Stazione Mediterraneo, un racconto di chi si batte per i diritti dei migranti

ROMA – In concomitanza con la Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale, la Legacoopsociali, con il sostegno dell’Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) e della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha presentato a Roma il documentario “Stazione Mediterraneo. Storie dell’Italia che accoglie e include”.

Il reportage è stato realizzato dalle testate   www.nelpaese.it, da Visioni Sociali e dall’agenzia stampa Redattore Sociale e si è avvalso della partecipazione dello scrittore Erri De Luca. Questo lavoro vuole essere un esempio di informazione responsabile e raccontare la realtà di cooperative e operatori che ogni giorno si battono per garantire i diritti dei migranti. Ogni cooperativa offre accoglienza, sostegno e dignità a tutti quelli che hanno lasciato il proprio paese: donne vittime di tratta, rifugiati politici, comunità rom, persone in cerca di asilo politico.
Il documentario, presentato nella Sala delle Conferenze a Piazza Montecitorio, ha visto la partecipazione di numerose personalità, fra cui Giuseppe Manzo (direttore di   www.nelpaese.it), Marco Buemi (Unar), Pietro Barbieri (portavoce Forum Terzo Settore), Giovanni Anversa (giornalista Rai), Cécile Kyenge Kashetu (deputata Partito democratico), Paola Menetti (Presidente Legacoopsociali), Giuliano Poletti (Presidente Legacoop).
Il documentario oltre ad essere un interessante sguardo sulle buone pratiche dell’accoglienza, dell’inclusione e dell’inserimento lavorativo dei popoli migranti tra Roma, Napoli e Calabria è un
invito a pensare concretamente al diritto di pretendere una società fondata sul principio di asilo e sul dovere di assistenza, dove le rigide barriere dell’egoismo culturale e razziale, fonti di ingenerose paure, dia modo ad ogni uomo di vivere dignitosamente.
Il reportage ha dato vita ad una seria e interessante riflessione sul fenomeno della migrazione e sulla situazione in cui gli operatori sociali sono costretti a lavorare in Italia.
“Abbiamo bisogno di raccontare questa Italia, – ha affermato Poletti – occorre conoscere per capire e lavorare insieme, perché solo una società che guarda all’integrazione può svilupparsi e arricchirsi. Per farlo servono azioni concrete, anche perché, negli ultimi 4 anni, anni per noi di dura crisi, la realtà lavorativa delle cooperative è cresciuta del 2%”.
Pietro Barbieri, intervenendo nel dibattito, ha sostenuto come il nostro Paese deve fare ancora tanto per capire le diversità umane e, per questo, occorre, al più presto ragionare sul tema della dignità della vita (di tutte le vite). “Considerare i diritti – ha detto Barbieri – non come privilegi per pochi, ma diritti per tutti. E dobbiamo avere tutti la capacità di riconoscere le discriminazioni, e per farlo, dobbiamo andare nel merito delle questioni, non solo offrendo un personale atteggiamento solidaristico”.
Per l’onorevole Giulio Marcon (Sel) è necessario un impegno immediato dei parlamentari nell’affrontare alcuni provvedimenti: la legge sul diritto di asilo, la legge sulla cittadinanza per i figli di immigrati, abolizione della Bossi-Fini e sostenere con maggiori fondi le politiche di accoglienza e inclusione sociale.
Degne di menzione le riflessioni proposte dalla neo deputata Cécile Kyenge Kashetu (Pd): “È importante riuscire a comunicare in maniera diversa il fenomeno della migrazione e la realtà dei migranti, cambiare l’approccio del raccontare”. Migrante non significa criminalità. Per tanti anni la comunicazione è stata violenta, atta a demolire il migrante, considerato un problema per la sicurezza. Le migrazioni, invece, sono un fenomeno naturale, da sempre esistito, e le tante persone che arrivano nel nostro Paese devono essere considerate una risorsa e non un problema.
Quasi sempre le migrazioni non sono di natura pacifica, sono forzate e ogni spostamento non è indotto dalla libera scelta ma dalla costrizione di trovare una nuova casa. Ogni donna e ogni uomo hanno il diritto di non essere lasciato solo e grazie all’impegno costante delle cooperative sociali, l’Italia può sperare, se non abbandonate dalle politiche governative, di diventare un paese migliore.

IL TRAILER

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