Redditometro. Sono passati 40 anni ed è ancora una novità. Si chiama redditest

E’ strano come certi strumenti, pur essendo presenti da tanti anni, riescano a vestire panni nuovi e ad essere ammantati di mistero e novità.

Il redditometro è previsto nell’art. 38 D.P.R. del 29 settembre 1973, n. 600 ed è uno strumento accertativo presuntivo, ovvero uno strumento sintetico che fornisce una stima del reddito attribuibile presuntivamente alla persona fisica in base alla misurazione di certi elementi scelti, che dovrebbero essere indicativi di capacità contributiva.

E’ quindi il buon senso fatto strumento, l’ovvio divenuto software, se dichiari 10mila euro l’anno come reddito complessivo di una famiglia di 4 persone ed hai spese per decine o centinaia di migliaia di euro per mantenere la villa, il maneggio, i cavalli e la barca potresti aver nascosto qualcosa al fisco.

Ma resta uno strumento spuntato anche e soprattutto perché esiste il redditest, il test da fare prima per vedere se si è congrui, se il proprio reddito giustifica la villa ed il suv, i gioielli e le vacanze alle Maldive. Che anche sul redditest si è discusso parecchio, essendo un programmino che si scarica sul proprio PC, ci si caricano i propri dati ed i propri segreti e si verifica la propria posizione di presunto evasore molti hanno sollevato dubbi sul fatto che poi l’Agenzia delle Entrate questi dati non li utilizzi per scagliarteli contro come prove provate di una evidente malafede, soprattutto se a venire fuori è una incongruità di poche migliaia di euro.

Perché in fondo quello che il contribuente rinfaccia sempre al sistema tributario italiano è la sua singolare capacità di essere forte, rabbioso e feroce con chi sbaglia di qualche centinaio di euro e comprensivo come una mamma italiana degli anni 50 quando ad incappare nelle reti è il pesce grosso da milioni di euro di evasione o di elusione; forse è per questo che si favoleggia di voli charter per Bangkok dove nel buio di uno strip bar tanti italiani si connetterebbero con l’Agenzia delle Entrate per verificare la congruità, ma non milionari evasori, a prendere quel volo sarebbero italiani dimessi, pensionati delle Poste che avevano il nonno valligiano che gli ha lasciato una casetta in un posto divenuto di villeggiatura, il nipote di un pescatore di Ischia che aveva due casupole sull’isola verde.

Sembrano loro i più terrorizzati dal redditometro d’oggi.

 

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