La Costituente delle idee costringe il Pd a discutere di politica

Adesione alla manifestazione promossa da Cgil, Cisl, Uil

ROMA – Il Congresso del Pd prende avvio nel modo migliore. Si discute di politica, nessuno parla di candidature,  di premier, segretari, nessuno fa il nome di Matteo Renzi. Anzi è proprio vietato esprimere preferenze per questo o quel candidato . Si discute non di chi ma di cosa. Bene, peccato però che il dibattito non si svolga in una sede  congressuale, E’ stato promosso da sette associazioni, Lavoro & Welfare, Laboratorio politico per la sinistra, Politica e Società, Cristiano sociali, Fondazione Bruno Buozzi, Ares e Benvenuti in Italia, cui fanno parte iscritti e non iscritti. Hanno “ costretto” il Pd, se così si può dire, a rinunciare per una mezza giornata, alle giornaliere dispute, così scrivono i giornali, su regole, candidature, votazioni.

Il messaggio di adesione all’iniziativa da parte di Bersani

In platea, alcuni sono anche intervenuti, insieme al segretario del Pd, Guglielmo Epifani, Gianni Cuperlo, Stefano Fassina, Rosy Bindi, Fioroni, Lucà, Tocci,  Zanda,. Bersani invia un messaggio essendo impossibilitato a partecipare ma mostra grande interesse per questa iniziativa, dirigenti di Cgil, Cisl, Uil, esponenti del mondo della cultura, di associazioni e movimenti come “ I moderati” di Torino che hanno voluto essere presenti a questa iniziativa. Insomma, verrebbe da dire, un congresso aperto nel vero senso della parola.

Damiano: non  una nuova corrente. Vogliamo dare idee per il Congresso

 E’ nata una nuova corrente? Difficile anche volendo, perché le “ anime” del partito presenti al convegno sono molto diverse per nascita, ispirazione, identità. Cesare Damiano aprendo i lavori lo dice chiaramente. “ Non siamo una nuova corrente, siamo sette associazioni che operano nel campo della sinistra plurale. Non vogliamo sostenere alcun candidato, ma dare  idee per il congresso. Partire dai programmi, dalle cose da fare, una “Costituente delle idee” insomma, che apra un dibattito  dal basso, dai Circoli, privilegi un programma e non un leader, Vogliamo discutere del “ futuro del riformismo”,costruire la sinistra plurale.”  E arriva una risposta  di Epifani molto apprezzata. Dice il segretario del Pd rivolto alla platea molto attenta a soppesare le parole:” Se ci dividiamo solo sul “ chi” è il peggior servizio possibile all’idea  che abbiamo  del ruolo del Pd .

Epifani: questa volta il congresso deve partire dal basso

Questa volta il congresso deve partire dal basso, dai circoli, in un processo democratico che deve rafforzare quella identità politica che si chiama Pd. Su questo non intendo retrocedere di un centimetro. Dobbiamo riannodare i fili dell’identità politica e culturale del Partito.”  Damiano aveva parlato di “obiettivi ambiziosi, ma essenziali per ricostruire, rinnovare il Pd , un partito di popolo. Il presidente di Lavoro&welfare indica le questioni    prioritarie: L’Imu non  è una priorità. I ricchi possono pagare la tassa anche sulla prima casa; per l’Iva si tratta non solo di allontanare l’aumento di qualche mese ma di  selezionare i prodotti sui quali si può aumentare di un punto senza ricadute sulle fasce popolari; dare sostegno ai redditi che sono al di sotto del minimo vitale, interventi anche parziali per diminuire il costo del lavoro da subito e n on attendere la fine d’anno; gli esodati per i quali non è stata ancora chiusa la partita; flessibilità sulle pensioni rompendo la riforma Fornero.

Un referendum fra gli iscritti e chi ha votato Pd  sulla legge elettorale

E poi propone un referendum fra gli iscritti  e fra coloro che hanno votato alle primarie sulla legge elettorale. Passa così ad elencare otto punti che riguardano il partito che deve richiamare i valori del riformismo, del socialismo  del cattolicesimo democratico ; in Europa collocato nel campo dei socialisti europei, dei progressisti; antiliberista, il rigore accompagnato alla crescita e all’uguaglianza, contro l’anti politica e il populismo, per lo sviluppo sostenibile, che richiama e pratica la centralità del lavoro, che si batte poer interventi straordinari per il lavoro ai giovani.

