Carla Cantone: ‘Sogno un Paese di giovani e anziani nel rispetto della vita degli altri’

Intervista alla segretaria generale dello Spi, il sindacato dei pensionati della Cgil

 

ROMA – “ Rottamare”, una parola che va di moda da quando  il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, annunciò che bisognava  mandare a casa tutti i dirigenti del Pd , partito di cui fa parte, per far largo ai giovani. “Rottamare,” appunto, tutti a casa. Ora che Renzi, sta in giro  su un camper per annunciare la sua  partecipazione  alle primarie di una ancora non meglio definita coalizione di centrosinistra per scegliere il candidato a presidente del Consiglio, “ rottamare” ha invaso giornali, televisioni.  Nel frattempo, editorialisti, commentatori, economisti e anche ministri  non trovano di meglio che “rottamare” tutti gli anziani.  Loro, gli anziani egoisti, toglierebbero il  lavoro ai giovani, non pensano al futuro dei loro figli e nipoti, hanno anche il vizio di vivere, malgrado tutto, più a lungo e con le loro pensioni provocano il disastro di questo Paese. Ci  siamo  detti che forse è il caso di spendere una parola a difesa di milioni di cittadini, oltre il 40 %  della popolazione fra i 55 anni e oltre. Se si pensa che da zero a 14 anni  la percentuale tocca il 14% si fa presto  a valutare la consistenza dei “non più giovani”, come dicono tanti anziani. E se così come i giovani rivendicano il “posto” che spetta loro  nella società, ad ogni livello, a partire dalla politica lo rivendicassero anche gli anziani?  Chi coinvolgere in questa discussione, un po’ surreale lo ammettiamo, facendola diventare  concreta, rivendicazione di quelli che una volta si chiamavano le “pantere grigie”.

Non si rottamano né le persone né la storia

 Niente di meglio che Carla Cantone, segretaria generale dello Spi, il sindacato dei pensionati della Cgil. Le riassumo il concetto, sgrana gli occhi come fa quando c’è qualcosa che non va e dice: “ Ma perché lo chiedi proprio a me? “ La risposta è ovvia: “ Perché  dirige un sindacato che  conta 2.970.000 iscritti anziani.” Con un accento che rivela la sua origine, Pavia, la “ sciura lombarda”,come è stata definita: “  Ma lo sai qual è il mio sogno”. “ No,  lo dica”. “   Sogno una Paese dei  giovani e  degli anziani, un Paese per giovani e anziani”.  “Ma oggi va di moda la “ rottamazione”. Risposta lapidaria: “ Io la penso come Bersani, non si rottamano né le persone, né la storia”. Gli uni sono indissolubilmente legati agli altri.” Un Paese dove- prosegue- c’è rispetto per” la vita degli altri”. Purtroppo oggi questo Paese non va bene né per i giovani né per gli anziani. Va cambiato. Ci sono dei valori che devono guidare la nostra iniziativa: l’uguaglianza, la coesione, la solidarietà, la giustizia sociale”.    E Carla ci racconta il sogno, parla  delle.  opportunità  cui i giovani hanno diritto, il lavoro, lo studio, il protagonismo  nella società. E gli anziani hanno diritto al welfare,a pensioni decenti, a un minimo di benessere, alla possibilità di vestirsi in modo decoroso, non le grandi marche, di andare, al cinema, leggere un libro. Di avere assicurate le cure, le medicine che servono quando gli anni passano.”  E poi il reciproco rispetto, il riconoscimento degli uni e degli altri, ciò che di nuovo portano i giovani e la memoria  che ci consegnando gli anziani, Storia , direi, ed un paese senza storia che senso ha?

Gli anziani hanno dato tanto a questo paese, ma hanno ricevuto poco
Gli anziani hanno dato tanto a questo paese, ma hanno ricevuto poco. Ci sono intere generazioni che si sono battute per conquiste importanti , hanno difeso i diritti dei lavoratori,la democrazia, hanno fatto tanti sacrifici il welfare che ora si vuole colpire, porta il loro nome.”.  Il sogno di Carla continua, lo descrive, aggiunte al “Paese per giovani e anziani” una “società, serena, tranquilla dove i giovani possano costruire il loro  futuro e a sessanta anni  si possa vivere senza preoccupazioni”. Sessanta anni non è un lapsus, un sogno appunto.  E per i giovani la società serena dovrebbe assicurare un futuro. Ma non è così. Sono gli anziani che devono farsi carico delle esigenze  delle giovani generazioni, dei figli, dei nipoti. Ai loro problemi se ne aggiungono altri. La famiglia del figlio non ce la fa a tirare avanti, precari, disoccupati, vivono in casa, una generazione sfortunata, umiliata”  

Il ruolo dei “non più giovani” in una società rinnovata

“L’alleanza fra giovani a anziani è un fatto straordinario, una necessità della intera società, un segno di civiltà- riprende la segretaria generale dello  Spi-Cgil-  essenziale per  affermare una politica che abbia come obiettivo la giustizia sociale”. Si accalora: “ Oggi ti obbligano a lavorare fino a settanta anni, poi devi continuare, arrangiarti per aiutare i figli, i nipoti quando ce li hai “. Oso interrompere il sogno: “  Ma si parla, anche lo Spi, del lavoro degli anziani, del ruolo che ancora possono svolgere”. “ Sì, il problema è che il lavoro sia una scelta di vita, non un obbligo. Si possono fare tante cose, dalla salvaguardai dell’ambiente alla coltivazione degli orti alla assistenza ai bambini ad altri anziani. Le donne in particolare, le “badanti”, come si dice quasi in modo sprezzante svolgono da giovani e da anziane un lavoro prezioso, pesante anche, difficile”. I giovani possono dare un contributo essenziale per una battaglia di rinnovamento, idee di rinnovamento,nuovi modelli di società. Quando criticano vanno sempre ascoltati. C’ è un giovane che parla ascoltiamolo, mai infastiditi, anche se le loro idee non collimano con le nostre. Il pluralismo, delle idee appunto, fa bene alla  democrazia. “  Concludiamo.  La rottamazione può infrangere anche un sogno, c’è il rischio –diciamo che la  campagna elettorale  si avviti attorno ad uno scontro generazionale.

Giovani e anziani insieme contro  la corruzione e il malaffare

“ Chi lo predica – afferma Carla-, di fatto, vuol mantenere una società ingiusta, fondata sui privilegi, di cui la corruzione,  il malaffare, sono un corollario . Gli anziani, i lavoratori di ieri, hanno dato grandi battaglie, per una società , fondata sul lavoro, sui diritti, individuali e collettivi ,sulle  libertà della persone, dal bisogno in primo luogo. Io Ia penso come Bersani quando dice che”  non si rottamano né le persone né la storia”. Gli schizzi di fango che in questi giorni macchiano la nostra società hanno bisogno della memoria degli anziani e della freschezza dei giovani. Insieme, altrimenti non si esce dal pantano.

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