Crisi. In piazza imprenditori del commercio e dell’artigianato

ROMA – Lanciano l’allarme aziende aderenti a Rete Imprese Italia, l’organismo nazionale di rappresentanza delle piccole e medie imprese che  ha indetto in tutta Italia una giornata di mobilitazione.

Sono imprenditori che operano nel commercio,nell’artigianato che vedono le proprie fila decimate dalla crisi. JHanno dato vita a manifestazioni ed hanno proposto  un’agenda al governo che verrà. Anche Confindustria fa sentire la sua voce con uno studio che vorrebbe trasmettere un po’ di ottimismo. Secondo il Centro Studi di Via dell’Astronomia siamo infatti messi talmente male che le cose non potranno che migliorare

Le richieste rivolte al governo che verrà

Trentamila imprenditori si sono mobilitati in 80 città italiane per chiedere al Governo prossimo venturo di assicurare la riduzione della pressione fiscale, l’apertura di nuovo credito, una forte semplificazione burocratica e maggiori investimenti per le infrastrutture.
Rete imprese Italia riunisce Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Cna e Casartigiani ed ha  presentato le sue richieste per “chiedere una svolta nella politica economica del Paese”, a dirlo Carlo Sangalli, presidente di turno di Rete Imprese che ha poi aggiunto “Senza di noi non c’e’ futuro per l’Italia”.

L’Italia un paese sempre più povero

Per Rete Imprese “l’Italia e’ un Paese più povero, in cui il Pil e consumi pro capite hanno fatto un balzo all’indietro di circa quindici anni”. Per questo motivo Sangalli chiede alla politica “di non mettere ‘in liquidazione’ le imprese”.
Secondo il presidente di Rete Imprese la progressiva riduzione della pressione fiscale promessa oggi anche dal premier Monti “fa piacere agli imprenditori perché da tanto tempo la chiedono”, ma i programmi elettorali non devono essere “stagionali”.

Confindustra. Siamo così in basso che risaliremo
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Trova degli spunti di ottimismo il rapporto Congiuntura Flash di gennaio del Centro Studi di Confindustria che ritiene la situazione così grave da poter prevedere una ripresa a breve.
“L’economia italiana sta toccando il fondo della dura recessione, la seconda in cinque anni. Si delineano i presupposti di un rimbalzo che può dare avvio alla ripresa. La sfiducia ha infatti compresso la domanda interna ben oltre quanto giustificato dalla situazione oggettiva dei bilanci familiari e aziendali: gli acquisti di beni durevoli sono scesi molto più del reddito reale disponibile, gli investimenti sono ai minimi storici in rapporto al PIL e le scorte sono bassissime”.

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