Un secco no al presidenzialismo

Infine un secco no al presidenzialismo e dalla sala si leva un forte applauso. Prende il via il dibattito, in totale ben diciotto interventi.  Parlano Fassina , Rosy Bindi,  Lucà, che rappresenta i cristiano sociali si confrontano e si scontrano anche, guardano al futuro, quasi per dimenticare il passato di cui portano responsabilità come gruppo dirigente. Ripercorrono le tappe che hanno portato alla sconfitta politica, lenita dal successo nelle elezioni amministrative. Ma , lo diciamo francamente, non si avverte alcun cenno di autocritica. Si insiste molto sul “partito plurale “ sul fatto che esistono ancora le “provenienze”, si parla del percorso compiuto dall’Ulivo al Pd, Bindi parla delle “ inquietudini che dovrebbero venire dall’incontro fra cultura differenze”. Una specie di scordiamoci il passato. Il richiamo invece ad una analisi approfondita, un’autocritica viene da uno storico come Paolo Corsini. I 101 parlamentari che hanno silurato Prodi sono un partitino. Più.in generale, i leader- dice- sembrano grandi attori su un palcoscenico e il pubblico fa  solo da spettatore.

Cuperlo. Dobbiamo dire da che parte stiamo

Gianni Cuperlo individua una domanda cui il Pd non ha dato risposte. Semplice secca, “ da che parte stai “, appunto l’essenza , l’identità di un partito che se mai l’ha avuta l’ha persa per strada.  Walter Tocci non a casao sottolinea che al Pd  “ è mancata la cultura di governo”Ecco la crisi della politica e del Pd.  Sergio Gentili, di Laboratorio politico per la sinistra, sottolinea che il 25 febbraio ci siamo svegliati in un Italia diversa da come la pensavamo.

Gentili: serve un partito forte, di sinistra diffuso nella società

Dobbiamo chiederci c osa è accaduto, perché abbiamo perduto, quali errori sono stati commessi se vogliamo costruire un partito forte, popolare, diffuso nella società, in grado di combattere il neo liberismo: ed indica i valori che il Pd:, un partito di sinistra , riformista, ecologista, solidarista, deve coniugare uguaglianza e libertà, democrazia e diritti, lavoro e dignità della persona, genere umano e natura. Concludere un dibattito così articolato non è facile, un dibattito che è stato all’altezza degli obiettivi che si era posto sottolineati da Gabaglio in apertura dei lavori.

Folena: occorre individuare un nuovo baricentro dello sviluppo

Spetta a Pietro Folena, fra i fondatori di Laboratorio politico per la sinistra.. Più che conclusioni si tratta dell’avvio di un confronto vero dentro il partito, fra gli iscritti e i militanti, un confronto aperto. Parla di “ masse popolari che non ci ascoltano, non si sentono rappresentate dal nostro partito. Non solo, la democrazia, i partiti sono vissuti come un fatto negativo. Solitudine, povertà, disperazione le avvertiamo nella vita di ogni giorno. La Costituente delle idee ci deve far avvicinare di nuovo alla gente, il Congresso deve essere lo strumento di una operazione così importante per l’intero paese. La critica al neo liberismo è il punto di partenza per dar vita ad una nuova politica, ricostruire e rinnovare i Pd,”. “ Serve individuare un nuovo baricentro dello sviluppo, la centralità del lavoro, la cultura,i beni comuni. Serve-prosegue- un partito a rete aperto alle realtà sociali, ai corpi intermedi. Leggero aveva detto Epifani e Folena sottolinea che ciò non deve significare evanescente, deve avere un carattere inclusivo.Oggi- dice-abbiamo dato un buon segnale. La “Costituente delle idee” ha alzato le vele.L’appuntamento per tutti è alla manifestazione di Cgil, Cisl, Uil cui l’assemblea invia un messaggio di adesione. Anche questo è il segnale di un buon inizio.

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