Berlusconi. Vengano a me tutti i moderati. Va bene Monti. Bersani, lascialo fuori

ROMA – Tutti insieme appassionatamente.Monti presidente del consiglio laeder di un raggruppamento dei moderati, Casini, Fini, Sgarbi, Montezemolo, Maroni, liste fasulle di dipendenti del cavaliere che in questo periodo sono nate come funghi.

Ci manca Storace ma forse è una pura dimenticanza. Così Berlusconi pensa di costituire un gruppone per non consegnare l’Italia alla sinistra. “ E’ una linea assolutamente coerente- afferma in una intervista  con Belpietr(, tutto fatto in casa ndr)con- con  ciò che è stato fatto da quando nel ’94 ho deciso di lasciare il ruolo di imprenditore per scendere in campo.”. Poi una battuta al vetriolo che riguarda Monti quando ha affermato che  “ non escluderei Mario Monti a capo dei moderati .Monti ha sempre gravitato in quest’area”. Una specie di marchio come quello che si mette sulla terga degli animale da mandria. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, non perde tempo , parla sia a Berlusconi che allo stesso Monti: “Chi tira per la giacca Monti a fini elettorali non fa un buon servizio né a lui né al Paese. Ho detto mille volte – ha aggiunto Bersani – che Monti ha dato un’idea di rigore e credibilità al Paese che è un punto di non ritorno, dovremmo cercare di metterci più lavoro e più equità”.  E parla di una “nuova agenda sia per l’Europa che per l’Italia” Berlusconi annuncia anche che ha avuto contatti con  altre personalità e che ci sono diversi nomi nella lista dei possibili leader. Come dire a Monti”te la devi sudare”

Il cavaliere si ritaglia il ruolo della chioccia

Ovviamente  tutto deve passare dalle sue mani. La chioccia, si fa per dire, che tiene sotto le ali i pulcini. Dice a Belpietro “.Io posso lavorare nell’ambito del movimento che ho creato nel’’94 per dare un supporto, formare i giovani . Ho visto che si parla di rottamazione, tutte cose che non esistono nelle nostre intenzioni”. Già che c’era annuncia che Pdl cambierà il simbolo: “Il Popolo della libertà è un bellissimo nome, ma purtroppo è da sempre usato l’acronimo Pdl che non comunica nessuna emozione. Abbiamo da tempo pensato a un simbolo che non possa finire in un acronimo” Poi non può fare a meno di parlare di se stesso.  “Per amore del mio Paese- afferma-sono sceso in campo nel ’94, nel novembre scorso mi sono tolto dal governo, non ho dubitato un minuto di farmi indietro. Da parte mia voglio sempre e solo il bene del Paese che amo, mai avuto un interesse personale”. Dimentica che la sua permanenza alla presidenza del consiglio ormai non era più tollerabile. Sa bene  che se si candida non supera l’asticella dei 18-20% nei casi migliori. E rimarrebbe tagliato fuori dai  luoghi del potere, mentre lui di rimanere dentro ne ha bisogno come dell’aria. Perciò il suo  bel gesto, si fa per dire, deve far riflettere tutti i moderati che “ rappresentano la maggioranza degli italiani e non si riconoscono nella sinistra guidata dalla Cgil.dalla Fiom e da Vendola”.

 iIl bastone e la carota verso i possibili alleati

Offre la carota in particolare a Casini cui si era rivolto già Alfano cosa che ha fatto di nuovo parlando anche a Montezemolo dicendo che “ ora non hanno più alibi”. Al tempo stesso dà una bastonata al leader dell’Udc che lo aveva accusato di fare continue “ giravolte”. Con tono duro afferma:
“Non ho mai effettuato giravolte, nella vita privata, da imprenditore, da politico. Non vedo- ha detto- come Casini possa permettersi una espressione così infelice e contraria alla verità”. Poi un avvertimento: “ Se c’è un leader che ha un appeal personale, una storia, una immagine pubblica che si fa seguire dal 6-7% dei moderati, questo leader togliendo all’unità dei moderati questi voti può consegnare il Paese alla sinistra. Sarebbe un vero delitto”, ha detto tra l’altro Berlusconi. Accusa pesantissima rivolta a Casini. Tutti insieme appassionatamente, anche Fini ?  Già il presidente della Camera che lui cacciò dal partito, ricordate il famoso “ allora mi cacci”, non era nell’elenco del gruppone. Ma sì, un’ atto di generosità non si nega a nessuno, dentro anche lui. “Quando i moderati devono presentarsi in campo occorre che tutti siano dentro il centrodestra italiano. Anche sottrarre il voto di un piccolo partito non si deve fare quando si scende in campo per non lasciare il governo alla sinistra. È conveniente e obbligatorio che si stia tutti insieme.”

Fini, Casini e Montezemolo.Le risposte sono piuttosto freddine

 Le risposte  che arrivano da chi ha chiamato in causa sono freddine, sempre bene essere prudenti  vista la materia di cui si tratta. Una frenata arriva da Fini che parla di “ un progetto “difficile”, che non può basarsi solo sul “passo indietro” del Cavaliere e sulla “chiamata alle armi contro la sinistra”, ma che deve comportare un “faticoso confronto” sui programmi. Solo così si possono superare le divisioni e le lacerazioni del passato, “molte delle quali ancora presenti”, spiega il presidente della Camera in una nota: “Le parole di Berlusconi possono avere un seguito solo ed esclusivamente se l’unità dei moderati la si intende e la si costruisce sulla base di un comune programma di governo fortemente riformatore –  continua Fini -. E comunque i problemi non si risolvono solo con ‘passi indietro”. Casini  è abbastanza irritato. Ai giornalisti risponde che ”quello che dovevo dire l’ho già detto ieri. Non è che tutti i giorni ripeto la stessa cosa…” Aveva affermato di essere ormai  abituato allo stop and go. Io non lo so, dato che ci vuole rispetto per i cittadini mio auguro che si chiariranno le idee”. Da Italia Futura di Montezemolo si fa presente che “Il passo indietro di Berlusconi rappresenta un fatto importante e un gesto di responsabilità” anche se ”siamo convinti che il rinnovamento della politica debba andare ben oltre i leader di partiti e investire tutta la classe dirigente politica locale e nazionale”.

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