ROMA – Direzione del Pd a porte chiuse, niente diretta streaming.
A volte, dicono a Sant’Andrea delle Fratte,in situazioni particolari servono momenti di riflessione, di confronto guardandoci negli occhi. Non ci sono segreti. Quello di cui discuteremo è scritto su tutti i giornali. E che la situazione sia particolare è testimoniato dal fatto che la relazione di Gugliemo Epifani, la prima dal momento della sua elezione, ” con pieni poteri”, ci tiene a rilevare, dovrà esprimere anche una valutazione compiuta del risultato elettorale, ancora non discusso dalla Direzione e da qui partire per affrontare temi come la convocazione e il modo in cui si svolgerà il Congresso del Pd , la nomina della nuova segreteria, il modo di essere, di operare del partito, ad oggi diviso in correnti,aree che lo rendono sempre più fragile.
Il segretario del Pd. Colpi di coda di Berlusconi?” Siamo pronti a tutto”
Per non parlare del problema che tiene campo nel dibattito politico, le riforme costituzionali, la legge elettorale questioni di fondo sulle quali si sono manifestate posizioni diverse, come sul semipresidenzialismo sì o no, una prima valutazione dell’operato del governo, le posizioni ” pericolose ” di Berlusconi che può tentare di nuovo di staccare la spina al governo quando più gli faremo pronti a tutto., “Saremo pronti a tutto” sottolinea con forza Epifani.Ma il punto, il passaggio chiave riguarda il rapporto con gli iscritti, con i cittadini, la credibilità da recuperare. Il Congresso , entro la fine dell’anno, più presto possibile, dicono in molti, deve diventare un avvenimento politico che non riguarda solo il Pd, guarda agli elettori, alle persone, alle forze sociali. ” Si dovrà partire dal basso- sottolinea Epifani- dando parola agli iscritti, ai Circoli che devono aprirsi al territorio.” Immagina un capovolgimento rispetto allo schema degli ultimi anni.
In discussione due ordini del giorno. La discussione parta dal basso
Si dovrebbe partire dal basso, dai circoli, dalle direzioni provinciali e poi regionali. E solo alla fine si arriverà alle primarie, alla elezione del segretario. In questa direzione si muove un ordine del giorno con una proposta di Cesare Damiano e Vannino Chiti, sottoscritto fra gli altri da Laura Puppato.La direzione, si legge nel testo, “al fine di promuovere un ampio dibattito fra tutti i democratici” avvia la “Costituente delle idee” da tenersi “fino al mese di settembre sulla base di un documento di indirizzo predisposto dalla direzione nazionale” In particolare “andranno sottoposti alla discussione i temi del lavoro e dello sviluppo sostenibile, la difesa e la qualificazione del welfare, sui quali condividere e sollecitare l’azione del Governo Letta”, ma anche L’Europa. E le riforme: “Per decidere sulla forma di governo e sulla legge elettorale si svolgerà entro metà settembre un referendum al quale parteciperanno iscritti ed elettori inseriti nell’albo delle Primarie del Pd”. Solo “al termine della ‘Costituente delle idee’ saranno presentate le candidature alla carica di segretario del partito ” L’ordine del giorno richiama un documento messo a punto da Laboratorio Politico per la sinistra, l’associazione di iscritti e non iscritti al partito che fa riferimento ai valori del socialismo europeo, del’ecologismo e del solidarismo. Un altro ordine del giorno porta le firme, fra gli altri di Beppe Fioroni e i Pippo Civati . Partendo da una affermazione molto netta sull’esito delle elezioni ” non abbiamo vinto”, si chiede l’apertura di una fase nuova., con “l’avvio di una ‘ampia consultazione nei Circoli di iscritti e simpatizzanti, come prevede il nostro statuto, per condividere insieme alla nostra base la modifica della Carta costituzionale sulla forma di governo e per garantire ampia condivisione e unità di azione”. Un referendum vero e proprio nei circoli, per coinvolgere militanti ed elettori.
