ROMA – Il professore presenta l’atteso logo della sua lista per le prossime elezioni politiche del 24 e 25 febbraio durante una conferenza stampa all’Hotel Plaza della capitale, luogo che ci riporta inevitabilmente all’epoca di Tangentopoli con il famoso lancio delle monetine contro l’onorevole Bettino Craxi.
“Scelta civica con Monti per l’Italia” sono le parole in stampatello su sfondo bianco che campeggiano all’interno del logo in cui compare un piccolo nastro tricolore. Insomma una grafica fin troppo essenziale che, sorte del destino, avrebbe realizzato lo stesso gruppo che cura la comunicazione a Nichi Vendola. Lista unica al Senato quindi, tre distinte liste alla Camera dei deputati in coalizione tra loro, una delle società civile, ovvero senza parlamentari, una dell’Udc con il probabile nome di Pierferdinando Casini e l’altra di futuro e libertà per l’Italia con il nome di Gianfranco Fini.
Monti nel suo breve intervento ha voluto ripercorrere la sua discesa in campo avvenuta esattamente il 28 dicembre, giorno in cui ha sciolto le riserve. Per le candidature il premier ha detto che bisognerà attendere qualche giorno per valutare i criteri di candidabilità a quanti vorranno partecipare. Criteri che Monti puntualizza saranno più “esigenti e riguarderanno condanne e processi penali in corso, conflitti d’interesse, anti mafia e limiti legati all’attività parlamentare pregressa, con un massimo di due deroghe per ciascuna lista”.
Intanto in casa Pd le accuse lanciate dai centristi e in particolare da Monti sul “silenziare” le ali estreme fanno ancora discutere.
“Vorrei chiedere a Monti un poco di rispetto in più per il Pd, – ha detto Anna Finocchiaro – per i suoi rappresentanti, per le sue competenze e per il suo pluralismo. Nessuno si mette a sindacare le scelte che il presidente Monti ha fatto o farà, ma sulle nostre, per cortesia, un poco di rispetto”.
E Monti, quasi volesse giustificarsi dall’infelice verbo usato, dice di averlo ‘preso’ dal blog di Stefano Fassina, quando usò lo stesso termine rivolgendosi ai grillini.
“Altro che silenziare”, commenta invece Enrico Letta. “Noi dobbiamo dare voce a tanti, il nostro pluralismo è largo ce lo possiamo permettere perchè abbiamo fatto le primarie e un leader scelto da milioni di italiani”. Bersani sarà in grado di tenere insieme e fare sintesi”.
Insomma, nonostante l’etica del professore lasci a desiderare, il Pd è tutto concentrato sul futuro che lo attende, grazie anche alla ritrovata unità tra Bersani e Matteo Renzi. L’attenzione ora si sposta tutta sulle liste che entro martedì saranno ufficializzate. Per ora quindi non c’è nulla di definito, specie per quanto concerne la compagine renziana. Probabilmente Bersani sarà capolista nel Lazio, Lombardia e Sicilia, la Bindi in Calabria e la Finocchiaro in Puglia. E proprio la presidente dei senatori del Pd ha voluto fare una precisazione: “il 90 % delle candidature saranno determinate delle primarie”.
Una volta fissati i criteri generali le decisioni spetteranno alle direzioni generali, anche se sarà sempre il segretario ad avere l’ultima parola. Nel frattempo Bersani estrae dal cilindro un altro nome per il suo listino: si tratta di Luigi Taranto, Segretario Generale di Confcommercio.
Trattativa Pdl Lega al traguardo
Nel frattempo la trattativa tra Lega Nord e Pdl continua. Fonti leghiste riferiscono che Maroni e Berlusconi si sarebbero sentiti al telefono anche oggi. Da parte del Carroccio ci sarebbe ancora un certo scetticismo sulla effettiva volontà del Cavaliere di rinunciare a condurre la campagna elettorale nella veste di candidato premier, nonostante vi sia stato da parte di Berlusconi un annuncio pubblico a proposito. Ad avvalorare le perplessità dei lumbard, si precisa, ci sarebbe un sondaggio che lo stesso ex premier avrebbe illustrato al segretario federale del
Carroccio. Dall’indagine emergerebbe che solo se Berlusconi rimanesse il candidato premier della coalizione, il Pdl potrebbe aumentare i consensi fino al 30 per cento cui il Cavaliere aspira. Ma non è detto che la Lega accetti. L’ombra di Tosi come probabile premier è sempre presente.
IL VIDEO