Governo vara pacchetto lavoro da 1,5 miliardi di euro. Iva slitta di 3 mesi

ROMA – Il governo canta vittoria, almeno dalle parole del vicepresidente Angelino Alfano che dopo il varo del pacchetto lavoro e dello slittamento dell’Iva ha parlato di due gol messi a segno dall’Esecutivo. 1,5 miliardi di euro è lo stanziamento previsto dal Cdm e 10 sono gli articolo stilati all’interno di un documento che in teoria dovrebbe dare ossigeno all’economia al Paese con nuovi posti di lavoro.

” Con il pacchetto lavoro, nell’ arco di 18 mesi, vogliamo dare un colpo duro alla grandissima piaga disoccupazione giovanile che per noi è una bandiera”, ha ribadito Enrcio Letta. Una cifra non di poco conto che il governo, nelle parole del ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, si impegna a trovare “senza creare nuovo debito e rispettando le direttive comunitarie”. Per Saccomanni “l’obiettivo delle misure del governo è quello di creare un ponte per la ripresa dell’attività economica, dobbiamo ripensare gli strumenti della tassazione  in modo da sostituirli con forme meno gravose su lavoro e imprese”.

Il testo, infatti, prevede un incentivo fino a un massimo di 650 euro mensili per i giovani di età compresa fra i 18 e i 29 anni assunti a tempo indeterminato .  L’ammontare complessivo per questa agevolazione è di 800 milioni di euro e corrisponde al 33% della retribuzione mensile lorda complessiva, per un periodo di 18 mesi, e sarà corrisposto unicamente mediante conguaglio nelle denunce contributive mensili del periodo di riferimento, fatte salve le diverse regole vigenti per il versamento dei contributi in agricoltura.

Ma non è tutto.La bozza del disegno di legge prevede anche agevolazioni pure per i soggetti con più di 50 anni di età, disoccupati da oltre dodici mesi. In particolare, in via sperimentale per gli anni 2013, 2014 e 2015 sarà istituito presso il ministero del Lavoro e delle politiche sociali un fondo con dotazione di 2 milioni di euro annui per ciascuno degli anni .

Inoltre è prevista una Carta per l’inclusione sociale che dovrebbe nella pratica combattere la povertà estrema e che, come ha spiegato il ministro Giovannini, toccherà 170mila persone. Un passaggio criticato dal Segretario generale dello Spi-Cgil Carla Cantone: Prorogare la social card e inventarsene anche una nuova non risolve i problemi degli anziani. Per arginare la crescente povertà serve piuttosto un piano di emergenza perchè la condizione di chi ha una certa età sta peggiorando giorno dopo giorno. Gli interventi spot- ha continuato Cantone- lasciano il tempo che trovano, anche se rappresentano una prima risposta. Il governo ci deve far sapere però come e se intende aiutare anziani e pensionati, tra i più colpiti dalla crisi e dalle scelte operate finora dai governi che si sono succeduti”.

Ma ad alzare la voce è anche il Pdl tant’è che Daniela Santanchè ha così giudicato il decreto: “Dal governo solo aspirine per malati gravi. Quello che ha fatto oggi il Cdm è troppo tiepido rispetto ai bisogni reali che hanno famiglie, imprese e lavoratori”. E poi: “Rimandare non significa risolvere i problemi, semmai lo stallo aggrava le situazioni. E poi: dove è andata la promessa di zero tasse per chi assume giovani? Cosi il nostro popolo non può essere contento”.

Iva. Il governo rinvia l’aumento di 3 mesi

«La scadenza del 30 giugno per l’Iva nel decreto legge viene differito al 1 ottobre con una copertura di 1 miliardo di euro che è stata individuata». Lo ha precisato il premier Enrico Letta, il quale aggiunge che «il decreto legge andrà in parlamento, nelle commissioni, dove si verificherà l’eventuale ulteriore differimento dell’aumento dell’Iva stesso che ora rimane fissato al 1 ottobre».  

Il pacchetto lavoro e il rinvio dell’aumento Iva «sono altri due gol del governo» per i quali il vicepremier e segretario del Pdl Angelino Alfano si dice «soddisfatto».  In particolare, sull’Iva dice: «Prevengo la possibile obiezione di chi dirà che il rinvio è solo di tre mesi, ricordando che il Parlamento potrà allungare questo termine trovando ulteriori coperture». Ma la notizia, insiste Alfano, è che «il 1 luglio doveva aumentare l’Iva, il 1 luglio non aumenterà. Siccome  mancavano 5 giorni, averlo fatto in zona Cesarini significa aver dato un segnale forte a commercianti e consumatori. Non aver consentito l’aumento è un gol in materia fiscale: è una cosa cui tenevamo molto e si è realizzata».

Soddisfazione viene espressa anche dalla Coldiretti: “Il rinvio dell’aumento Iva era atteso per evitare ulteriori effetti depressivi sulle vendite che al dettaglio sono già crollate del 3,5 per cento nel primo quadrimestre dell’anno, con un calo del 2,1 per cento per gli alimentari e del 4,2 per cento per i non alimentari”.   Anche per  Susanna Camusso aumentare l’Iva “sarebbe un errore perchè in un Paese che ha bisogno di aumentare i consumi e di rilanciare la domanda, non si possono fare interventi che contrastino questa opportunità”.  “Ci pare però che si debba uscire da questa stagione che continua a rimbalzare fra Imu e Iva – aggiunge – per decidere invece una significativa redistribuzione dei redditi, bisogna guardare all’abbassamento delle tasse dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, bisogna fare provvedimenti sugli investimenti e la creazione di occupazione, e non continuare ad alleggerire il carico fiscale di chi invece ha molte proprietà e molte rendite».

Rete imprese Italia, ci vuole la cancellazione
“Lo slittamento di tre mesi dell’aumento dell’Iva è un segnale importante che va nella giusta direzione e che testimonia l’impegno del Governo su questo fronte. Questa scelta non deve, tuttavia, ridurre ogni ulteriore sforzo necessario per eliminare definitivamente qualsiasi ipotesi di aumento della pressione fiscale, a cominciare proprio dall’Iva. Questo ulteriore passo in avanti resta, dunque, la priorità perché, in una situazione in cui il perdurare della crisi ha portato famiglie e imprese allo stremo, un eventuale aumento di questa imposta avrebbe ulteriori, gravi effetti recessivi su occupazione, crescita e consumi”: questo il commento del presidente di Rete Imprese Italia, Carlo Sangalli, alla decisione assunta oggi dal Consiglio dei Ministri di rinviare al 1° ottobre il previsto aumento Iva.

Federconsumatori: “Un semplice rinvio non basta. Ci vuole la cancellazione
“Il rinvio dell’aumento dell’IVA ad ottobre, approvato oggi dal Governo, non ci soddisfa minimamente”, tuona Federconsumatori. “In questo drammatico momento di crisi il mercato è in forte contrazione, come rilevano anche le nostre indagini. Infatti, secondo gli studi dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, nel biennio 2012-2013 la contrazione dei consumi ha raggiunto il -7,3%, che equivale ad una diminuzione della spesa complessiva pari a circa 52 miliardi di Euro. Un semplice rinvio non risolve alcun problema: la strada giusta è rappresentata dall’eliminazione di ogni ipotesi di aumento dell’IVA”.

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