Il segretario alla Direzione:il partito che vogliamo ricostruire
. La relazione di Epifani, alla quale ha lavorato fino a poche ore prima dell’inizio della direzione, nel tardo pomeriggio, punta molto su cosa vuole essere o meglio, dice, diventare, il Pd. “\Dobbiamo tornare ad essere un partito dove si decide una linea e,una volta che si è decisa, tutto il partito deve sostenerla. Epifani, in questi giorni in dichiarazioni, interviste, ha fatto presente che occorre rafforzare le sedi dove si decide, là dove il partito ” ha mostrato fragilità” ” Basta con le babeli di opinioni, altra cosa è il dibattito interno, fondamentale in un partito come il nostro”, dice all’Unità. Lo accompagna in questo suo nuovo percorso l”esperienza della Cgil che ha diretto per due mandati come segretario generale , un sindacato complesso dove le opinioni, il confronto interno non sono mai mancati a partire da quando esistevano le componenti comunista e socialista. .Epifani ha avuto modo più volte di criticare un ” metodo” ormai invalso nel partito che ha portato a quello sciagurato voto dei 101, forse più, parlamentari che nel segreto dell’urna hanno affossato la candidatura di Romano Prodi a presidente della repubblica, cambiando il corso della storia politica del Paese, “costringendo” il Pd a dar luogo al governo con il Pdl. , una scelta obbligata ma innaturale. E’ da qui che il Pdl ha preso spunto per rilanciare la proposta di cambiare radicalmente la Costituzione passando da una Repubblica parlamentare ad una del presidente, con elezioni sul modello del semipresidenzialismo alla francese. Ovviamente candidato a Capo dello Stato, Silvio Berlusconi. Il sistema di votazione potrebbe anche restare il “”porcellum” che tanto piace al cavaliere”. Ma come dice il redivivo Bondi in cambio del semipresidenzialismo si puà accettare il doppio turno. Non sarà la direzione a decidere, a comporre le divisioni che si sono manifestate .
Il semipresidenzialismo perde quota. Larga consultazione degli iscritti
Con la relazione di Epifani si aprirà un percorso interno al partito per arrivare ad una posizioni condivisa non solo dai vertici del Pd ma anche dalla base.. In questi ultimi giorni comunque anche le posizioni favorevoli al sistema francese si sono fatte più guardinghe, se così si può dire. Un minimo comu denominatore è che non si tratta di un ” tabù” ma gli innamoramenti che si sono aveititi in alcuni esponenti di primo piano si sono raffreddati. Lo stesso Veltroni ha fatto capire che non si tratta di un problema di vita o di morte e se deve finire nel nulla meglio farne a meno. D’alema, fra gli altri, ha sottolineato che “l’elezione diretta del capo dello Stato significa fare di questa figura istituzionale il capo di un partito politico. Oggi invece abbiamo un President3e della Repubblica al di sopra delle parti politiche ed abbiamo constatato quanto sia utile. Meglio evitare battute propagandistiche”. Gianni Cuperlo, uno dei candidato alla segreteria del Pd,parla di una ” soluzione il più unitaria possibile” da trovare nel partito aprendo una discussione “profonda e adeguata” dei gruppi dirigenti e una “consultazione larga di iscritti e militanti” e frena i facili entusiasmi. E Civati: ” E’ lo stravolgimento totale di quello che abbiamo sempre pensato”. Così Vincenzo Vita: ” Il presidenzialismo un salto nel buio perciloso”. Infine, certo elemento non secondario, la ricostituzione della segreteria, dal “volto giovane”. Viene detto. Responsabile dell’organizzazione dovrebbe diventare, al posto di Nico Stumpo”, Davide Zoggia che già ne faceva parte \come responsabile degli enti locali,incarico che dovrebbe andare a Luca Lotti. All”organizzazione aveva puntato Matteo Renzi che chiedeva questo incarico per lotti. Conferme per Roberta Agostini, Fausto Raciti, responsabile <dei giovani, ingresso per Di Traglia ex portavoce di Bersani, new entry per Debora Serracchiani, neo presidente della regione Friuli Venezia Giulia. Si parla anche di un Comitato politico , rappresentativo della varie ” anime ” che compongono ol Pd con il compito di preparare il congresso.