Maroni conferma l’accordo con il Pdl, ma Berlusconi non sarà il premier

Alfano e Tremonti i papabili premier. La base leghista delusa

ROMA –  Roberto Maroni conferma il sodalizio con il Pdl alla conferenza stampa in Via Bellerio. “L’accordo c’è – dice – . Berlusconi è capo della colazione ma non sarà lui a candidarsi  premier”. “Un fatto rilevante”, aggiunge Maroni, per il quale esprime soddisfazione e riconoscenza per questo gesto, quasi inaspettato, del presidente Berlusconi.  “Il candidato premier – aggiunge Maroni –  sarà indicato congiuntamente dalle due forze politiche, da me e Berlusconi”.  “Silvio Berlusconi ha indicato Angelino Alfano ome candiato premier  -sottolinea Maroni – , è persona che stimo con cui ho fatto molto nella lotta alla mafia. Ma mi permetto di indicare da parte mia personale la nostra candidatura che è quella di Tremonti“.
Una novità quella della Lega che farebbe uscire di scena il sindaco di Verona Flavio Tosi.

Ma non è tutto. Maroni annuncia che dopo le elezioni politiche e dopo le regionali sarà costituita l’euro-regione del Nord o la macro regione del Nord. “Questo vuol dire che qualunque governo ci sarà a Roma dovrà fare i conti con noi, con l’euro regione del Nord”, precisa il segretario leghista.
Come avverrà tutto questo non è dato a sapere visto che i malumori della base leghista non si faranno attendere. Il Pdl per molti era infatti un capitolo chiuso. Ma non per Maroni: “Ci sono, come prevedevo, – ha detto Maroni – dei mal di pancia di leghisti che non vogliono l’accordo, ma io sono concreto. Andando da soli avrei soddisfatto quelli col mal di pancia, ma avrebbe portato a un’inevitabile sconfitta”.
“Io  sono concreto – ha detto –  e guardo al progetto politico. Staccarsi dal Pdl avrebbe comportato l’inevitabile sconfitta in Lombardia. L’accordo delle politiche è funzionale alla regione lombardia. L’accordo  è utile, positivo e coerente  per dare attuazione al progetto; prima il nord. Si punta – spiega Maroni –  a  governare le regioni Piemonte, Lombardia e Veneto per costruire la macroregione che avrà come obiettivo trattenere il 75% delle tasse. Questi due punti sono nell’accordo e sono stati sottoscritti dal pdl. Sono parte integrante del programma sia per le elezioni politiche sia per la regione lombardia”. E poi Maroni dice di non temere malumori territoriali: “c’è qualcuno che non era d’accordo, in Veneto, come in Piemonte, ma a questi ricordo che, nel Veneto siamo al governo della Regione con il Pdl”.

Maroni parla anche dello scandalo che ha recentemente travolto il suo gruppo al Senato: Era tutto temporizzato. Questo scandalo è una bufala. Questa inchiesta della Procura di Roma è nata su una mia denuncia. C’è solo una persona che è indagata ed è la segretaria del gruppo del Senato, che è stata denunciata per appropriazione indebita”. E poi: “L’abbiamo licenziata e le ha fatto ricorso al tribunale del lavoro  che lo ha respinto. Non si tratta di complotti ma capisco le ragioni di chi pubblica quste notizie”.

Lombardia. Abolizione Irap e bollo auto
Non mancano le promesse dell’ex ministro che assicura: “Mantenendo in Lombardia il 75% delle tasse dei cittadini ci sono  20 miliardi in più all’anno.  Con questi soldi  la prima cosa è abolire l’Irap , poi gli altri 12-13 miliardi andranno, nel programma del leader del Carroccio,  per interventi sull’Imu, i redditi bassi, per abolire il bollo auto che è regionale  e per  infrastruttre come il collegamento con Malpensa . Insomma  in cinque anni con questi soldi la Lombardia diventa la prima regione d’Europa”.
Inoltre Maroni promette che nel caso in cui sarà eletto presidente della Regione Lombardia, si dimetterà da segretario federale della Lega Nord.

Le reazioni dell’accordo Lega-Pdl

Intanto l’accordo fa discutere. “Sa terribilmente di vecchio”, dice . la vicepresidente dell’assemblea nazionale del Pd, Marina Sereni. “Non contenti del fallimento del loro governo, che ha aggravato la crisi economica, aumentando le tasse, la disoccupazione e le diseguaglianze sociali, Berlusconi annuncia trionfalmente di aver ricucito con la Lega di Maroni”. Poi aggiunge: “Gli elettori non si faranno ingannare, sanno benissimo che solo con la candidatura di Ambrosoli in Lombardia e di Bersani in Italia si può finalmente aprire una pagina nuova, di cambiamento per la crescita e l’equità”.

“Il Pdl un horror, a volte ritornano. Mario Monti  chiuso nel segreto delle stanze del potere. Se e Pd invece  con il popolo, a cominciare dalla scelta dei candidati con le primarie”. È il panorama politico visto da Nichi Vendola, ospite di Uno Mattina su Rai Uno.

 

Il Pd in fermento

Intanto Pier Luigi Bersani, in attesa della direzione nazionale programmata per domani in cui si decideranno le liste, annuncia la candidatura di Gianpaolo Galli, direttore generale di Confindustria. Ma non solo. Anche Giorgio  Santini, Segretario Generale aggiunto CISL, avrà un posto nella lista di Bersani. E sull’accordo di oggi, tra Berlusconi e Maroni, Bersani commenta: “Che Berlusconi e la Lega possano governare questo paese non posso pensarlo”.

Grillo torna a fare teatro

Ma c’è un’altra notizia filtrata quest’oggi, che riguarda il comico genovese Beppe Grillo. Quest’ultimo, infatti, non esclude di poter tornare a fare solo teatro dopo le elezioni politiche: «Quando andremo alle elezioni, subito dopo che cercheremo di entrare in Parlamento, io riprendo a fare il mio teatro, a fare le mie cose….», ha confidato ad alcuni cittadini, militanti e simpatizzandi, in un video fuorionda a Udine, postato ieri su youtube dal blogger Claudio Messora su ‘BYOBLÙ. Non solo: nel lungo fuorionda, che dura più di 11 minuti, Grillo parla anche delle Parlamentarie, rivendicandone il risultato e dei ‘dissidentì, riconoscendo di essere stato «forse un pò brusco». Infine, Grillo difende Casaleggio: «non ho mai dubitato della sua onestà intellettuale».

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