Bersani, via gli F-35 e più lavoro. Cosentino abbassa le penne e loda Berlusconi

ROMA – Giornata politica intensa alla vigilia del voto elettorale del prossimo 24 e 25 febbraio. Una sterzata vera e propria arriva dal candidato premier del centro sinistra Pier Luigi Bersani, il quale oggi ha voluto chiarire la sua posizione sulle spese militari: “Bisogna assolutamente rivedere la spesa militare sugli F35.

È una spesa che va rivista perchè le nostre priorità non sono i caccia, la nostra priorità è il lavoro”. Questa l’affermazione di Pier Luigi Bersani in un’intervista al Tg2.
Il segretario del Pd illustra i modi attraverso i quali reperire le risorse per alleviare la crisi socio economica che sta attraversando l’Italia. “Bisogna sollecitare un pò le attività economiche e gli investimenti che danno lavoro”. E aggiunge che lo si può fare ad esempio puntando sull’edilizia, che è  “troppo bassa  e bisogna  quindi incentivare tutte le operazioni di riqualificazione del costruito esistente, si tratti di case, di albergi e via dicendo”. “Serve poi – osserva il leader del Pd  – piu fedeltà fiscale. Bisogna vendere un pò di patrimonio pubblico e c’è da aspettarsi che calino i tassi di interesse sul debito.”

Ed è proprio sugli F35 che Bersani raccoglie la condivisione dei colleghi del centro sinistra. “Bene ha fatto Bersani a chiarire che le priorità sono altre rispetto all`acquisto degli F35 che, tra l`altro, stanno dimostrando numerosi inconvenienti in fase di collaudo ed il cui costo sta lievitando oltremisura”, ribadisce il capogruppo del Pd in commissione Trasporti alla Camera, Michele Meta.
“Basta pensare che basterebbe rinunciare a dieci F35, come abbiamo proposto alcuni mesi fa in Parlamento, per reperire risorse da investire nell`acquisto di mille treni per i pendolari e migliorare lo stato disastroso del trasporto pubblico su ferro nel Paese – spiega Meta -. Risorse importanti che consentirebbero, allo stesso tempo, di rimettere in moto l`industria dei trasporti nazionale ed Ansaldo Breda che, a quanto pare, Finmeccanica si ostina a voler vendere”.

“Bravo Bersani”, replica invece Nichi Vendola su Twitter: “Le ali da tagliare sono quelle dei cacciabombardieri. Siamo felici di averne fatto da tempo la nostra bandiera”.

E proprio sulla questione armamenti arriva il comunicato del gruppo Pd alla Camera: “Non è stato firmato nessun contratto di acquisto, dunque non c’è nulla da interrompere”, sottolineano gli onorevoli del Pd. “Il Parlamento dovrà esprimersi in merito, grazie alle nuove norme approvate con la riforma dei sistemi d’arma che prevedono il consenso vincolante delle Camere. Ricordiamo inoltre che la nostra mozione sull’argomento del marzo scorso, a prima firma Antonio Rugghia, impegna il governo  a riconsiderare il numero effettivo di veivoli da acquisire, così come stanno facendo gli altri paesi coinvolti nel progetto, in primis gli Stati Uniti, in modo da poter valutare nel tempo l’esigenza del nostro strumento militare, lo stato di avanzamento del progetto
e del costo ad esso collegato”.

Cosentino. Battutine al vetriolo a Bocchino e Alfano

Oggi Nicola Cosentino, come aveva promesso, ha tenuto la conferenza stampa all’Hotel Excelsior di Napoli. Un incontro infuocato, qualcuno aveva ipotizzato, dopo la sua esclusione dalle liste del Pdl. Invece Cosentino si è presentato con i suoi sostenitori  che, causalità, lo hanno applaudito ad ogni battuta ironica, a volte tagliente. “Io non ho fatto un passo indietro, – ha precisato – ho lottato fino alla fine per ottenere la candidatura. Ma non per un problema di immunità, perchè avrei potuto candidarmi con uno dei tanti partiti che me l’hanno offerto. Ma io non vendo la dignità per l’immunità perchè penso che valga molto di più”. Poi Cosentino ha ringraziato il suo partito, ha elogiato Silvio Berlusconi definendolo addirittura “straordinario”, e  precisando che il cavaliere è un perseguitato esattamente come lo è lui.  
Sulla sua vicenda giudiziaria si è limitato a dire che se dovrà andare in carcere  è “perché non siamo in una paese civile”.
E poi: “Da due anni chiedo un processo. Vorrei andarci in galera, ma a fronte di una sentenza. Sono pronto ad affrontare in carcere, se dovrò andarci, con la mia dignità. Non ho preoccupazioni perché si va in carcere solo quando si è subito un processo. In un paese civile in carcere ci va chi è condannato. Io sono – ha proseguito – sottoposto da due anni a un processo. Perché dovrei subire il carcere? Dovrei andarci solo per lo sfizio di qualcuno?”
Battutine amare le ha invece riservate a il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino. “L’unico referente vero dei Casalesi in Parlamento è lui”, ha detto. “Ed è stato sempre lui a essere eletto nel 1996 nel collegio di Casal di Principe”.
Poi ha corretto il tiro affermando: “Mi riferisco ovviamente alla parte buona dei cittadini casalesi”.
Ma non finisce qui. Anche Angelino Alfano è stato oggetto delle bordate di Cosentino: “Non ho nulla contro la categoria dei perdenti di successo”. Subito dopo la battuta ne è arrivata un’altra più morbida, quasi volesse riequilibrare i toni: “Io non ho mai forzato la mano- dice- è sempre stata una discussione politica. Ho profonda stima di Angelino come di tutto il gruppo dirigente del Pdl”.
Cosentino al termine della conferenza è ripartito per Roma, dove questa sera incontrerà Berlusconi a Palazzo Grazioli.

Berlusconi contro i Pm politicizzati
E proprio Berlusconi  a Studio Aperto, ha puntato nuovamente il dito contro i magistrati:  “Abbiamo dovuto chiedere ai nostri amici e colleghi di rinunciare ad essere presenti nelle liste elettorali perché dei pm politicizzati li avevano attaccati” e questo “poteva diminuire il consenso”.   “E’ stata una scelta molto dolorosa”, ha detto. “A loro va il mio ringraziamento per aver rinunciato sponte propria ad essere presenti nelle liste”, aggiunge. Assicura che non ci saranno “contraccolpi” a livello locale. E dice: alle liste PdL “nessuno potrà portare critiche”, ora “si parli di programmi”. “A questo punto sono sicuro di vincere”.

Ingroia contro Monti e Bersani
Intanto, Antonio Ingroia parla dei suoi neminci, in primis di Mario Monti, “l’uomo delle banche che ha preso in giro gli italiani”.
“Non sono mai stato comunista,  – ammette l’ex Pm – nemmeno ai tempi delle contestazioni universitarie e non mi sono mai iscritto a un partito. Il mio nemico numero uno non è Berlusconi, ma Monti, l’uomo delle banche, che ha preso in giro gli italiani”. E poi: “Non capisco Bersani  , è disposto a tutto pur di governare, anche ad allearsi con Monti. Il Pd? E’ troppo vecchio, è rimasto alla Prima Repubblica”. Sulla riforma Fornero: “Con noi al governo la cambieremo subito, come faremo in tempi rapidi anche una legge sul conflitto d’interesse”.

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