficacia del sistema e producendo risparmi più sostanziosi. Nel confermare la mobilitazione di categoria, poniamo una domanda Governo: abbandonare i territori di mafia quanto farà risparmiare ai cittadini italiani?”.



Condividi sui social

Articoli correlati