
ROMA – Il quadro è devastante. La crisi sembra inarrestabile. Eppure , quello delle costruzioni dovrebbe essere un settore trainante dello sviluppo, “sviluppo sostenibile”, puntualizza Walter Schiavella, segretario generale della Fillea Cgil, il sindacato che rappresenta i lavoratori del legno, dell’edilizia, del settore lapidei, laterizi,cemento e manufatti.
Una delle categorie più forti malgrado la continua emorragia di posti di lavoro. Lavoratori che sabato saranno in piazza San Giovanni a raccontare la loro storia nella grande manifestazione della Cgil.“ Un terzo dell’Italia delle costruzione se lo è divorato la crisi”, dice Schiavella ed aggiunge che “ non si tratta solo di un dato congiunturale ma è strutturale. Non si tornerà mai ai livelli pre-crisi, frutto di un sistema drogato, viziato dalla speculazione e dalla bolla immobiliare. Si è costruito molto e male- afferma- e l’unico modo per uscire dalla crisi è attraverso un’edilizia migliore, sostenibile”.” Non si può andare avanti così- in prezzo che pagano i lavoratori e le loro famiglie. Eppure nessuno ne parla. Un silenzio assordante.
Nel settore persi 500 mila posti di lavoro
” E’ vero. Lo stillicidio di posti di lavoro, di aziende che chiudono, , non fa parte del dna dell’informazione. Solo la crisi di grandi gruppi, di grandi aziende, oppure quando i lavoratori salgono sulle torri, sui campanili. Se se ne parlasse la crisi si mostrerebbe in tutta la sua gravità, ancora più pesante di quanto non appaia.” Nell’arco di quattro anni si sono persi circa più di 500mila posti di lavoro. “ per dimensione e importanza- afferma- è come si chiudessero 20 Ilva, 100 Termini Imerese, 200 Alcoa., con quello che rappresentano nei territori di insediamento.” “Ma lo sconquasso è segnato anche da riduzioni di orario di lavoro, con pesanti compressioni dei salari,precariato, lavoro nero, condizioni di sicurezza al limite. Ora con il rinnovo dei contratti di tutti i settori. La nostra mobilitazione si rafforzerà. L’area della elusione è grande. Crescono i lavori irregolari. Chiudono le imprese che operano in modo regolare, che sono pulite. Appalti, subappalti, sono appetibili per chi pratica la corruzione.
La legalità è la precondizione per lo sviluppo
La legalità è la precondizione per lo sviluppo. Per questo ci battiamo, con iniziative, manifestazioni, denunce contro la irregolarità diffusa ma non è possibile che ci si sostituisca allo Stato che deve garantire la legalità. Per portare a conclusione la legge anticorruzione ci sono voluti alcuni anni. Così non si va da nessuna parte”. E chiama in causa il governo parlando della necessità di un “intervento di sistema”. Il governo Monti-afferma- si muove in continuità con kl governo Berlusconi, responsabile della crisi che stiamo vivendo” Parla di strumenti che sarebbero già pronti ma “ la cosa non è spiegabile o lo è troppo, non vengono messi in campo. Sono a costo zero per le casse dello Stato2. Parla del “Durc per congruità nei lavori privati e della qualificazione di impresa per cui sono necessarie leggi. Già c’è stato il via libera delle parti sociali, si attende solo di dar loro il imbro legislativo.” Il Durc, una sigla fra le tante che esistono nel nostro paese, poco conosciuta, forze, azzardiamo, neppure da parte dei “ tecnici” del governo. E’ un documento che attesta la regolarità contributiva, l’assolvimento da parte dell’impresa degli obblighi legislativi e contrattuali nei confronti di Inps,Inail, Cassa Edile. Il Durc, serve per tutti gli appalti e subappalti di lavori pubblici, per i lavori privati riguarda la verifica dei requisiti per la partecipazione alle gare, aggiudicazione di gare, appalti, stipula del contratto, stati di e regolarità”.
Servono investimenti per riqualificazione urbana e difesa del territorio
Ma la partenza deve avere un punto di arrivo diverso dall’oggi. Siamo in presenza di un vero e proprio scempio in un settore strategico che riguarda la vita direttamente le condizioni di vita dei cittadini. Niente c’è niente nella legge di stabilità. . Basta pensare alla riforma delle pensioni e a quella dl lavoro. Un edile che va in pensione a 67 anni è un non senso. Che fine farla cassa integrazione in deroga?” Già gli investimenti. “Ci sono 50 miliardi che ogni tanto compaiono fra le cose che il governo dice di voler fare. Ma restano sulla carta. Si investe solo sulla Tav e sul Mose. Intanto aziende pubbliche coma Anas non pagano, non saldano i debiti e le imprese chiudono. Ancora un segno della crisi: ci sono tanti appartamenti invenduti, non affittati. Eppure i prezzi non calano. “Rendite immobiliari e rendite finanziarie si annidano nei diversi settori. La politica delle grandi opere- sottolinea il segretario generale della Fillea- mostra il fallimento di un indirizzo sbagliato.” Schiavella non vede luci in fondo al tunnel. Sarà un autunno molto difficile, così come lo sarà il 2013. . “Solo se riparte la macchina degli investimenti pubblici puntando su edilizia sostenibile, risparmio energetico, riqualificazione urbana, messa in sicurezza, si può aprire un nuovo percorso..