Pd Pdl, scontro sulle commissioni. Il governo va in convento come la DC

Migliore, Sel, attacca il M5S: “”Si sono presi tutto quello che si potevano prendere… Altro che vera opposizione..”

 

ROMA – Enrico Letta si ritira con la sua squadra in convento. Proprio come faceva la vecchia democrazia cristiana e recentemente Mario Monti, il neo premier ha scelto un’abbazia risalente al XI secolo, quella di  Spineto della Luce, nel cuore della Toscana tra le incantevoli colline senesi.
L’incontro si terrà domenica pomeriggio e durerà fino al giorno successivo. Come scrive Letta in un tweet: “Domenica e lunedì 24 ore di ritiro, in una abbazia toscana, solo i ministri. Per programmare, conoscersi, ‘fare spogliatoio. Ognuno paga per sè”.
“Il ritiro sarà un’occasione per riposarsi e per rafforzare lo spirito dei ministri”, afferma invece  il neo responsabile dell’Istruzione e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza.  Ma non tutti i ministri hanno accolto con entusiasmo l’invito di Letta. Uno di loro, che ha mantenuto l’anonimato, ha fatto una simpatica battuta: “Non è che finiamo come ‘Todo modò…”, ha detto. L’allusione è a un film del 1975 diretta  da Elio Petri e narra di una vicenda che ha luogo in un albergo-eremo-prigione, nel quale capi politici, grandi industriali, banchieri e dirigenti d’azienda, tutti appartenenti alle varie correnti democristiane si ritrovano per gli annuali ritiri spirituali (ispirati agli esercizi spirituali) di tre giorni. Questa volta la riunione avviene in concomitanza con un’epidemia che miete numerose vittime in Italia. Tra litigi continui e violenti, accuse reciproche e poca pratica spirituale, si sviluppa una serie di apparentemente immotivati delitti, che eliminano, uno alla volta, i personaggi di primo piano del partito.

Scontro sulle commissioni
Nel frattempo è scontro sulle commissioni. Almeno sulla presidenza alla commissione della Giustizia del Senato, conclusasi con due fumate nere, anzi nerissime,  visto che il papabile Nitto Palma non è stato votato come da copione ventilato dal Pdl. Il Pd, infatti, ha votato scheda bianca facendo scricchiolare nuovamente l’alleanza di questo governo di “larghe intese”.
Renato Schifani, risentito,  ha avvertito subito gli alleati dichiarando: “Ognuno si assumerà le proprie responsabilità”.  Ancora più dura la reazione di Maurizio Gasparri:  “Quanto accaduto in commissione Giustizia al Senato è inaccettabile. Bersani e Zanda mettano in riga i propri senatori o li sostituiscano con i principali esponenti del Pd a Palazzo Madama. E’ chiaro ora a tutti chi viola i patti e chi li rispetta. Il Pdl è un partito serio. Il Pd è il regno del caos”. Quindi, tutto è rimandato domani quando si voterà nuovamente e probabilmente il Pd – come annunciato da Felice Casson – darà la preferenza ad un suo candidato.

Insomma, non sarà una passeggiata. Intanto sale l’indignazione del M5S che punta il dito su presunti scambi:  “Lo sapete dello scambio fra Pdl e Fratelli d’Italia per la giunta?”, tuona Roberta Lombardi.  Da noi questa si chiama porcata – dichiara la capogruppo 5 Stelle alla Camera- danno la presidenza a Fratelli d’Italia per fare una finta opposizione”. Anche Beppe Grillo non ci sta e rivendica nuovamente le presidenze del Copasir e della Vigilanza Rai, che secondo Vito Crimi  andrebbero da prassi all’opposizione.

Ma questa volta contro il M5S si scatena Gennaro Migliore di Sel: “Si sono presi tutto quello che si potevano prendere… Altro che vera opposizione, la loro unica  preoccupazione è stata quella di accaparrarsi tutte le poltrone disponibili”.  Dopo l’elezione degli uffici di presidenza delle commissioni della Camera, il capogruppo di Sel attacca duramente i deputati del MoVimento 5 Stelle, che hanno
 occupato  la vicepresidenza e il segretario spettante all’opposizione in tutte le 14 commissioni permanenti.  
“Osserviamo che nella maggioranza c’è una spartizione per tenere in equilibrio il governo, e nell’opposizione c’è l’arroganza di chi ha occupato tutte le poltrone”, accusa Migliore, spiegando che alla Camera non è stato possibile nemmeno raggiungere un accordo: “Al Senato chi ha gestito la questione ha mostrato più equilibrio, mentre qui alla Camera non si è preoccupato del minimo corretto equilibrio di dialettica parlamentare. Ci hanno detto che si sarebbero presi tutto quello che gli interessava e ci avrebbero lasciato quello che non gli interessava: si vede che gli interessava tutto…”. Da qui l’atteggiamento di Sel nelle votazioni: “Abbiamo votato sempre scheda bianca e mostrato disinteresse totale per le poltrone”. Un atteggiamento, quello del M5S, che per Migliore spiega anche il comportamento sulle consultazioni per il governo: “Hanno fatto di tutto per non far nascere un governo del cambiamento e hanno la responsabilità di aver rimesso Berlusconi al centro della scena politica. Noi rivendichiamo di essere opposizione ad un governo che non ci piace, loro invece ad un governo a prescindere: forse per avere più poltrone… Ma i fatti parlano chiaramente e gli elettori 5 stelle saranno consapevoli”.

Nel frattempo sono stati confermati tutti gli altri presidenti delle commissioni parlamentari.

Alla Camera la commissione Affari costituzionali va a Francesco Paolo Sisto (Pdl), la commissione Giustizia a Donatella Ferranti (Pd), la commissione Esteri a Fabrizio Cicchitto (Pdl), la commissione Difesa a Elio Vito(Pdl), la commissione Bilancio a Francesco Boccia (Pd), la commissione Finanze a Daniele Capezzone (Pdl), la commissione Cultura a Giancarlo Galan (Pdl), la commissione Ambiente a Ermete Realacci (Pd), la commissione Trasporti a Michele Meta (Pd), la commissione Attività produttive a Guglielmo Epifani (Pd), la commissione Lavoro a Cesare Damiano (Pd), la commissione Affari sociali a Pier Paolo Vargiu (Scelta civica), la commissione Agricoltura a Luca Sani (Pd), la commissione Politiche Ue a Michele Bordo (Pd).

Al Senato la commissione Affari costituzionali va ad Anna Finocchiaro (Pd), la commissione Esteri a Pier Ferdinando Casini (Sc), la commissione Difesa e Nicola Latorre (Pd), la commissione Bilancio a Antonio Azzollini (Pdl), la commissione Finanze a Mauro Marino (Pd), la  commissione Cultura ad Andrea Marcucci (Pd), la commissione Lavori Pubblici e Telecomunicazioni ad Altero Matteoli (Pdl), la commissione Agricoltura a Roberto Formigoni (Pdl), la commissione Industria a Massimo Mucchetti (Pd), la commissione Lavoro a Maurizio Sacconi (Pdl), la  commissione Sanità a Emilia De Biase (Pd), la commissione Ambiente a Giuseppe Marinello (Pdl). Resta da definire la commissione Politiche Ue, per la quale è in ballo Vannino Chiti (Pd).

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