La Spagna affonda e trascina mezza Europa. Monti non se ne accorge

ROMA – Non ha sorpreso nessuno il tracollo di oggi che ha stritolato borse e banche di mezza Europa. Lo spread  sia per titoli italiani che spagnoli vola in alto, sempre più in alto.

Era un movimento annunciato a cui si era risposto, a livello di Unione ed a livello dei singoli paesi, annunciando grandi cose. Annunciando. Ed ora arrivano gli aiuti d’emergenza dall’Eurogruppo che finanzierà Madrid e le sue banche con 100 miliardi di euro. Fondi che i mercati giudicano evidentemente insufficienti.  E’ una giornata disastrosa per il vecchio continente, per il nostro Paese, con la Spagna che trascina l’economia già abbondantemente traballate, sempre più: In questa situazione Monti,dopo il Consiglio dei ministri, tiene una conferenza stampa alla camomilla, per non dire di peggio, quasi gli avvenimenti di questo nuovo venerdì nero non ci riguardino. Dice una verità: che non ci sarà una nuova manovra.

 

Una nuova manovra c’è già:è la spending rewiev

Già perché la nuova manovra c’è già mascherata da spending rewiev. E pagheremo un prezzo molto pesante. Monti ha auspicato  che l’Italia ce la faccia con le proprie forze. Preoccupante molto più che rassicurante l’augurio del Presidente: “Mi auguro che il senso di responsabilità che e’ finora prevalso, anche nell’atteggiamento delle forze sociali e sindacali a differenza di altri Paesi come la Spagna, possa continuare per non aggravare una situazione complessa in vista dell’uscita da questo tunnel in cui ci troviamo”.  Ha anche annunciato che non ci sarà alcuna patrimoniale. Lo ha detto quasi fosse un peccato il solo parlarne. Poi sono stati resi noti i criteri di eliminazione delle Province, senza peraltro sapere ancora chi, come, quando, assolverà ai compiti degli enti aboliti. Una cosa positiva: il discorso sulla soppressione delle festività, 1 Maggio e 25 Aprile à chius, non se ne farà di niente. La considerazione conclusiva  del premier sulla prossima campagna elettorale crea preoccupazione.: “Occorrera’ parlare di riforme strutturali e no di fiammate inflazionistiche e di disavanzi”, questo sarà, secondo Monti, il solo modo in cui “i mercati vedranno l’Italia in cammino su un sentiero di serieta’ di politica economica” .
Se invece i mercati dovessero accorgersi che gli italiani si svegliano, si informano e si pongono domande scomode sulle ragioni della crisi, sulle ragioni vere, pretendendo addirittura di ragionare prima di chinare il capo ad un inferno di privatizzazioni allora che succede? Diventiamo un paese pericoloso e di cui non ci si può fidare?

 

Le borse tra il rosso ed il baratro. Spread tocca quota 500

Giornata di passione per le borse del vecchio continente che chiudono con segni meno da emicrania. A Parigi l’indice Cac a fine giornata fa segnare -2,14% a 3.193,89 punti, a Francoforte il Dax chiude a -1,90% a 6.630,02 punti e a Londra il Ftse -1,09% a 5.651,77 punti.
Nerissime le borse italiana e spagnola, con Milano che vede il Ftse Mib far segnare -4,38% a 13.067,22 punti e Madrid con l’Ibex che segna un calo del 5,82% a 6.246,30 punti.
Nella polvere, ed è ovvio, i titoli finanziari, con le banche che hanno visto le proprie quotazioni spesso sospese in eccesso di ribasso e la Bper con perdita in doppia cifra.
Lo spread è ormai una variabile impazzita e torna a ruggire sui valori di inizio anno.  Tra Btp decennale e il Bund tedesco tocca quota 500 punti base, con rendimenti dei Btp oltre il 6 per cento annuo. E vale la pena ricordare che se questo è il rendimento di titoli esistenti con un loro rendimento nominale fissato l’innalzarsi del dato comporterà la trasmissione di questo maggior rendimento anche ai prossimi titoli che andranno in asta e quindi aumenterà il costo del servizio del debito. E la forchetta tra i Bonos spagnoli e i Bund ha fatto segnare oggi un livello di allarme, sfondando la soglia psicologica dei 600 punti base sulla scadenza decennale per un tasso record del 7,3%, ben oltre quella soglia del 7 che ha costretto altri paesi dell’area a aiuto. Preoccupante anche l’alzarsi dei rendimenti sulle scadenza brevi, con il rendimento dei Bonos a cinque anni al 6,9%. Il tutto contribuisce ad aumentare i dubbi sulla tenuta del sistema.

Il governo spagnolo è pessimista. Rischio default

 E veniamo così alla situazione della Spagna. Una agenzia, non di quelle che vanno per la maggiore,  la Egan Jones, che già aveva inserito da mesi il debito pubblico iberico nella categoria dei ‘junk bonds’,  ha abbassato il rating della Spagna a causa dell’aumentata probabilità di default assegnata a Madrid. Secondo Egan Jones per la Spagna c’è infatti ben il 35 per cento di probabilità di insolvenza entro il 2013. Anche il governo spagnolo  è pessimista.Previsioni economiche nerissime sono state pubblicate dal governo di Madrid in mezzo a questa tempesta. L’esecutivo iberico ha infatti rivisto in lieve miglioramento la stima sul Pil 2012, dal precedente meno 1,7 per cento al meno 1,5 per cento, ma ha annunciato di prevedere ancora recessione dura e pura nel 2013, con un andamento del Pil il prossimo anno ora visto al meno 0,5 per cento contro il più 0,2 per cento delle stime antecedenti.
Inoltre è prevista in aumento di tre decimi di punto la disoccupazione, al 24,6 per cento, la più elevata tra tutti i paesi avanzati.


Trenta miliardi arriveranno a Madrid entro il mese

Il prestito dell’Efsf per conto dei governi dell’Eurozona alla Spagna avrà un tetto di 100 miliardi, di cui 30 miliardi saranno sborsati entro il mese. Il prestito sarà impiegato in prima battuta per ricapitalizzare le banche ma che potrà essere utilizzato anche per altri interventi,.
Il piano di aiuti europeo resterà disponibile fino alla fine del 2013 mentre le conseguenti operazioni di ricapitalizzazione potranno essere completate entro giugno di quell’anno. A prevederlo è il memorandum siglato dalla Spagna, accordo che prevede anche che l’esatto ammontare sara’ stabilito solo a settembre quando sarà completata l’analisi dei fabbisogni banca per banca.


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